Beyoncé sta per arrivare a Milano per quello che, il 18 luglio a San Siro, si annuncia come l’evento dell’anno. Non un concerto qualsiasi. Chi già ha avuto la fortuna di vederla a Miami, dove è partito il Formation Tour, parla di un appuntamento «provocatorio, vittorioso, glorioso» (the Guardian). Insomma un’esperienza davvero formativa.
Perché la diva ci ha messo sì la musica (ovvio), ma l’ha arricchita e corredata con una serie di messaggi e riferimenti degni di un corso accademico sull’identità di genere e non solo.
Prendi i brani di Lemonade, il concept album appena uscito e su cui si regge tutto il concerto. Qui Bey confessa al mondo il tradimento del marito, il rapper Jay-Z. Si incazza, incita le donne a non farsi mettere i piedi in testa, si erge a paladina contro il razzismo, grida il suo orgoglio afroamericano e la sua dignità.
Un esempio? Sfogliate la gallery con le frasi tratte dalle sue canzoni: un sunto del Beyoncé-pensiero.
Ma, frasi a parte, com’è la donna di cui tutti parlano?
Neo-femminista
«Credo nell’indipendenza delle donne, quella sentimentale e quella economica: sono una femminista moderna»
Il “coming out” di femminista Beyoncé l’ha fatto nel 2013. Quando in un suo pezzo citava la scrittrice Chimamanda Ngozi Adichie, autrice del pamphlet Dovremmo essere tutti femministi (Einaudi). Femminista sì, ma moderna. Il che significa essere orgogliosa del suo corpo, non disdegnare il tacco 12 (a volte anche 15), il trucco e gli abiti griffati. Altro che gonnellone e reggiseni bruciati. Così per molte ragazze e donne diventa più facile identificarsi e dire: Basta!
Tosta
«Chi c**** pensi che sia? Non sei sposato a una stronza qualunque»
Beyoncé è una che non le manda a dire. Almeno nei testi delle sue canzoni che sono pieni di riferimenti alla sua storia col marito che ha fama di traditore seriale. Al suo fianco Bey appare serena e sorridente. ma dietro quel viso angelico riconosci la stoffa della vera dura. Che incassa i colpi, si alza e controbatte. Chiamala resilienza, chiamala adattamento, tant’è che grazie alla sua corazza – costruita in una famiglia dove il padre (Bey lo dice sempre cantando) non era certo uno stinco di santo – oggi è la più pagata dallo showbusiness, incoronata regina del pop.
E, canzone dopo canzone, ha scalzato le altre (Rihanna, Lady Gaga e Madonna dove siete?).
Battagliera
«Porto la mazza da baseball in borsa»
Beyoncé piace anche a Hillary Clinton che l’ha citata durante la campagna elettorale. La frase è «I got hot sauce in my bag», porto la salsa piccante in borsa. La frase è forte, anche perché ha un doppio senso: la salsa piccante in realtà è la mazza da baseball. Quella con cui nel video di Hold up distrugge le macchine parcheggiate per strada. Chissà se Hillary intendesse proprio questo. Il messaggio è chiaro: se mi fai qualcosa di brutto ecco le conseguenze. Sono una battagliera io, che credi?
Impegnata
«Il mio album è un progetto concettuale sul viaggio di auto-conoscenza e guarigione che ogni donna intraprende»
Così Beyoncé ha raccontato il suo Lemonade. Che è uscito a 3 anni di distanza dalla pubblicazione dell’album Beyoncé. 12 canzoni accompagnate da video di altissimo livello. In pratica un film da un’ora lanciato sulla rete televisiva Hbo, poi su iTunes e in Dvd, dove Bey ripercorre tutta la sua storia. Ci sono diverse collaborazioni di musicisti e artisti famosi (c’è anche Kendrick Lamar con cui canta Freedom e con cui si è appena esibita ai Bet Awards di Los Angeles dove ha vinto 4 premi), persino un cameo della tennista Serena Williams, i brani della poetessa somala Warsan Shire, una citazione di Malcom X, la denuncia della madre di Trayvon Martin, ucciso a 17 anni da un poliziotto in Florida…
Un lavoro enorme, complesso, da cui Beyoncé esce vincitrice. E si conferma la migliore.