Se c’è una che del cambiamento ha fatto una delle sue peculiarità è proprio lei, Arisa (ma sempre e solo Rosalba per famiglia e amici). Abbiamo iniziato a conoscerla a Sanremo nel 2009 (quando debuttò con Sincerità vincendo per le Nuove Proposte) con un look che ricordava un delizioso Harry Potter in versione femminile. Pochi giorni fa, invece, è arrivata sul set di Donna Moderna (guarda il servizio moda nella gallery qui sotto) con una strepitosa testa rock biondo platino, rasata quasi a zero come una Sinéad O’Connor dei tempi d’oro. Parte proprio dai capelli la nostra chiacchierata con Rosalba, che negli anni si è divertita a impersonare tante donne diverse ma tutte con la stessa straordinaria voce da soprano che incrina i cristalli.
Come mai questo taglio radicale?
«Sentivo il bisogno una linea pulita e rigorosa, che comunicasse anche visivamente la mia ripartenza dopo questo periodo difficile e oscuro. Da sempre amo giocare con i miei capelli, non sono certo una che ha scelto un taglio quand’era adolescente e non lo cambia per tutta la vita».
Cambi perché non sei soddisfatta di te o per spirito camaleontico?
«Cambio per armonia. Mi piace che l’esterno sia in sintonia con quello che provo dentro. Per esempio, tornando ai capelli: li ho tagliati anche perché non mi rappresentavano più e quell’immagine di Arisa cominciava a stancarmi e a starmi stretta».
Parlaci un po’ della tua ripartenza.
«Una ripartenza con un doppio botto. Prima di tutto ho scaldato i motori in studio d’incisione dove sto terminando un disco importante, dedicato all’amore. Un amore non romantico in senso classico ma viscerale, complicato e intenso come piace a me. Il disco conterrà anche canzoni mie, come Ortica e Psyco, brani usciti quest’estate. In più ho appena finito il mio primo tour post Covid. Non riesco a spiegare la gioia e l’energia che mi ha dato ritrovare il pubblico. Forse la parola chiave per spiegare quest’emozione profonda è condivisione. Di nuovo uniti tutti insieme sotto il segno di un grande amore comune: la musica».
Quando Arisa cambia è perché cerca una nuova armonia, «perché l’esterno sia in sintonia con ciò che provo dentro»
Quante volte sei ripartita nella tua vita?
«Molte volte. Mi piace riaccendere i motori e dare gas all’improvviso. In verità riparto ogni volta che suona la sveglia perché non so mai (impegni di lavoro a parte) cosa la giornata abbia in serbo per me. Abito in una zona molto divertente di Milano, un mix di diverse etnie e di vecchie botteghe in puro stile meneghino. Mi basta uscire di casa, sentire le voci, annusare gli odori, stupirmi dei colori dei graffiti e del cielo per cambiare umore e aprirmi al mondo».
Quale è stata la tua ripartenza più eccitante?
«Non ho dubbi, è successo tutto nel 2012 quando, dopo il successo di Sincerità e Malamorenò, sono ripartita a Sanremo con La notte (arrivando seconda, ndr): era una canzone intensa, vera, completamente diversa dalla mia musica precedente».
«Non sono mai stati gli uomini a cambiarmi. Ma l’amore vissuto con loro ha tirato fuori aspetti del mio carattere che non conoscevo»
E quella più dolorosa?
«Anche in questo caso non ho bisogno di pensarci. Non è stata una ripartenza ma la mia prima partenza, quando a 19 anni ho lasciato la mia casa in Basilicata per inseguire il mio sogno di note. Mio padre quasi si nascondeva per non farmi vedere che piangeva, ma quelle sue lacrime non le dimenticherò mai. Sono però servite da sprone, non volevo deludere una delle persone per me più preziose».
Sei una musicista autodidatta cresciuta in una famiglia tutta canterina, ma nella tua vita hai fatto (e continui a fare) una girandola di lavori: sei stata cameriera, babysitter, parrucchiera. E poi anche doppiatrice, attrice e giudice di contest.
«Sì, ho fatto e faccio tanto, ma da qualunque nuova esperienza traggo sempre un arricchimento musicale. Un esempio? Facendo la doppiatrice ho scoperto tonalità della mia voce che ancora non conoscevo. La mia esperienza di giudice, sia per X Factor sia per Amici, mi ha dato invece la possibilità di immergermi in tanti stili lontani dal mio, ma splendidi. E mi ha fatto ricordare e rivivere i miei sogni immensi da esordiente».
