Nonostante il documentario sulla vita, l’ascesa e il triste declino dello chef 61enne Anthony Bourdain che tre anni fa si tolse la vita, sia programmato solo per le sale americane, sta facendo discutere moltissimo in tutto il mondo.
Il lavoro, dal titolo “Roadrunner: A Film About Anthony Bourdain” in uscita il 16 luglio in America (ma che con tutta probabilità, come rivela il Wall Street Journal, arriverà in Europa a fine estate) offre uno sguardo intimo sulla vita della star televisiva di food e viaggi: dal grande successo (qualcuno dice spropositato) nel 2000 come autore del libro “Kitchen Confidential” fino alla sua ascesa in serie popolari come “No Reservations”, soffermandosi in particolare sui motivi della sua morte. A girarlo, il regista premio Oscar Morgan Neville, che ha specificato come il suo obiettivo fosse quello di affrontare, e possibilmente risolvere, alcuni del «traumi non elaborati» dal pubblico legati all’improvvisa scomparsa di Bourdain.
Chi si chiede oggi chi sia quest’uomo tutto genio e sregolatezza di cui si parla tanto, deve sapere che è stato il pioniere di tanti (o forse tutti) programmi di cucinache affollano il panorama internazionale del piccolo schermo. In principio infatti c’era solo lui: Anthony. Lo chef posseduto da uno straordinario talento che andava oltre i suoi manicaretti e che ha regalato al food una posizione di primo piano nello star-system. Insomma, anche chi ignora i lavori dei vari Cracco, Borghese o Oldani (non ce ne vogliano) conosce il re del coltello morto suicida una una stanza d’albergo di Kaysersberg, il borgo alsaziano più amato della Francia.
E non c’è come una morte improvvisa per garantire il riconoscimento planetario. Soprattutto se da semplice aiuto cuoco in un pessimo ristorante di terza categoria, trovi gli ingredienti giusti per realizzare il sogno americano. Pur tra follia, disordini, amori sbagliati, frustrazione e parecchia droga.
A raccontarlo è lo stesso Bourdain nei suoi romanzi – dopo “Kitchen Confidential” ha scritto “Viaggio di un cuoco” e “Un osso in gola” – in cui racconta l’inferno passato prima di arrivare alla gloria.
Il viaggio del cuoco avanguardista si è concluso l’8 giugno 2018 ma la sua morte ha lati oscuri mai risolti. Nel docu-film si parla soprattutto della relazione di Bourdain con la sua ultima fidanzata, l’attrice italiana Asia Argento che però non è stata coinvolta né intervistata. E dello scandalo, emerso pochi giorni prima della morte dello chef, secondo cui la Argento era coinvolta in un’altra storia d’amore.
Non stiamo rischiando di dare troppa colpa ad Asia Argento? si chiede l’Hollywood Reporter. «Non sto dicendo che sia stata lei a causare il suo suicidio. Il suicidio è un atto privato e credo egoistico. Ho semplicemente cercato di dipingere un quadro, credo accurato, dei diversi fattori che stavano accadendo nella sua vita, e ce n’erano molti. L’impressione che ho di lui nell’ultimo anno è che fosse molto più maniacale e molto più depresso», ha fatto sapere il regista che si dice tranquillo sui fatti verificati.
Siamo certi si discuterà molto di questo argomento perché la curiosità che gira intorno alla pellicola, alla storia d’amore e al suicidio dello chef è davvero molta.