Da brutto anatroccolo a cigno. Da fumetto a sirena. Quando l’abbiamo conosciuta, nel 2009, Arisa cantava “Sincerità”: aveva gli occhiali alla Ugly Betty e i capelli corti. Appariva timida e un po’ impacciata, aveva un look quasi da cartone animato. Ma erano altri tempi. Oggi la cantante di “Vasame”, uno dei brani della colonna sonora di “Napoli velata”, l’ultimo film di Ferzan Ozpetek, è molto cambiata: è più bella e più sicura di sé. Lunghissimi capelli castani, qualche chilo in meno, rossetto rosso e una ritrovata sensualità. Appare così, infatti, nei selfie che hanno scatenato i follower. Ma il suo nuovo look non ha convinto tutti: “Da quando sei diventata superfichissima non sei più tu!”, “Un’altra ragazza che ha perso la battaglia con il suo corpo per colpa delle persone? Mi piaceva di più come era prima” alcuni commenti di “ammiratrici” sui social. “Colpevole” di “un infighimento” e di “essersi adattata ai canoni standard di bellezza”, Arisa ha spiegato che i capelli lunghi li sognava da quando era bambina e che “come tutte le ragazze vuole l’amore, sentirsi bella, piacere e piacersi. Cosa c’è di male a sentirsi felici?”. Non solo fan sotto choch però. Alla polemica – complice un basco rosso – si è aggiunta un’altra polemica: l’ultimo dibattito che ha infiammato il web è stata, infatti, la somiglianza del look di Arisa con quello di Levante. Con tanto di botta e risposta tra le due cantanti su Instagram.
È il momento del “body shaming”
Non è la prima volta però, che un personaggio pubblico viene attaccato per il suo aspetto fisico. Nell’era del body shaming (criticare il corpo, specialmente quello delle donne, attraverso i social) sono insorti anche i fan di Alessia Marcuzzi, ad agosto, quando la conduttrice ha pubblicato una foto in costume da bagno che metteva in evidenza la sua magrezza. “Basta con questo inno all’anoressia!”, “Già tanta gente soffre per malattie che non si è cercata, ci mancate voi con la vostra esagerata magrezza!”. E, ancora, “cerca di mettere qualche chilo perché sei esageratamente magra: non sei bella così!” alcuni dei commenti.
Un’ondata di odio ha preso di mira, invece, ad aprile Anna Tatangelo che nel programma “I migliori anni” appariva particolarmente “tirata”: “Era così una bella ragazza!”, “Non le si vedono più nemmeno gli occhi. Ma davvero, perché? È giovane ed era bellissima!” le critiche. I fan dovrebbero essere sostenitori, ammiratori, supporter. Eppure spesso si trasformano in oppositori critici. Veri e propri nemici che lasciano i loro commenti proprio sulle pagine social di quei beniamini che hanno sempre seguito e amato. Da fan a haters il passo è breve.
Come dimenticare il caso Rihanna? La cantante quest’estate è apparsa con qualche chilo in più e in rete si sono scatenate le polemiche. «Se non mi accettate non mi meritate» la risposta della pop star. È di qualche estate fa, invece, la diatriba sul lato b di Aurora Ramazzotti: diverse testate pubblicarono le foto di Aurora e Michelle Hunziker al mare. Scattò un confronto tra i due fondoschiena e i commenti sulla giovanissima furono a dir poco velenosi.
Le ultime polemiche su peso e rotolini hanno interessato Vanessa Incontrada e Claudia Gerini: la prima viene periodicamente presa di mira dai leoni da testiera che continuano a definirla “grassa” mentre l’attrice romana è stata accusata di aver indossato in prima serata su Rai1 un pantalone che le metteva in risalto la pancia.
Cosa scatena l’invidia
Tante le donne giudicate e tante le donne pronte a giudicare: «Alla base delle critiche di una donna rivolte ad un’altra donna, a volte feroci e riguardanti l’aspetto fisico, c’è spesso una forte vulnerabilità e un senso di ineferiorità» spiega la psicologa Assunta Capobianco. Di fonte a donne di successo o magari appartententi al mondo dello spettacolo “nasce un senso di invidia, un sentimento primitivo proprio della natura umana, che difficilmente viene riconosciuto e rivelato” continua la psicologa. «L’invidioso» dice Capobianco «non è mai soddisfatto di sé, avverte i propri limiti, reali o presunti e rivede negli altri qualità e riconoscimenti che vorrebbe possedere. Vive la disparità come un’ingiustizia. Quando una donna percepisce l’altra come una minaccia decide di screditarla, criticarla, additarla, escluderla».
L’invidia, e il trash, rimbalzano dalla tv ai social
E i social sono dei bravi amplificatori anche se «in principio fu la televisione con gli scatti d’ira, gli insulti, le liti» a mettere le donne contro le donne ricorda Anna Bisogno docente di Storia e linguaggi Radio-TV dell’Università Roma Tre. Ancora oggi ci riesce (“Finta”,“grassa” e “baule vecchio” sono le parole volate tra Serena Grandi e Corinne Clery al Grande Fratello Vip) ma è in Rete che la discussione si infiamma con commenti offensivi, sarcastici e velenosi. «I social sono amplificatori di contenuti di ogni tipo, piccoli schermi in grado – tra l’altro – di innescare scaramucce e battibecchi» dice Bisogno «Il botta e risposta tra Arisa e Levante non è una novità nelle narrazioni social. Sono tanti i personaggi del mondo dello spettacolo che hanno affidato alla nuova medialità dichiarazioni e precisazioni. Antonella Moretti, ad esempio, su Instagram ha continuato la polemica con Katerina Cascella, a difesa della figlia Asia e della sua scelta di essere ricorsa così giovane al chirurgo plastico, iniziata nel salotto tv di Barbara D’Urso. Questa ultima vicenda di emulazione mal digerita conferma anche un altro fenomeno: l’ascesa di Instagram. Ma il vincitore finale è sempre lui: il trash».