Hai un ruolo molto attivo nel sostegno ai diritti LGBT. Quest’anno sei stata anche madrina del Gay Pride di Napoli: cosa vorresti ora e subito?
«L’idea che l’amore debba essere considerato diverso se chi lo prova sono, ad esempio, due persone dello stesso sesso, m’indigna e mi fa fremere di rabbia. Nel mio schema etico non c’è posto per la prepotenza nei confronti dei più vulnerabili. Non è questione tanto di sostegno quanto di giustizia, i diritti devono essere uguali per tutti».
Nella canzone Ortica parli di un amore che sfugge e che ti considera quasi quell’erba urticante. Quanta autobiografia c’è nel testo che hai scritto?
«C’è sempre un riferimento personale nei miei testi, ma non c’è bisogno di specularci sopra tanto perché questo capita a chiunque scriva canzoni. Sì, a volte mi sono sentita un’ortica: non è una sensazione piacevole ma di sicuro è un’emozione costruttiva. Prima di tutto perché mi ha permesso di scriverci un testo insolito. E poi perché l’ortica è una pianta che sa difendersi, che lascia il segno se non le porti rispetto».
A proposito di amore, quante volte ti è successo di cambiare per un uomo?
«Risponderei nessuna volta ma non è del tutto vero. Ogni esperienza del cuore cambia la percezione che hai di te. Però non sono mai stati gli uomini a cambiarmi, impresa difficile con una capatosta quale sono. È l’amore che ho vissuto con loro che ha tirato fuori aspetti del mio carattere che non conoscevo e che poi mi sono serviti per arricchirmi e per fare di me la donna di oggi».
In amore non bisogna fermarsi finché non si trova la persona giusta: vero o falso?
«Vero. Bisogna però aver ben chiari i canoni di questa scelta. Anzi direi che il canone è uno solo: sapersi ascoltare. Quando stai davvero bene con qualcuno forse è arrivato il momento per smettere di cercare».
Per cosa o per chi vale la pena di rimettersi in gioco?
«Prima di tutto per se stessi, per quel bambino che è in noi e per quell’antica promessa che gli abbiamo fatto e cioè: realizzerò i tuoi sogni. E poi non ho dubbi: mi rimetterò sempre in gioco per le persone che amo».
Il tuo successo di quest’estate Psyco è un inno a una sessualità disinibita. Com’è cambiato il tuo modo di vivere questo lato così privato?
«Non sono mai stata una che coltivava sensi di colpa. Oggi, però, sono più consapevole di questa sfera così intima, privata ma importantissima della nostra vita. Psyco è una canzone che qualche anno fa forse non avrei scritto perché non avevo le idee chiare. Oggi invece sono certa che bisogna disattivare la modalità morbosa che spesso inquina e sporca i nostri pensieri sul sesso e viverlo con più libertà e spontaneità».
Sul nostro set fotografico ti sei divertita a giocare con la moda. Come definiresti il tuo stile?
«Decisamente easy. Se non ho impegni di lavoro, mi bastano un paio di jeans, una T-shirt, un bomberino e un paio di scarpe comode. Però vi confesso un dettaglio privato: stravedo per la lingerie, per un completino che mi piace posso fare follie. Quindi: all’esterno casual, ma “sotto” sempre sexy».
Hai un capo cult, uno che ti piace tantissimo e che rispolveri anno dopo anno?
«Certo che ce l’ho! Uno stupendo trench vintage di Dior, un capo eccezionale color verde militare. L’ho comprato in un negozietto di Tokyo per una manciata di yen e non lo cederei per nulla al mondo».
«La parte più preziosa della mia anima? Non una, ma due. Il cuore e la voce»
Qual è la parte del tuo corpo che ti piace di più?
«Bella domanda. Mi piace il mio naso (uguale a quello di papà), i miei occhi (quelli di mamma), il taglio delle mie labbra, la pelle, le orecchie, il seno… A dir la verità mi piaccio proprio tutta. Faccio la figura della vanitosa se lo ammetto?».
E qual è la parte più preziosa della tua anima?
«Non una ma due: il cuore e la voce».
Di Paolo Lapicca – foto di Davide Nova
testi di Antonella Marmieri – intervista di Camilla Ghirardato
Ha collaborato Fabio Pravato.
Make up Luca Cianciolo using Clinique Italia.
Hairstyle Matteo Bartolini @ freelancer using Balmain Hair
Couture Italia