Sul palco dell’Ariston ha cantato di uguaglianza e amore universale, denunciando bullismo, body shaming e ogni tipo di violenza e discriminazione. Ora BigMama, rapper e attivista Lgbtq+ rivelazione a Sanremo, ha portato quel messaggio anche nell’aula dell’Assemblea Generale dell’Onu a New York.
“Mi hanno fatto credere di essere sbagliata”
Marianna Mannone (il nome di BigMama all’anagrafe) è stata scelta per intervenire, nell’ambito dell’iniziativa “Gcmun talks” dal titolo “Le arti per la cittadinanza globale” (The Arts for Global Citizenship .AGCNewYork24), ideato da United Network, organizzazione associata al Dipartimento di Global Communications delle Nazioni Unite.
“Per tutta la vita mi hanno fatto credere di essere completamente sbagliata. Il mio fisico faceva in modo che la gente mi valutasse come ‘non abbastanza’ prima ancora che mi si potesse davvero conoscere. Una persona grassa – ha detto BigMama davanti alla platea internazionale di duemila liceali – nell’immaginario degli altri è una persona svogliata, pigra, non attiva, non intelligente, che non ha voglia di migliorare. Per una persona come me sognare era inutile“, ha rievocato la cantante con i ragazzi.
BigMama: “Ho sopportato anni di bullismo verbale e fisico”
Emozionata e per la prima volta nella Grande Mela, BigMama ha raccolto il testimone del podio dell’Onu dall’architetto Mario Cucinella per ripercorrere le tappe della sua storia personale: “Vengo da un paese molto piccolo con una mentalità altrettanto piccola. Ho dovuto sopportare anni di bullismo, verbale e fisico. Ogni giorno della mia infanzia e adolescenza lo ricordo pieno di parole di odio. ‘Cicciona, fai una dieta, fai schifo’. Ho cercato per anni di evitare la sofferenza stando in silenzio. La prima risposta è stata la rabbia. A 13 anni ho scritto il mio primo pezzo, “Charlotte”, un rap che parla di suicidio e autolesionismo e per tre anni l’ho tenuto tutto per me. BigMama è nata quando ho avuto la forza di metterlo su YouTube”.
La malattia e la musica come “cura”
All’Onu ha parlato ancora dell’esperienza milanese, quando si sentiva “più bella del solito ma aveva ancora paura delle persone”, poi della malattia, un linfoma di Hodgkin arrivato quando stava per firmare il suo primo vero contratto discografico e affrontato con 12 sessioni di chemioterapia: “È stato il periodo più buio della mia vita“, ha detto: “La musica mi ha salvata davvero. Sono guarita, e quel periodo mi ha insegnato finalmente che io merito il primo posto. Che se non amo me stessa, nessuno lo fa al posto mio. Che se non salvo me stessa, nessuno lo farà per me. Come in La rabbia non ti basta: credere nei propri sogni salva”.
L’8 marzo il nuovo album di BigMama
24 anni il 10 marzo, un nuovo album “Sangue” in uscita per la festa della donna, Marianna ha capito che BigMama per lei era “uno scudo e un’arma”. “Sangue” – ha detto all’ANSA – sarà un album “dalle parole meno taglienti” per raggiungere più persone possibili: “Racchiuderà ogni pezzettino della mia vita”, ha detto Marianna