«Erano tanti anni che mi dicevo che avrei dovuto farlo, ed infatti l’ho fatto. Ho scritto la mia autobiografia che uscirà il 26 gennaio». Con queste parole Asia Argento lancia il suo libro, “Anatomia di un cuore selvaggio” sui suoi profili social. E aggiunge: «Ci vuole coraggio a prescriversi da soli una auto-autopsia completa, non so in quanti sarebbero soddisfatti dell’esito dell’analisi spietata di se stessi. E allora coraggio, questa è la mia e, prima di giudicare, vi invito a fare altrettanto». L’esortazione arriva a poche ore dal post su Instagram che conferma il suo riavvicinamento con Fabrizio Corona, e dalle lunghe interviste al Corriere della Sera e a Verissimo in cui l’attrice e regista anticipa alcuni dei ricordi che potremo leggere nella sua autobiografia.
A partire dalle violenze subite da sua madre, Daria Nicolodi, quando era una ragazzina: «Ero andata via di casa il giorno dopo il mio 14° compleanno, non aveva comprato nemmeno una torta e avevo capito che non gliene importava nulla di me. Raccontai a mio padre le violenze che subivo in casa e con lui ci inventammo lo stratagemma che stavo da mia nonna, anche se in realtà vivevo a casa sua da sola, perché era impegnato sul set e Fiore studiava negli Stati Uniti. Così un giorno mia madre mi fece chiamare dal Tribunale, mi ci accompagnò la segretaria di mio padre, e rinunciò alla patria potestà. La riprese quando sono rimasta incinta di Anna».
Asia Argento racconta la sua difficile infanzia senza mezzi termini e senza fare sconti a nessuno. Neanche a se stessa. Perché è cresciuta troppo in fretta facendo la spola tra una casa e un’altra, con due genitori artisti e due «egoismi enormi» che si sono trovati, senza esserne capaci, a gestire una famiglia sgangherata e disfunzionale. L’adolescenza tra rave party, flirt, set, pieni di registi geniali, ma anche sadici, non è stata da meno. Anzi, come racconta l’attrice romana, è iniziata a nove anni e forse non è mai finita.
“Anatomia di un cuore selvaggio” racchiude le tante vite vissute da questa ragazza del ’75 attraverso una serie infinite di eventi che incalzano il lettore in un crescendo mozzafiato. È col fiato sospeso infatti che leggiamo di Asia nel mondo «degli abusi e degli orchi»: lei non si tira indietro e sviscera non solo le note vicende che riguardano Harvey Weinstein, ma fa anche il nome del regista Rob Cohen e svela le note più crudeli e difficili da raccontare. «È la prima volta che parlo di Cohen. Successe nel 2002 mentre giravamo xXx. Abusò di me facendomi bere il Ghb, ne aveva una bottiglia. Ai tempi sinceramente non sapevo cosa fosse. Mi sono svegliata la mattina nuda nel suo letto». E poi conclude: «La cosa più pura di questo MeToo è che una donna si riconosce nell’altra».
C’è anche spazio per parlare dei suoi amori: da Morgan – «Sono stata felice, l’ho amato e sono stata amata, non serbo rancori: alla fine oggi i momenti belli superano di gran lunga quelli di maggiore tensione» – a Anthony Boudain di cui dice «Era entrato nella mia vita in punta di piedi, aveva subito fatto amicizia con i miei figli. Trascorrevamo tanto tempo tutti insieme. Preparava per noi delle cose incredibili, quando c’era lui venivano a casa anche mia madre e mio padre, mia sorella e Angelica. Lo amavano tutti, nella mia famiglia. Era un uomo generosissimo».
Attraverso le parole di Asia veniamo risucchiati in questo viaggio che è la sua vita, «dove a ogni dolore corrisponde una forza nuova per rinascere».