Brooke Shields – 57 anni – rivela nel documentario sulla sua vita “Pretty Baby”, alcuni retroscena dolorosi della sua carriera di star precocemente sessualizzata. Lo sfogo è in particolare nei confronti della madre, Teri Shields, colpevole di averla fatta posare nuda all’età di 10 anni e recitare nei panni di una bambina costretta a prostituirsi a 11. Il film, accolto al Sundance film festival con una standing ovation, racconta anche la successiva ossessione dei media per la sua verginità, l’alcolismo di sua madre e il suo primo matrimonio con la star del tennis Andre Agassi.

La Shields: “Era pornografia infantile”

L’attrice aveva solo 11 anni quando fu costretta a baciare Keith Carradine, allora 27enne, nel film del 1978 “Pretty Baby” in cui interpretava una giovanissima prostituta. La madre sarebbe rimasta a guardare, mentre Carradine cercava di rassicurarla che era tutta una “finzione”. Un odioso sfruttamento infantile ricordato dalla Shields nel documentario “Brooke Shields: Pretty Baby”, che sarà presentato in anteprima il 3 aprile su Hulu. “Non lascerei mai che le mie ragazze girassero un film come ‘Pretty Baby'”, ha dichiarato l’attrice che parla esplicitamente di “pornografia infantile“.

Brooke Shields

La madre ha lasciato fare

Diretto da Lana Wilson, il documentario prende il nome dal film “Pretty Baby” di Louis Malle del 1978, un dramma su una giovane prostituta, interpretata da Shields, a New Orleans nel 1917. Il film, scritto da Polly Platt, fu al centro di polemiche proprio a causa delle scene di nudo che coinvolgevano la piccola Brooke. Ad un certo punto delle riprese del film, secondo quanto riferito dal “Daily Mail”, la Shields fu sgridata dal regista senza che la madre intervenisse a difesa della bambina.

“Lei pensava che andasse tutto bene”

La madre di Brooke Shields, una vita segnata dalla dipendenza dall’alcol, è morta nel 2012. L’attrice ha detto di non riuscire a provare rabbia nei confronti della donna a causa della sua situazione problematica.

Brooke Shields

La vergogna agli occhi delle figlie

Brooke Shields ha due figlie: Rowan, di 19 anni, e Grier, di 16 anni. “È stato difficile per me non giustificare mia madre con loro, – ha detto l’attrice al Sunday Times Magazine – ma quando me l’hanno chiesto, ho pensato: ‘Oh Dio, devo ammetterlo. Non so perché pensava che andasse tutto bene.'”. La Shields ha spiegato alle sue due figlie che non avrebbe mai permesso loro di guardare la pellicola.

Una bimba precocemente sessualizzata

Brooke fu lanciata nel mondo dello showbiz praticamente da quando era in fasce. A soli 11 mesi apparve con la madre su numerose riviste per una pubblicità di prodotti per l’igiene personale. A 10 anni, la madre permise che la figlia posasse nuda per una pubblicazione di Playboy. Diventò rapidamente la più giovane modella della famosa agenzia Ford di New York. A 14 anni era considerata già una star tra le giovani modelle apparendo sulla copertina di oltre trecento riviste tra cui Vogue e Cosmopolitan.

Il successo di “Laguna Blu”

Fin da giovanissima, la Shields stata iper sessualizzata da cinema, media e pubblicità. A 15 anni ha girato “Laguna Blu” (1980): una maliziosa storia d’amore adolescenziale in cui il suo personaggio si spogliava spesso e faceva sesso con il suo compagno naufrago, interpretato da Christopher Atkins, allora 18enne. Una controfigura sostituì le sue scene di sesso ma – racconta la Shields – a quel tempo fu incoraggiata a intraprendere una vera storia d’amore con Atkins fuori dallo schermo. Poi arrivò “Amore senza fine” (1981), un dramma romantico di Franco Zeffirelli su due innamorati del liceo a cui è proibito vedersi in cui non mancavano sesso e nudità. E poi, a 15 anni, ci furono quelle pubblicità dei jeans attillati di Calvin Klein con uno slogan che recitava: “Vuoi sapere cosa si frappone tra me e il mio Calvin’s? Niente.”

La violenza sessuale

Nel documentario, l’attrice ricorda di essere stata violentata quando era una giovane attrice a Hollywood. L’ex top model non ha rivelato l’identità del suo stupratore, ma ha detto di aver visto l’uomo, che già conosceva, subito dopo essersi laureata, credendo che fosse un incontro di lavoro su un nuovo film. L’uomo la portò nel suo hotel dicendole che le avrebbe chiamato un taxi dalla sua stanza e invece si è spogliato e poi l’ha aggredita. “Avevo paura di essere soffocata”, ha ricordato Shields nel documentario. “Non ho neanche lottato, mi sono solo detta: ‘Resta viva e poi scappa’”.