Skinny, scheletrica. Con questo sprezzante aggettivo le maggiorate di Hollywood si illudevano di averla cancellata. Non sapevano che essere skinny, per Audrey Hepburn, è stato il primo passo verso il successo. «È apparsa sulla scena cinematografica, dominata da seni quinta misura e da lati B debordanti, leggiadra ed elegantissima anche in leggings neri e ballerine, rivoluzionando cinema e moda» racconta Renata Molho, critica di moda e costume del Sole24ore. «I registi se ne sono innamorati perché era semplice e perfetta. Gli stilisti perché le mettevi uno straccio smorto e lei lo resuscitava come fosse un capo di alta moda».È il 1953 quando William Wyler, per la commedia “Vacanze romane”, scarta Liz Taylor, sceglie la sconosciuta Hepburn e le affianca Gregory Peck. Audrey ha 24 anni, ma la faccia da monella e il corpo da ragazzino la fanno sembrare più giovane. Arriva subito un Oscar e Time le dà la copertina (e iniziano feroci digiuni tra le attrici, negli studios di Los Angeles).
In realtà Audrey ha alle spalle una vita difficile: è in Olanda durante l’occupazione nazista e vive fame, freddo, stenti. Vede esecuzioni sommarie per strada: «Atroce» commenterà laconicamente. Ma intanto studia danza classica e si esibisce in teatro: «Per raccogliere fondi per la Resistenza». Ecco il segreto della magrezza.
Nel 1954 arriva “Sabrina”, dove Audrey si divide tra il sexy William Holden e il tenebroso Humphrey Bogart. Con questo film inizia la sua collaborazione e amicizia col sarto francese Hubert de Givenchy, l’unico che le dà retta e la veste, perché gli altri sono impegnati nelle imminenti sfilate (non si contano i pentimenti tardivi).
Il ruolo di Sabrina le assicura un posto nella fabbrica più competitiva del mondo, quella dei sogni. Insieme agli abiti di Givenchy, anche i capelli congiurano per farla diventare un’icona: «All’epoca il taglio corto e la frangetta a metà fronte erano out e quindi la rendevano unica» spiega Mauro Situra, direttore creativo di Go-Coppola. «Ma la cosa sorprendente è che lo stile Hepburn, vecchio di 50 anni, è ancora attualissimo».
La conferma arriva perfino dalle teenager: «È la mia attrice preferita, ho visto tutti i suoi film, ho libri su di lei, biografie, una borsa con la sua foto, e il mio soprannome è Little Audrey» racconta Lydia Ratto, 13 anni, romana, esile e leggiadra come il suo idolo. «Mi piace come si veste, come recita, tutta la sua storia».
Quando, nel 1957, Audrey accetta di fare “Cenerentola a Parigi” con Fred Astaire, il suo cachet è di 150 mila dollari: più che decuplicato rispetto ai 12 mila di quattro anni prima. Arriva a 750 mila nel 1961 con “Colazione da Tiffany”, quando il regista Blake Edwards cancella dal cast Marilyn Monroe per la “scheletrica” attrice, «che ha reso benissimo l’atmosfera di Tiffany». Lo dice Laura Vallero, responsabile dei punti vendita della maison di gioielli: «L’incanto di Audrey nei panni di Holly corrisponde ancora oggi al clima fiabesco dei nostri negozi».
Audrey però non vive nel mondo delle favole. Il radioso sorriso nasconde grandi dolori. Due matrimoni in frantumi – con l’attore Mel Ferrer e con lo psichiatra Andrea Dotti – per colpa dei loro tradimenti. Due gravidanze difficili (Sean Ferrer nasce nel ’60, Luca Dotti nel ’70) e vari aborti spontanei.
Ma lei, determinata come quando resisteva ai nazisti, non crolla. Nel 1988 comincia a girare il mondo per occuparsi dei bambini poveri, per conto dell’Unicef: un altro “trend” lanciato da Audrey, vedi Angelina Jolie, Madonna & Co.
E adesso, scusatemi, tocca a me: Audrey, ti ho sempre adorata. Da bambina volevo essere come te. Oggi, con adulto realismo, e da pessima cuoca, tento solo di imitare il tuo delizioso broncio, quello che avevi in Sabrina, davanti al flop di un soufflé. Temo però che anche in questo tu sia imbattibile.
I FILM DI AUDREY HEPBURN IN EDICOLA CON DONNA MODERNA
Nata nel ’29 da un banchiere inglese, Audrey Hepburn deve la fortuna al suo corpo esile, una novità tra le allora formose attrici di Hollywood. Diventa la musa di Hubert de Givenchy, che la fa sfilare e disegna per lei il celebre tubino nero di Colazione da Tiffany. Col primo film importante, Vacanze romane, vince l’Oscar nel ’53. Si sposa due volte, la prima con Mel Ferrer da cui nel 1960 ha il figlio Sean. Dedica gli ultimi anni ai bimbi del Terzo Mondo. Nell’88 è in Etiopia per l’Unicef: «Le sole cose che trovo interessanti sono quelle legate al cuore» diceva. È morta a soli 63 anni.