A dieci anni dalla sua tragica scomparsa, avvenuta, a soli 27 anni, il 23 luglio del 2011, Amy Winehouse rivivrà in un nuovo documentario dal titolo “Amy Winehouse: 10 years on“, prodotto dall’inglese BBC. L’intento è quello di raccontare la storia della grande cantante londinese attraverso i ricordi delle persone che le erano più vicine. Prima fra tutte la madre Janis, che, malata da anni di sclerosi multipla, rischia ogni giorno di perdere i ricordi della figlia proprio a causa della malattia e ha quindi sentito l’urgenza di contribuire alla realizzazione del docu-film.
«Non credo che il mondo conoscesse davvero Amy, quella che ho cresciuto io», ha detto la signora Winehouse. In effetti, l’immagine che abbiamo noi della cantante bianca con la voce da nera, come l’hanno sempre definita tutti, è quella di una ragazza magrissima, perennemente ubriaca, con la voce consumata dal whisky, barcollante (il più delle volte) e tanto dipendente dall’alcool che lentamente si è fatta risucchiare nella sua profonda spirale senza poi riuscire a riemergere.
Ma Amy non era questo. O almeno non era solo questo. Amy Winehouse era un turbine di talento e di problemi. Il suo stile di vita l’ha spesso portata sulle prime pagine dei giornali, ma è stato il senso di vulnerabilità che emergeva dalla sua musica a renderla un’artista fuori dal tempo e dal comune. Il mondo però non ha avuto tempo di conoscere la vera signorina Winehouse ed è per questo che la madre Janis ha accettato, seppur con molte difficoltà, di raccontare la travagliata storia e la tragica fine della figlia morta proprio per un’intossicazione da alcool.
Il documentario verrà presentato in concomitanza con il decimo anniversario della scomparsa della cantante e offrirà una nuova interpretazione tutta al femminile della sua vita, dei suoi amori e della sua eredità, attraverso anche la visione di materiale inedito, proveniente dalla famiglia. «Non vedo quindi l’ora di avere l’opportunità di far conoscere le sue radici e di offrire una visione più profonda della vera Amy», ha spiegato ancora la mamma della cantautrice.
Essendo affetta da sclerosi multipla, patologia che le è stata diagnosticata ufficialmente nel 2003, la donna teme di perdere la memoria della figlia, cosa che l’ha spinta ad accettare l’offerta di realizzare il documentario sulla sua Amy, che verrà raccontata proprio attraverso i ricordi della madre, aiutata dai familiari più stretti (lei e l’ex marito Mitch hanno fondato la Amy Winehouse Foundation dopo la morte della cantante). «Amy è stata un’autentica icona musicale e non potremmo essere più orgogliosi di aiutare le persone a lei più vicine a riappropriarsi della sua storia, dieci anni dopo la sua morte».
L’immensa eredità musicale di Amy Winehouse si regge in realtà sui due album che ha pubblicato in vita. E sulla speranza di un terzo disco fatto di demo inediti e tracce semidistrutte, che forse non uscirà mai.