La prima volta a teatro di Ariana Grande: aveva 10 anni e già sognava di interpretare Glinda
La prima volta che Ariana Grande ha visto a teatro Wicked, il prequel del Mago di Oz tratto dal romanzo di Gregory Maguire Strega – Cronache dal regno di Oz in rivolta, aveva 10 anni. Molto prima di diventare una delle artiste più premiate al mondo (2 Grammy, 1 Brit Award, 2 Billboard Awards, 3 American Music Awards, 10 Mtv Video Music Awards, 36 Guinness World Records), con oltre 90 milioni di dischi venduti, nonché seconda cantante donna più ascoltata su Spotify (87 milioni di volte) dopo Taylor Swift. Eppure già sognava di interpretare Glinda, la Strega Buona del Sud.
Ariana Grande: esce Wicked nelle sale e si parla già di sequel
Non solo perché era abituata a sognare in grande. Ma anche perché aveva tutti gli atout per riuscirci. Ovvero una voce fuori dal comune – ha una particolare estensione di quattro ottave, il registro più alto nella voce umana – e un talento innato per lo spettacolo, che l’ha portata a debuttare a Broadway a soli 15 anni. Per questo, ora che quel desiderio si è realizzato, con l’uscita di Wicked nelle sale e un sequel già annunciato per il 2025, la 31enne cantante e attrice americana di origini italiane ha l’aria di una che semplicemente si gode ciò per cui ha lavorato sodo e che le spetta.
Glinda e Elphaba: una storia di empowerment e sorellanza
Regalandoci una storia di empowerment e sorellanza che ribalta i cliché sulle streghe per definizione malvage e sull’amicizia femminile impossibile a causa della rivalità. Per chi non ricorda la trama, Glinda ed Elphaba sono due studentesse di una scuola di magia: bionda e popolare la prima, intelligente ma emarginata per via della sua pelle verde la seconda (interpretata da Cynthia Erivo). Nonostante le differenze e l’amore per lo stesso ragazzo, tra loro nasce una profonda amicizia, che però giunge a un bivio dopo l’incontro con il Mago di Oz. Prenderanno strade diverse, ma il loro legame non si spezzerà mai del tutto.
Il Mago di Oz una vera ossessione per Ariana Grande: ore a studiare Judy Garland sin da bambina
Da 1 a 10, come descriverebbe la sua passione per Il Mago di Oz?
«Davvero, sono sempre stata ossessionata sin da bambina. Mi sedevo davanti alla tv e studiavo Judy Garland (la Dorothy del film del 1939, ndr), le sue espressioni, la sua voce, tutto quello che faceva anche quando non parlava, avevo persino il suo vestito e mi pettinavo come lei. Il mago di Oz è uno dei film più iconici del cinema americano e Wicked è sempre stato il mio musical preferito, quello che ascolto quando sono nervosa e quando sento il bisogno di conforto. Ricordo ancora la gioia che ho provato quando vidi il cast originale a Broadway, avevo 10 anni e la magia dello spettacolo mi ha cambiato la vita».
Come vede l’adattamento cinematografico?
«Jon (M. Chu, il regista, ndr) ha immaginato un mondo che non avevamo mai visto prima. È riuscito a onorare lo spettacolo teatrale e i libri di L. Frank Baum (autore della saga nata da Il meraviglioso mago di Oz del 1900, ndr), ma allo stesso tempo è stato in grado di trasformare il nostro mondo di Oz in una visione originale e tutta sua».
Wicked è una storia speciale che parla di gentilezza
Da fan di Wicked, secondo lei cosa rende la storia così speciale?
«Credo che sia una storia universale e importante, perché mette in luce la lotta per la verità, l’amicizia, l’umanità, ma sottolinea anche la complessità delle emozioni di chi si sente incompreso e diverso dagli altri. Ognuno di noi può riconoscersi in queste donne e nei vari personaggi. Penso che tutti abbiamo bisogno di storie come questa, perché viviamo in un’epoca in cui la gentilezza è considerata una debolezza e tutto si riduce a pezzi di vita di 20 secondi».
È un film che a suo modo parla anche di sorellanza. Com’è la sua Glinda?
«Ci sono state così tante favolose Glinda nella storia di Wicked che avevo un’enorme responsabilità nei confronti dei fan, ma volevo aggiungere qualcosa di mio alla sua personalità. In tante cose mi assomiglia. Uno degli aspetti che preferisco è che può essere un po’ sciocca senza essere mai superficiale. E poi è sempre sincera. Passare del tempo con lei mi ha insegnato molto su me stessa, grazie a lei ho imparato a essere un po’ più generosa, a dedicare più tempo alle persone che mi sono care».
Ariana Grande e le canzoni dal vivo sul set di Wicked
Perché era importante cantare dal vivo sul set invece di aggiungere la colonna sonora in fase di montaggio?
«Per me e Cynthia è stata una scelta immediata, non abbiamo mai avuto dubbi o esitazioni sulla necessità di essere presenti nel momento, è stato un desiderio comune soprattutto per l’elemento emotivo. In questo musical ci sono alcune canzoni che possono essere eseguite solo dal vivo».
Come cantante e ballerina, come si è preparata alla coreografia?
«È stato fantastico avere tanto tempo a disposizione per provare i balletti stile Glinda, perché ha un modo molto particolare di muoversi. Ho avuto una bellissima collaborazione con il coreografo Christopher Scott, abbiamo discusso idee diverse, sia per costruire i ritmi comici che mi venissero più naturali sia per inserirli in modo organico nel resto del mondo di Oz».
I costumi del film sono incredibili. Il suo preferito?
«Glinda al ballo di Ozdust è uno di quelli che amo di più. Il costumista Paul Tazewell è l’essere umano più brillante del Pianeta, ha curato tutto, dalle forme, alla storia dei colori, alla storia che c’è dietro ogni look. Ogni singolo costume è un’opera d’arte studiata nei minimi dettagli».
L’ultimo album di Ariana Grande: Eternal Sunshine
A marzo è uscito il suo settimo album, Eternal sunshine. Qualche riferimento al film Eternal sunshine of the spotless mind, in italiano Se mi lasci ti cancello, di Michel Gondry?
«Assolutamente! Jim Carrey è l’idolo della mia infanzia. Quando ho visto il film per la prima volta ero ancora una bambina, ma l’ho trovato magico. Ho un tatuaggio sulla spalla con una citazione della frase che ripete ogni giorno in The Truman Show: “Buongiorno e se non dovessi rivedervi: buon pomeriggio, buonasera e buonanotte”. Ho anche avuto la fortuna di lavorare con lui come Piccola Grande, la fatina dei sottaceti della speranza, nella sua serie Kidding. A volte incontrare i tuoi idoli può essere una delusione, ma lui lo è diventato ancora di più dopo averlo conosciuto».
Sua nonna Marjorie ha collaborato con lei nella canzone Ordinary things. A 99 anni è diventata l’artista più anziana nella classifica Hot 100 di Billboard. Com’è stato lavorare con lei?
«La nonna è la donna più straordinaria del mondo! La adooooro! Ha uno spirito indomabile, un giorno spero di diventare come lei. Quando mi invita a mangiare, mi offre sempre gli spaghetti con le polpette, anche se sa benissimo che sono vegana. Fa finta di dimenticarsi, ci prova ogni volta!».