Annie Ernaux, premio Nobel per la Letteratura 2022
La scrittrice francese Annie Ernaux, regina dell’autofiction, ha vinto il premio Nobel per la Letteratura 2022 con questa motivazione: “per il coraggio e l’acutezza clinica con cui svela le radici della memoria personale”.
Annie Ernaux: «Scrivere è testimoniare»
Prima del premio Nobel Annie Ernaux, che ora ha 82 anni (è nata il 1° settembre 1940), era stata insignita anche del Premio Mondello 2022.
La nostra Annarita Briganti ha incontrato Annie Ernaux in una delle sue trasferte italiane per l’uscita di Guarda le luci, amore mio, pubblicato come sempre dalla casa editrice L’orma di Lorenzo Flabbi e Marco Federici Solari, il primo anche traduttore della scrittrice francese. Una inchiesta sugli ipermercati, sui centri commerciali e quindi sulla società in cui viviamo. Del resto, come ci racconta Annie Ernaux, scrivere è testimoniare.
Annie Ernaux presenterà in anteprima italiana il suo primo film, Les Années Super 8, realizzato a partire dai film di famiglia girati con il marito, lunedì 24 ottobre alle 20, al Cinema Lumière (Cineteca di Bologna).
Intervista ad Annie Ernaux
Cosa pensa di questi non luoghi, alla luce dello studio che ha fatto per questo libro, tra saggio e memoir?
«Non sono mai stati dei luoghi rivoluzionari. Accompagnano la società invece di anticiparla e rappresentano un modello di donna e sociale superato. Le donne sono le frequentatrici più numerose, per esempio, di supermercati e ipermercati, tranne le famiglie il sabato, e quindi parliamo di strutture pensate per spingerle a fare certi acquisti con ancora la distinzione, nel reparto giocattoli, tra bambina e bambino».
Nel passaggio che più ci ha colpito lei scrive: “Costano troppo quindi io non valgo niente” riferito alle merci.
«Scatta questo meccanismo: vediamo delle cose belle che sembrano a portata di mano, amiamo la bellezza, ma non ce le possiamo permettere e ci sentiamo “indegni”. Non ho i soldi, questa cosa è bella, sono io che non sono all’altezza di questo oggetto e quindi della società».
Quali valori dovremmo riscoprire?
«Bisogna liberarsi dal consumismo come scopo della vita. Si lavora per consumare prodotti. Ci aveva provato il ‘68 ma non è durato tanto. Oggi credo nel movimento guidato da Greta Thunberg. Serve una coscienza ecologica più grande. Anche la pandemia e la crisi ci hanno insegnato che possiamo vivere con meno».
Cosa significa essere, come lei, come dimostra nei suoi libri – pensiamo al racconto di un aborto nella Francia che lo vietava –, una donna libera?
«Non smettere mai di liberarsi. Io ho sempre lottato per la libertà. Se ho un messaggio da dare, è di continuare a riflettere sulla propria situazione e non accettare di essere sottomessa o di essere costretta a fare cose che non si vogliono fare in quanto donna».
In Guarda le luci, amore mio racconta che durante il suo reportage la riconoscevano. Cosa rappresenta ancora la scrittura per lei?
«Scrivo stando immersa nel mondo, il mondo continua a essere cruciale per la mia scrittura. La mia presenza nel mondo giustifica la mia scrittura. Per questo sento il bisogno di testimoniare ciò che vedo».