«Non si replica il passato» diceva un amico di buon senso al protagonista de Il grande Gatsby, il film con Leonardo DiCaprio tratto dal romanzo di Francis Scott Fitzgerald, qualche anno fa. Ma Jay Gatsby, che secondo il suo autore aveva «uno straordinario talento per la speranza», rispondeva sicuro: «Certo che si può». Jennifer Lopez appartiene alla stessa stirpe di favolosi milionari ottimisti: se la vita è uno spettacolo, la replica è una misura del successo. E quindi quest’estate abbiamo assistito, in diretta dai più esclusivi angoli di mondo e dalle pagine dei tabloid più affezionati, non soltanto al glorioso ritorno di fiamma tra J. Lo e Ben Affleck, ma soprattutto alla messa in scena di una monumentale opera pettegola intitolata Bennifer 2, la rinascita. Ma chi erano mai questi Bennifer?
Galeotto fu un film (flop)
Alla fine del 2001, Ben Affleck e Jennifer Lopez girano insieme un film che nessuno si è mai preso la briga di guardare: Gigli, un flop clamoroso. All’epoca lei è un’orgogliosa ragazza del Bronx, piena di amori – un marito ballerino in carica; un ex-fidanzato rapper con il quale si faceva arrestare; un ex-marito cameriere al quale ha più volte impedito legalmente di condividere l’album dei ricordi – ma soprattutto piena di talenti. Ha già girato film con Oliver Stone e George Clooney; ha già mandato due singoli (più un remix) in cima alle classifiche; ha già lanciato una linea di moda e aperto un ristorante, e si appresta a diventare l’artista latina più influente di sempre.
Nel 2002 nascono i Bennifer
Ben Affleck, invece, è un intenso ragazzo prodigio uscito dai circoli progressisti di Boston, Oscar per la sceneggiatura di Good Will Hunting (insieme all’inseparabile Matt Damon) oltre che “uomo più sexy del mondo” secondo il settimanale People, già devoto fidanzato della principessa ereditaria di Hollywood, Gwyneth Paltrow. Se la dovessimo raccontare oggi sarebbe una storia d’amore e d’inclusione – con le rispettive mamme che reciprocamente si sdilinquiscono – ma nel 2002 la storia tra Ben Affleck e Jennifer Lopez è molto di più. È la nascita ufficiale del moderno istituto della coppia celebre. E il nomignolo Bennifer, derivato dall’unione di “Ben” e “Jennifer”, inaugura un’usanza che si riserva ai pochissimi il cui la celebrità di coppia è maggiore della somma degli addendi.
Il loro amore è una soap opera
Con spietata professionalità, Jennifer Lopez prende questo potenziale e lo trasforma in spettacolo. O più di preciso: in un video, quello di Jenny From The Block. Perché tra i suoi molteplici talenti c’è anche quello di aver capito prestissimo che essere famosa è un lavoro 24 ore su 24, e se vuoi che la tua storia venga raccontata al meglio, ti conviene essere la prima a raccontarla. Mentre il testo della canzone rassicura che l’apparente mega-diva in fondo è rimasta una ragazza semplice (solo tutta tempestata di diamanti), le immagini raccontano la sua storia con Ben Affleck sistematicamente nel mirino dei paparazzi: al ristorante, su un terrazzo, in macchina, su uno yacht. Persino mentre leggono uno dei tanti giornali in cui campeggia una foto di loro due che si baciano (e poi si baciano davvero).
Da quel momento in poi il loro amore è una soap opera che tiene il pubblico agganciato a ogni snodo di trama, e infine esplode come una supernova quando le nozze, annunciate da un gigantesco diamante rosa di fidanzamento, vengono annullate pochi giorni prima della cerimonia. È il settembre del 2003.
Bennifer 2, la rinascita dopo 18 anni
Da allora passano quasi 18 anni, un matrimonio ragionevolmente felice (a testa) con conseguente divorzio, un totale di 5 figli, grandi successi di pubblico e di critica, qualche altra storia più o meno seria. Poi, la scorsa primavera, Ben e Jen si ritrovano contemporaneamente single. È sempre lui a fare la prima mossa: allora aveva comprato una pagina dell’Hollywood Reporter per ringraziarla di esistere – «Vorrei essere così fortunato da lavorare in tutti i tuoi prossimi film» – mentre stavolta dicono abbia cominciato a scriverle lunghe email private piene di altrettanto sperticati complimenti. Ma tanta discrezione non dura lungo.
Jennifer Lopez devolve buona parte della sua esistenza a conservarsi fisicamente identica: è comprensibile che desideri circondarsi di gente che certifichi il formidabile mantenimento. Ben Affleck invecchiando ha consolidato un’aura di ineffabile tristezza: il ruolo del miracolato gli si addice
A maggio spuntano le prime foto: in macchina, su un terrazzo, al ristorante. Addirittura Ben indossa al polso l’orologio che tutti abbiamo visto Jennifer regalargli proprio nel video di Jenny From The Block. Per il compleanno di lei, il 24 luglio, i due si concedono una crociera nel Mediterraneo, e l’ufficialità del primo bacio su Instagram. Ma certe foto paparazzate a Capri – avvinghiati a bordo del solito superyacht – sono talmente simili alle immagini del 2002 che tra gli osservatori c’è chi comincia a sospettare: e se fosse tutto finto? Se in quest’epoca così affascinata dalla nostalgia stessero semplicemente girando un remake di quel vecchio video?
La domanda, converrete, è malposta. Per Jennifer Lopez la vita è una performance, e certo si può credere nell’amore senza per questo smettere di credere nell’autopromozione (basta guardare i Ferragnez, l’unica coppia italiana a meritare un nomignolo celebrativo).
Il remake sentimentale può funzionare?
L’interrogativo più urgente è un altro, e cioè: davvero può funzionare? Certo, gli ex ci ricordano un’epoca in cui tutto era più semplice: è il motivo per cui diamo corda su WhatsApp al compagno di scuola ritrovato, e gli concediamo libertà che in un corteggiamento adulto sarebbero inaccettabili. Senza contare che Jennifer Lopez devolve buona parte della propria esistenza a conservarsi fisicamente identica all’idea di se stessa che aveva a 30 anni, è perfettamente comprensibile che desideri circondarsi di gente con l’esperienza adeguata a certificare il formidabile mantenimento. Ben Affleck invece invecchiando ha consolidato intorno a sé un’aura di ineffabile tristezza: il ruolo del miracolato quasi per caso, un po’ smarrito e un po’ paravento, gli si addice parecchio.
Ma la ragione ultima per cui io ho deciso di tifare per loro è che hanno 100 anni in due, e sembrano incapaci di togliersi le mani di dosso. Sono due signori di mezz’età che hanno deciso di pretendere dalla vita un secondo giro, anche fosse soltanto per un’estate. Certo che si può. E non servono diamanti, addominali d’acciaio o superyacht: basta avere uno straordinario talento per la speranza.