Il Bacio di Francesco Hayez è uno dei baci più famosi della storia dell’arte, e sicuramente il più realista. Il protagonista maschile, con quel cappello con la piuma, assomiglia a Robin Hood e l’abbraccio con la sua dama sembra una foto scattata da un paparazzo dello sceriffo di Nottingham.
Il successo di questa opera del 1859 ha determinato quello di tutte le altre che Hayez ha realizzato nella sua carriera: ottime, certo, ma meno belle. Il Bacio è per Hayez, veneziano di nascita nel 1791 e milanese di morte nel 1882, come l’impermeabile del tenente Colombo per l’attore Peter Falck: una volta che se l’è messo, non è riuscito più a levarselo di dosso. Ma, per la passione che avvolge i 2 amanti, la tela fa venire in mente anche la canzone di Adriano Celentano Il tuo bacio è come un rock.
Il capolavoro è la prima cosa che si vede visitando la mostra Hayez, fino al 21 febbraio alle Gallerie d’Italia a Milano. In realtà, si trovano addirittura 3 versioni degli amanti che pomiciano. E il divertente è scoprire le differenze, come la mantellina buttata lì sulle scale o la calzamaglia rosso acceso del nostro Robin Hood.
IL PITTORE VENEZIANO ERA UN ROMANTICO Non solo perché riuscire a creare con pennelli e colori il sentimento di un vero amore non è impresa da poco. Ma anche perché faceva parte del movimento del Romanticismo che spopolava in tutte le arti nel 1800. Oltre alle coppie, Hayez dipingeva molto bene le persone da sole. Tra le 120 opere esposte sono belli i ritratti, specie quello di Alessandro Manzoni, l’autore de I promessi sposi. Mentre appaiono un po’ pesanti le grandi tele a soggetto storico come L’ultimo abboccamento di Jacopo Foscari alla famiglia. La cosa che in assoluto veniva meglio ad Hayez, comunque, erano le stoffe, tanto dei vestiti quanto delle tende.
DAVANTI AI QUADRI ESPOSTI SI POTREBBE DIRE: «SEMBRANO FOTO!» Non sarebbe una castroneria. Pare, infatti, che Hayez fosse affascinato dalla tecnica fotografica, nuova ai suoi tempi, e la utilizzasse come modello per dipingere i propri soggetti. Gli piacevano molto anche le donne nude ma, siccome era bravo a dipingere le pieghe dei tessuti, qualche straccetto addosso finiva sempre per metterlo alle sue modelle. Se non avesse dipinto Il Bacio, comunque, oggi forse non avremmo i famosi cioccolatini con la nocciola intera. Si dice che la Perugina per i propri Baci si sia ispirata ai 2 amanti di Hayez. Non sarebbe male, sotto l’incarto di stagnola, trovare un messaggino con la frase: «Dare un bacio è semplice, dipingerlo no».