La storia di Antonella Clerici è fatta di discese e di risalite, di possibilità da acchiappare al volo, sullo sfondo di uno scenario animatissimo tra vita e lavoro, esistenza e resistenza, fermate e ritorni. Ecco, i ritorni sono il suo elemento cruciale e ciclico. Antonella Clerici non se n’è mai davvero andata ma, quando inizia una nuova avventura – ora The Voice Senior, costola “over 60” del talent show in onda su Rai 1 – pare sempre una rentrée. «Hai ragione, ma credo che sia visto in modo affettuoso» replica lei. «Ci sono personaggi anche molto famosi su cui non c’è mai un gossip, un interesse, niente. Con me invece è il contrario. Penso sia per il patto che ho fatto con gli spettatori: io racconto sempre tutto, li relaziono su ogni cosa di me. E poi ho avuto una vita da persona perbene, tranquilla, ma variegata, fatta di alti e bassi, in cui tante donne si sono immedesimate».
A 56 anni, Antonella Clerici ha avuto 2 matrimoni (con Sergio Cossa e il cestista Pino Motta), una lunga relazione con un uomo più giovane (Eddy Martens), padre di sua figlia Maelle, avuta a 44 anni. Adesso è felicemente fidanzata con l’imprenditore Vittorio Garrone, con cui convive ad Arquata Scrivia (per lui ha lasciato Roma), in provincia di Alessandria. «Sono una persona dinamica, ho cambiato la mia vita decine di volte, mi sono trasferita per amore… Forse la gente pensa a me e si chiede: “Vediamo che combina ancora, questa Antonella”».
Anche quando racconta il suo nuovo impegno televisivo, “la Clerici” è come se un po’ parlasse di sé. «The Voice Senior mi piace perché non è un talent di giovani che vogliono diventare famosi» spiega. «La cosa che i concorrenti hanno in comune è la passione per la musica. In alcuni casi hanno alle spalle esperienze diverse: bancari, casalinghe, capotreni. Altri sono magari arrivati a un passo da concorsi come Castrocaro, ma poi c’era qualcuno che ha avuto più successo di loro, e sono finiti a cantare nelle balere o nei piano bar. Nessuno ha velleità di carriera, lo spirito con cui calcano il palco è la voglia di esibirsi». Si parla di seconde chance, di seconde vite. «È il secondo tempo, quello in cui non hai più niente da perdere. È il motivo per cui ho sempre amato gli anziani: “Quel che è fatto è fatto” sembrano dirti. Però con serenità, saggezza».
Di secondi tempi Antonella ne sa qualcosa. L’inizio da giornalista sportiva, poi il successo a La prova del cuoco e a Sanremo, fino alle polemiche contro la Rai che l’aveva messa “in pausa” dopo la maternità. E i tanti ritorni. A volte anche lei rimette in ordine tutte le tappe. «This is my life, mi dico». Sospira. «Ma va bene così, è quello che sono. Ho avuto vari inizi e vari stop. Quando, giovanissima, facevo Oggi sport alla Rai di Milano, ero candidata per andare a Roma a occuparmi dei Mondiali, e invece toccò a un altro.
Ripresi i libri di Giurisprudenza, dicendomi: “Chiudiamola qua con ’sta cosa di fare la televisione”. E poi Mentana mi chiamò a Roma per Dribbling. Lì è stata la prima vera svolta. La seconda è arrivata nel 2000 dopo un brutto periodo – e un brutto programma: A tu per tu – su Canale 5. Ero fissata con la cucina. Andavo spesso in America, vedevo in tv tutti quei cuochi star e mi chiedevo: “Perché non lo facciamo noi, che siamo il Paese del cibo per eccellenza, un programma di cucina?”. In Rai avevano in ballo questo format straniero intitolato Ready to cook. “Ti va di fare una mezz’oretta?” mi chiesero. Ho ricominciato da zero con La prova del cuoco, ed è stato un grande successo».
«Quando faccio televisione penso sempre alla provincia, non alle grandi città dove nella fascia diurna non ti guardano» confessa. «Vedevo mia mamma (Antonella Clerici è nata a Legnano, ndr) che tutti i giorni pensava a cosa fare da mangiare, e lì ho capito che poteva funzionare. È sempre nell’osservazione della vita normale che ho le mie intuizioni». Ed è lì che si è stabilito quel patto col pubblico. «Davanti alle ricette non è che puoi parlare più di tanto, allora ho iniziato a dire “Oggi ho il mal di schiena”, “Oggi ho la colica”, e piano piano questa confidenza è diventata la mia caratteristica. Le persone dall’altra parte hanno cominciato ad ascoltarmi. Le donne della mia età sanno che ho ricominciato la mia vita a 50 anni, forse qualcuna di loro ha pensato: “Cavolo, se l’ha fatto lei, lo posso fare anch’io”».
Il patto col pubblico può anche essere un’arma a doppio taglio. «Quando dici la verità, trovi sempre quello a cui non piaci. Però io preferisco essere come sono. La gente sa che non baro. Non ho mai chiesto di tornare in Rai: mi è stato chiesto di tornare, che è diverso. E siccome sono un soldato e c’era il Covid, ho detto: “Va bene, quest’anno faccio È sempre mezzogiorno, poi valuteremo insieme”. Solo i deficienti non cambiano mai idea. La vita non è fatta soltanto di successi o di cadute, esistono entrambi e io li ho raccontati, ho rivelato i fatti pubblici e quelli privati. Di certo posso dire che la mia non è stata una vita noiosa (ride, ndr). Ero una ragazza di provincia che doveva fare l’avvocato o il magistrato, ma c’erano altre pagine già scritte».
Nel futuro ci sarà, dunque, un terzo tempo. «Nella prossima parte della mia vita mi piacerebbe fare un programma di interviste, ma alla gente comune». In questa strada piena di discese e risalite, l’unica cosa per cui Antonella non sembra trovare posto è il rimpianto. «Per un po’ ho patito il fatto di non essere considerata glamour, radical chic». Sorride. «Ci ho sofferto perché sono popolare, è vero, ma sono anche una donna di cultura, non una scema. Poi ho capito che è la mia forza. Io appartengo alla tv generalista, non alla nicchia. È il mio destino. Come quando mi sono ritrovata a presentare Sanremo e ho detto: “Va bene, anche qui racconterò la mia vita di donna di paese, con gli abiti che fanno provincia”. Ma una donna che ce l’ha fatta. Mio papà aveva un colorificio, mia mamma era una casalinga. Non ho nessun santo in paradiso».