Billie Eilish, la cantante dei record

Quella di Billie Eilish è soprattutto una storia di record. Perché la carriera della popstar americana è segnata da tante prime volte importanti, a cominciare dal successo ottenuto con l’album When We All Go to Sleep, Where do We Go?, che ai Grammy Awards del 2020, gli Oscar della musica, l’hanno resa la più giovane artista nella storia, nonché la prima donna in assoluto, ad aggiudicarsi la vittoria nelle categorie principali.

Billie Eilish
Il record di premi vinti da Billie Eilish
La cantante con i 5 Grammy Awards conquistati nel 2020.

Ora che ha 19 anni, Billie Eilish è pronta a tornare con il suo atteso secondo album: si intitolerà Happier than Ever, uscirà il 30 luglio ed è stato anticipato dalla ballata Your Power, oltre 55 milioni di visualizzazioni in pochi giorni, che racconta di una storia finita male tra una persona molto giovane e una più adulta. A marcare la sua entrata in una nuova fase della sua carriera c’è una copertina, quella del numero di giugno di British Vogue, che la ritrae in abiti decisamente diversi da quelli cui ci aveva abituato finora. Niente più completi in stile hip hop anni ’90, felpe, pantaloni e sneaker che la infagottavano e nascondevano le forme del suo corpo, ma bustier, abiti fascianti, e tacchi alti, realizzati in esclusiva per lei da designer come Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci, e Casey Cadwallader di Mugler.

Billie Eilish
L’album Happier than ever di Billie Eilish, in arrivo il 30 luglio.

La svolta pin-up di Billie Eilish

La svolta pin-up di Billie Eilish ha colto i suoi giovani fan di sorpresa e li ha mandati, ovviamente, in visibilio. Il suo post su Instagram con la copertina di Vogue ha superato il milione di like in soli 6 minuti, ma già il selfie con cui, qualche settimana prima, aveva sfoggiato per la prima volta i capelli biondi ossigenati, aveva battuto un record: è il post che ha raggiunto più velocemente il milione di like nella storia della piattaforma.

Insomma, Billie Eilish, al secolo Billie Eilish Pirate Baird O’Connell, piace moltissimo. Guardando il servizio di Vogue, quasi si fa fatica a riconoscere la ragazza che a gennaio 2020 abbracciava tutti i Grammy vinti in una foto diventata virale: allora indossava un completo streetwear di Gucci, rigorosamente oversize, aveva i capelli con le radici verde acido e un sorrisone stampato in faccia. La Billie Eilish del 2021 segue le orme di Madonna e Lady Gaga, che prima di lei avevano affidato a immagini glamour il compito di raccontare la nuova versione di sé.

Nell’ottobre del 2020 ha tenuto il suo primo concerto virtuale, Where Do We Go? The Livestream, che i critici hanno lodato all’unanimità, e nel febbraio di quest’anno è uscito su Apple Tv Billie Eilish: The World’s A Little Blurry, il documentario sulla sua vita (candidato ai prossimi Mtv Awards) che la mostra mente compone in cameretta con il fratello Finneas, che insieme a lei scrive la sua musica, e dà un’idea di come sia cresciuta: figlia di Maggie Baird e Patrick O’Connell, sceneggiatrice lei e attore part time lui, che l’hanno fatta studiare a casa e le hanno permesso di «esplorare la sua creatività».

Come è nato il fenomeno Billie Eilish

La sua carriera era iniziata in realtà qualche anno prima: nel 2016 aveva pubblicato il singolo Ocean Eyes, diventato virale su Spotify, seguito dall’Ep di debutto Don’t Smile at Me, uscito nell’agosto 2017.

All’epoca Billie Eilish aveva già i capelli decolorati ma era ancora piuttosto acerba: sarà infatti la svolta dark di When We All Go to Sleep, Where do We Go? a decretarne l’ascesa. Le sue canzoni raccontano di sentimenti universali come la depressione, la pressione sociale e le delusioni amorose, ma sono accompagnate da video che mescolano i più classici motivi pop a elementi horror (Billie che beve strane sostanze nere dense come il sangue, ragni sul collo e lenti a contatto che fanno il verso al cattivissimo per eccellenza, Marylyn Manson).

Quei brani l’hanno eletta ben presto a icona della sua generazione, i ragazzi Z, che si riconoscono in un approccio fluido alla loro identità, non hanno paura di abbracciare i loro difetti e, soprattutto, vivono perennemente connessi. Non più la popstar Lolita sexy, ma quella che si esprime sulle questioni sociali, come quando ha appoggiato il movimento Black Lives Matter o ha annunciato che il suo tour sarebbe stato completamente green: gesto che rimarcava il suo impegno nella lotta alla crisi climatica, un tema che per la Gen Z di Greta Thunberg è particolarmente importante.


Billie Eilish soffre della sindrome di Tourette: nelle sue canzoni parla di ansia sociale, di depressione e delusioni amorose. E del suo corpo nel 2019 diceva: «Non voglio che tutti sappiano tutto di me»


C’era poi il modo in cui parlava di ansia sociale, lei che soffre della sindrome di Tourette, e, soprattutto il modo in cui si vestiva: «Se non sapete cosa c’è sotto ai vestiti non potete giudicarmi» aveva detto a Vogue Australia nel giugno del 2019. Mentre in una pubblicità di Calvin Klein dello stesso anno la si sente dire: «Non voglio mai che tutti sappiano tutto di me. È per questo che indosso sempre abiti larghi».

Alcune sue foto paparazzate che la ritraevano in canottiera le aveva attirato ondate di commenti tra l’astioso e il viscido, ma con il servizio su British Vogue Billie Eilish, la più contemporanea delle popstar, ha dimostrato di conoscere bene i meccanismi che regolano la celebrità: «Ora mi sento più donna» dice nell’intervista a Vogue, parlando delle difficoltà di avere il controllo sul proprio corpo. Una lezione che si infila nella migliore tradizione della storia del pop: come Madonna e Lady Gaga, appunto, ma con uno smartphone in mano.