C’è aria di nuovo nei condomini. La passione per la lettura ha invaso anche gli spazi comuni dei palazzi, trasformandoli in piccole biblioteche condominiali che hanno tanta voglia di uscire dal perimetro dell’edificio per contagiare il vicinato, i passanti e l’intero quartiere. Forse è capitato anche a voi di entrare in un portone e notare librerie Ikea sparse un po’ ovunque, che conferiscono un tocco di intimità e danno nuova linfa vitale ad aree di passaggio. Questa modalità di costruire e vivere degli spazi comuni, utilizzati in modo condiviso come estensione della propria abitazione, fra i quali la biblioteca, nasce negli Stati Uniti e si sta recentemente diffondendo anche in Italia.
La lettura da passatempo solitario diventa condiviso
Nella maggior parte dei casi si tratta di iniziative autonome che si alimentano grazie alle donazioni dei condòmini che mettono a disposizione libri e tempo libero. La presenza di informazioni sui social, il passaparola tra amici e il ruolo importante giocato dalle associazioni culturali e dalle biblioteche del territorio sono la cassa di risonanza che ne sta agevolando la diffusione su scala nazionale. «Il fiorire delle biblioteche condominiali si allinea alla tendenza di creare circoli di lettura non solo all’interno delle biblioteche ma anche nei condomini» spiega Simona Cives, Responsabile dell’Ufficio Promozione della Lettura delle Biblioteche di Roma. «Sono luoghi dove non solo si prendono libri in prestito, e si fa bookcrossing ma sono anche delle occasioni di aggregazione, una nuova funzione attribuita al libro da qualche decennio. In un momento così particolare in cui la socialità è messa a dura prova, sentirsi uniti e parte di una comunità ha un risvolto psicologico molto importante». Ai circoli e alle biblioteche condominiali si assommano blog, chat di discussione e varie forme di confronto online, fino ad arrivare ai grandi eventi e alle manifestazioni dedicate ai libri come Bookcity. Insomma, il fenomeno in questi mesi di emergenza sta crescendo. Il dato più interessante consiste nell’osservare la nuova funzione che i libri stanno svolgendo: «È evidente che il ruolo della lettura sta diventando sempre più un grande fattore di socializzazione e sta anche evolvendo da divertimento solitario a piacere condiviso» conclude Simona Cives.
Sentirsi una comunità: la storia di via Rembrandt 12 a Milano
Decisamente in controtendenza rispetto all’individualismo delle grandi città, si tratta di un fenomeno relativamente recente. Il desiderio di sentirsi parte di una comunità costituisce il movente principale che spinge gli abitanti di un condominio a creare iniziative di questo tipo, come dimostra un sondaggio del Politecnico di Milano del 2006 in base al quale l’80% su un campione di 3.500 milanesi è propenso ad adottare stili di vita più orientati alla condivisione. È il caso della biblioteca condominiale di Via Rembrandt 12 a Milano, dove nel 2013 Roberto Chiapella, 74 anni, ex tecnico in pensione, trova nel cassonetto per la raccolta differenziata della carta una gran quantità di libri destinati al macero: «Erano testi mistici ancora imballati nel cellophane. Non era la prima volta che mi capitava di vedere libri gettati nella spazzatura ma quel giorno mi è scattata una molla e ho deciso di raccoglierli per farne qualcosa» racconta. «Vivo in un condominio di circa settecento persone che si conoscono a malapena. Mi è sempre sembrato molto triste che, pur abitando nello stesso palazzo, si avessero rapporti solo con i vicini di pianerottolo, così ho chiesto di mettere una libreria in portineria e ho sparso un po’ la voce». Il passaparola ha funzionato e nel giro di poco tempo le librerie sono diventate due, poi tre e poi quattro. La notizia ha fatto il giro del palazzo e d’Italia, attirando la curiosità dei passanti e dei media. A distanza di sette anni le attività della biblioteca Rembrandt 12 sono aumentate e grazie alla seguitissima pagina Facebook, Roberto ha animato la comunità anche durante il lockdown, organizzando letture ad alta voce e incontri con gli autori che continuano a colmare il vuoto e il silenzio dei giorni trascorsi in casa.
Un punto relax nell’androne di casa: la storia di via Lavilla 44 a Roma
Facendo un salto di qualche centinaio di chilometri a sud, troviamo un’altra biblioteca condominiale nata in modo spontaneo a Roma nel quartiere del Quadraro, esattamente nel condominio di Via Livilla 44. L’artefice è una signora residente nel palazzo, Anna Albano, 60 anni, casalinga, che grazie all’aiuto del portiere, Christian Di Marzio, 36 anni, ha cominciato a raccogliere libri per bambini innescando un meccanismo virtuoso, una vera e propria gara di solidarietà a chi cede più libri, come spiega: «Siamo una piccola comunità e per dar impulso alla lettura ho cominciato con i libri per l’infanzia, perché i bambini saranno i lettori di domani ed è risaputo che leggono pochissimo. Man mano, gli altri inquilini hanno cominciato a portare anche libri polizieschi e di narrativa». Oggi l’ingresso del condominio si presenta come un’area relax con tanto di acquario con i pesci, un rifugio per la mente che è anche un’estensione del proprio appartamento dove le giovani famiglie e gli anziani che non lavorano l’intera giornata, alla sera o nei weekend, possono avere il tempo di leggere un libro, magari sorseggiando un buon bicchiere di vino.