«Filmare è vivere, e vivere è filmare». Così parlava Bernardo Bertolucci, morto oggi – il 26 novembre – a 77 anni. E fino agli ultimi giorni intento a scrivere un nuovo soggetto, nonostante la malattia e il corpo costretto da anni su una sedia a rotelle.

Il cinema è stato la sua ossessione

E forse per questo è diventato uno degli autori italiani più celebrati al mondo, dalla consacrazione nel 1970 con Il conformista, da molti considerato il suo capolavoro, ai 9 Oscar vinti con “L’ultimo imperatore” del 1987, uno dei film da rivedere oggi per capire quanto la sua opera fosse visionaria, coraggiosa, sempre “bigger than life”.

Di rischi Bertolucci se n’è presi parecchi, nel corso della sua carriera. Uno su tutti: “Ultimo tango a Parigi” del 1972, ritratto di un uomo troppo sensuale (l’indimenticabile Marlon Brando) che gli costò censura, processo e condanna al rogo della pellicola, riabilitata solo 15 anni più tardi. «Era un film che sdoganava la sessualità, allora per me era importante farlo» ha dichiarato l’autore negli ultimi anni.

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Bernardo Bertolucci sul set del film “Ultimo tango a Parigi” (1972)

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Bernardo Bertolucci sul set di ”Accattone” (film del 1961 scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini) con l’attore Franco Citti e Pier Paolo Pasolini

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Bernardo Bertolucci con Debra Winger, protagonista, con John Malkovich, de “Il tè nel deserto” (1990)

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“Novecento”, film che Bertolucci girò nel 1976, è stato integralmente restaurato nel 2011

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Bernardo Bertolucci sul set di “The dreamers – I sognatori” (2003)

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  Il rivoluzionario “The dreamers – I sognatori” (2003)

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Una foto recente del regista Bernardo Bertolucci

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Bernardo Bertolucci girò lo scandaloso “Ultimo tango a Parigi” nel 1972

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Bernardo Bertolucci con Liv Tyler ai tempi di “Io ballo da sola” (1996)

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Una foto di scena del film “Ultimo tango a Parigi” (1972) con Marlon Brando e Maria Schneider

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Una foto recente del regista Bernardo Bertolucci

Se c’era un sentimento a muoverlo, quello è stato la libertà

Di raccontare il sesso, appunto, ma anche la politica, la società, l’integrazione. E le donne. Nella sua filmografia sono state centrali, e Bertolucci ha sempre avuto l’occhio attento del talent scout. Tante giovani stelle sono nate grazie ai suoi film: dalla Liv Tyler di “Io ballo da sola” del 1996, memorabile storia di formazione ambientata nella campagna toscana, alla Eva Green di “The dreamers – I sognatori” del 2003, altro affresco da rivedere oggi per la sua capacità di mischiare rivoluzione (sessantottina) e sensualità. Bertolucci l’ha girato a 60 anni, ma il suo occhio era ancora giovane e libero.

Il nuovo progetto incompiuto gli era stato ispirato da un piccolo fatto di cronaca, a 6 anni dall’ultimo film “Io e te” tratto dal romanzo di Niccolò Ammaniti. «Al centro ci sarà l’amore, e la difficoltà di comunicarlo oggi» aveva annunciato. L’amore, e come raccontarlo. Dunque, forse, l’amore per il cinema stesso. Era quello, in fondo, il motore di tutto.