Sergio Sylvestre, il vincitore dell’edizione di Amici 2016, è un ragazzone di 24 anni, alto due metri e dieci, nato a Los Angeles da mamma messicana e papà haitiano. Arrivato in Italia qualche anno fa, ha iniziato a cantare nel momento in cui, a causa di un infortunio, ha dovuto abbandonare la sua carriera sportiva da giocatore di football americano, ripiegando (si fa per dire) nella musica.
Sergio Sylvestre ha conquistato il pubblico da subito. Forse proprio per questa storia di sogni infranti che possono rinascere in nuove forme. Forse proprio per la sua presenza sul palco, enorme, non solo in termini fisici. Forse per il suo essere senza filtri davanti alle telecamere, buffo, a volte, nel suo perdersi tra le parole italiane. Sicuramente anche per quella sua capacità di emozionarsi e piangere, come solo i giganti buoni sanno fare. Quelli che, con la vittoria in mano, hanno subito voglia di chiamare la mamma, per urlare tutta la felicità.
La favorita di questa edizione di Amici era Elodie, inutile negarlo. La ragazza dai capelli rosa e dalla voce roca e occhi profondi, sembrava la più forte, con tutte le carte in regola per diventare il nuovo volto del panorama musicale post Amici, con una vittoria in mano. Invece è arrivata seconda (terzo il ballerino Gabriele, quarto il cantante Lele).
Il primo a esserne stupito è proprio Sergio: «Mi aspettavo la vittoria? No, è una sorpresa. Noi viviamo dentro la scuola e io ho visto quanto è cresciuta Elodie, ho visto quanto era forte! Non pensavo di potermi giocare la finale, e invece ho vinto!».
Siamo comunque certi che sentiremo ancora molto parlare della ragazza della squadra bianca, con il suo disco Un’altra vita prodotto anche dal suo direttore artistico Emma, perché non è la coppa a decretare il vincitore in fatto di vendite e gradimento a fine programma. Dall’inedito di Fabrizio Moro a un album ricco di firme importanti, possiamo dire che ha vinto anche lei (portando a casa tra l’altro il premio della critica dei giornalisti presenti in puntata).
Quel che è certo però che Sergio ha vinto davvero, la coppa è sua: ha anche lui un disco già fuori, Big Boy, prodotto da Sony con l’inedito omonimo scritto da Ermal Meta, che di questi tempi, è l’autore più amato e cercato. Non sbaglia una nota. E ha di certo contribuito a portarlo alla vittoria. Ora non resta che guardare quel che succederà: «Resto in Italia, e non vedo l’ora di continuare a cantare!», conclude. E allora, in bocca al lupo Big Boy.