La savonese Annalisa Scarrone torna al Festival di Sanremo per la quinta volta. Dieci è titolo della sua canzone e dieci sono gli anni di carriera. Era infatti il 2011 quando entrava nella scuola di Amici di Maria De Filippi, da cui tutto è partito. Il 12 marzo uscirà Nuda10, la riedizione del suo ultimo album, con all’interno sei tracce in più. All’Ariston, nella serata di giovedì, canterà La musica è finita di Ornella Vanoni. La sua consapevolezza: il successo non conta se non hai la tua famiglia e la salute.
Cosa ti porta di nuovo a Sanremo?
La voglia di cantare su un palco, di far sentire la mia musica. È qualcosa che mi manca tantissimo. Partecipare quest’anno è una grande fortuna. Poi sicuramente c’è anche la voglia di celebrare i dieci anni di carriera, ma se non avessi avuto questa canzone non lo avrei fatto.
Quando è nata?
Nello scorso lockdwon. Non è nata per parlare dei miei dieci anni di carriera, anche perché un anno fa erano nove. Avevo voglia di provare a raccontare quel motore che ci spinge a non mollare. Si parla di una storia d’amore in cui si lotta, in cui sembra sempre l’ultima volta, ma non lo è mai. È bello non rinunciare a qualcosa di importante, quando ne siamo coinvolti, quando sentiamo la scintilla.
Nel testo ti rivolgi alla musica?
Per quanto mi riguarda la musica è il mio grande amore. E come in tutti gli amori, in alcuni casi ci sono momenti difficili. Basti pensare al momento in cui è nato questo brano, nell’incognita del futuro, nel dover ripensare a come farla arrivare. Questa incognita mi ha fatto venire voglia di lottare tantissimo. Il messaggio di questa canzone si riflette su tutto, traslandolo su qualcosa o qualcuno che ci faccia andare avanti. Vivere con intensità. Ognuno ha la sua passione. La mia è la musica.
“Ho bisogno di quello che ho perso, di quella volta su cento”. C’è qualcosa che hai perso?
Siamo sempre a parlare di acquisire coscienza di quello che si fa. Ti fa crescere ed è importante, ma a volte sarebbe bello ritrovare anche l’incoscienza di quando sei piccolo e ti butti nelle cose. Ritrovarla da grande fa succedere cose belle.
In cosa ti senti più consapevole?
Ho dato più valore a tante cose, meno ad altre. Mi sono resa conto di quali siano le cose più importanti e quelle che mi fanno rimanere con i piedi per terra, ancorata a chi sono e alle mie passioni che, in qualche modo, riequilibrano tutto. È vero che il lavoro è fondamentale e io sono fortunatissima di poter vivere grazie e per la musica. Però se tutto questo non è appoggiato su qualcosa di solito è difficile riuscire a trovare il proprio posto nel mondo. Contano la famiglia, la salute, la serenità in casa. Le diamo per scontate, ma non lo sono. E sono ciò che ti permette di seguire le tue passioni.
Dieci anni fa. Che ricordo hai di Annalisa agli esordi?
Ci penso spesso a chi ero dieci anni fa e mi faccio tenerezza. Mi rendo conto che molte delle pose che avevo e delle reazioni erano legate a una grande insicurezza di fondo, non sapevo come funzionavano le cose e di fronte al non sapere io mi irrigidisco. Preferisco sapere tutto, anche le notizie negative. Quando ho tutto in ordine posso combattere e reagire.
Ci tieni al controllo?
Di me stessa. Delle situazioni esterne neanche tanto.
Ti rimproveri qualcosa?
Non ho voglia di farmi rimproveri, sono sempre stata molto onesta e vera. Sono contenta di riuscire ogni giorno a diventare più consapevole, faccio passi avanti, voglio fare musica sempre migliore e sentirmi più giusta anche io. Se avremo la fortuna di riparlarci tra altri dieci anni dirò le stesse cose.
Sei ordinata?
In casa mia c’è una confusione terribile, ma mi piace tenere in ordine lo studio, dove lavoro. Tutto il resto è un’esplosione di caos.
Nella serata delle cover canterai La musica è finita.
L’ho scelta per dire che la musica non è finita. È il messaggio che voglio dare. Si può pensare che sia tutto finito, ma non lo è. Do una nuova interpretazione a quella frase. E Ornella Vanoni è un’artista che stimo da morire.
Se potessi partire ora, dove andresti?
Alla Hawaii, dove ho sempre sognato di andare, ma non sono mai riuscita a trovare il tempo. Ci andrei con Ramona, la mia amica storica con cui ho organizzato vacanze che mi hanno sempre dato una carica e energia nuova. Quell’amicizia che se vai in vacanza puoi anche non parlarti e riesci a condividere serenità. Impagabile e insostituibile.
Un libro che associ all’amore?
Le affinità elettive di Goethe.
Sai cucinare?
Abbastanza. Mi piace perché mi distraggo, è uno dei pochi momenti in cui non penso. Mi piace cucinare tutto quello che ha bisogno di cura, come i risotti.
Una passione riscoperta?
Le serie tv, ne ho abusato.
Prima di cantare cosa fai?
Mi ritaglio un lasso di tempo in cui non voglio parlare con nessuno né pensare a niente. Penso a quello che devo fare, ripenso alla canzone come se dovessi cantarla, come se salissi sul palco cinque minuti prima.
Una cosa che ti fa scoppiare a ridere.
Le cose senza senso. Raramente rido per la comicità televisiva, ma posso ridere a crepapelle per una persona che cade. O se ripenso a cose che mi sono successe.
Look, come sarai?
Lo associo sempre al valore che devo dare alla musica. Non mi piace dare troppa importanza a come ci si presenta sul palco, voglio essere io, per quello che sono io. Non sarò travestita, ma me stessa all’ennesima potenza.