È in libreria Beblade (Il battello a vapore), scritto da Pierdomenico Baccalario: è un romanzo ispirato ad Art4Sport, l’associazione della famiglia Vio per promuovere lo sport tra i bambini amputati. A novembre Bebe comincerà le qualificazioni per i Giochi paralimpici di Tokyo 2020.
Intervista a Bebe Vio
«Da sola non sei nessuno. Quando credi di avere perso tutto, per ricominciare a vivere devi avere qualcuno per cui lottare. Per me sono stati la famiglia, poi gli amici di scuola e i compagni di scherma».
Parla a raffica, Bebe Vio. Parole così veloci che ti spingono a ripensare alla sua vita come a un’accelerata fulminea del suo braccio bionico: la meningite acuta, che le ha portato via le gambe e gli avambracci a 11 anni, le protesi, l’oro paralimpico nel fioretto a Rio de Janeiro nel 2016. E poi la tv, il ricevimento alla Casa Bianca, le sfilate.
Invece è passato più di un decennio dalla prima corsa in ospedale. E oggi, a 21 anni, la fuoriclasse azzurra si concede un passo indietro: «È un momento in cui voglio sparire dalla circolazione» confessa. Forse per questo in libreria ha “mandato” Beblade, il suo alter ego di fantasia, che dalle pagine del romanzo a lei ispirato tende una mano ai teenager smarriti.
Chi è la protagonista del libro?
Mia, una 15enne molto competitiva che ama scalare i grattacieli. Quando si risveglia all’improvviso in un mondo sconosciuto, si ritrova circondata da altri ragazzi come lei, senza più un nome: si chiamano tutti George. Sono Prede, impegnate in una battaglia all’ultimo sangue contro 7 Cacciatori.
Beblade da che parte sta?
Da nessuna delle 2. È la figura a cui Mia si rivolge quando si rende conto di non avere via d’uscita. Beblade l’aiuterà a capire che spesso quelli che noi ragazzi vediamo come i cattivi, perché ci impongono delle regole, in realtà ci stanno indirizzando sulla strada giusta.
È stata una tua idea?
All’inizio no. Mi hanno cercata per scrivere un libro sulla mia vita, ma siccome l’avevo già fatto io, ho voluto una cosa diversa: un romanzo corale, ispirato alla missione della nostra associazione, Art4Sport. Il messaggio è: insieme si può. Beblade ha una squadra di amici che va in soccorso delle Prede. Io e la mia famiglia forniamo ai bambini amputati le protesi.
Perché hai detto di voler sparire?
Rivoglio una vita normale, ormai sono ovunque: sui giornali, nelle pubblicità, perfino al cinema, dove ho prestato la voce a un’eroina del cartoon Gli Incredibili 2. Mi dò fastidio da sola: è il momento di staccare dal personaggio e tornare a essere Bebe.
Che progetti hai?
L’università. Sono iscritta a un college americano con sede a Roma, laurea in Comunicazione, ma studio anche business e relazioni internazionali. Per la prima volta vivo da sola e a volte non è semplice, ma ho delle coinquiline fantastiche. È una vita parallela, dove nessuno mi conosce. Una figata! Poi ci sono gli allenamenti.
Non è presto? Hai appena sbancato gli Europei
Sì, ma oggi mancano poco più di 700 giorni alle Paralimpiadi di Tokyo 2020. Ho iniziato a contarli quando eravamo a meno 1.000 e sono già in ansia. A novembre iniziano le qualificazioni.
È così noioso fare la celebrity?
No, ma io sono stata catapultata nel mondo della mondanità all’improvviso, dopo i Giochi di Rio. Mamma e papà mi hanno aiutata a restare con i piedi per terra, anche se detto da una che gira con 2 protesi al posto delle gambe può sembrare strano… Me la sono goduta senza montarmi la testa, ma ci sono anche i lati negativi: non ho più una vita privata e quando parlo rischio sempre di essere travisata.
E fare tv ti è piaciuto?
Sì, ma è stato tosto. Io vado a ruota libera, non riesco a seguire un copione. Fai conto che quando il mio programma (La vita è una figata! su Rai1, ndr) andava in onda, ogni intervista durava 7 minuti, ma dietro c’era oltre un’ora di conversazione. Ho fatto impazzire gli autori.
Non ti è mai presa l’ossessione da social?
A me? Io sono contenta quando stacco! Quest’estate sono stata 3 settimane in California con i miei fratelli e sui profili sono apparse un casino di foto. Loro postavano, io pensavo a godermi la vacanza.
Non deve essere facile avere una sorella così famosa
(Ridacchia) A mio fratello maggiore, Nicolò, non interessa proprio ciò che faccio! Con Maria Sole è diverso: è più piccola, ci sta che mi guardi con un pizzico di gelosia. Ma io non le faccio pesare i miei successi e lei mi sfrutta solo per certi risvolti mondani: qualche viaggio, i biglietti dei concerti, i vestiti che mi frega dalle valigie.
Tu che hai strappato un selfie al presidente Obama, sei mai in imbarazzo?
Un sacco di volte! Chi pensa che io non mi vergogni mai di niente, mi sopravvaluta di brutto. Prendi il mondo della moda, dove sono tutti perfetti. Poi arrivo io, con le protesi in bella vista. Come vuoi che mi senta? Solo che ho imparato a prenderla in modo “sciallo”, che per me significa tranquillo, orgogliosa di quella che sono. Così supero il disagio.
I SUCCESSI DI BEBE VIO
1 LE OLIMPIADI DI RIO
Il 14 settembre 2016 vince la medaglia d’oro nel fioretto alla Paralimpiade di Rio de Janeiro. L’Italia si emoziona davanti al suo urlo di gioia: è la nuova icona dello sport azzurro.
2 LA CENA ALLA CASA BIANCA
Nell’ottobre del 2016 un’altra impresa. Durante una cena di gala alla Casa Bianca, strappa un selfie al presidente americano Barack Obama.
3 IL PROGRAMMA TV
Nel 2017 debutta come conduttrice tv su Rai1 nella trasmissione La vita è una figata!.
4 DOPPIA UN CARTOON
Bebe presta la voce a Voyd nel cartoon Gli Incredibili 2, ora al cinema.