Dite addio a Sex & the City e ai conciliaboli nei bar alla moda. Le amiche del nuovo millennio si incontrano al tavolo verde del burraco, per divertirsi e confidarsi tra una “pinella” e un “mazzetto”. Un fenomeno che negli ultimi anni ha preso sempre più piede tra le donne mature, ma che anche le giovani considerano glam.
Ce lo racconta la deliziosa commedia Burraco fatale, adesso al cinema: è la storia di 4 amiche della provincia bene di Roma – interpretate da Claudia Gerini, Caterina Guzzanti, Angela Finocchiaro e Paola Minaccioni – per le quali le carte funzionano da collante della loro relazione ma sono anche, anzi soprattutto, una metafora di vita. Perché al tavolo del burraco spezzano la monotonia delle loro giornate e, applicando le stesse strategie del gioco, con un pizzico di fortuna riescono perfino a trovare l’amore.
Il burraco insegna a pensare in modo strategico
«Credo che il grande successo del burraco tra le donne sia dovuto proprio alla sua capacità di rispecchiamento» spiega la regista del film Giuliana Gamba, giocatrice da sempre. «Servono intuito, fantasia, capacità di comprendere cosa ha in mano l’avversaria. Sono le stesse qualità che mettiamo in campo quando si tratta di sentimenti, alle quali si aggiunge la “metafisica della fortuna”, che governa la casualità tanto delle carte quanto degli incontri».
L’attrice Paola Minaccioni, diventata fan mentre girava il film, aggiunge: «Calcolare le mosse, tenere il conto e puntare sulla carta giusta sono le 3 regole base del burraco. Ma si rivelano utili anche per amare con consapevolezza» E avverte: «Al tavolo da gioco si cancellano le convenzioni sociali e viene fuori la vera natura delle persone. Quando ci interessa un uomo, per capire chi è davvero, è meglio invitarlo a fare una partita piuttosto che uscirci a cena».
Le celebrities fan del burraco
Un tempo legato agli eventi glamour in cui sfoggiare l’abito da sera e i gioielli, oggi praticato anche nei circoli di paese, il burraco vanta tante appassionate anche tra le celeb. Sandra Mondaini organizzava partite a sostegno dell’Airc, l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro, e il torneo benefico di Anna Fendi a villa Laetitia è uno degli appuntamenti più ambìti a Roma. Tra le burrachiste assidue c’è Mara Maionchi, che gioca con le sue amiche affettuosamente soprannominate “le galline” e ha confessato di preferire una partita a una notte di sesso.
Alessia Marcuzzi ha addirittura battezzato il suo celebre blog LaPinella, dal nome della carta che vale 20 punti (il 2), e quando può le piace far coppia con Laura Pausini. Ilary Blasi gioca con il marito Francesco Totti e perde regolarmente: le loro sfide vacanziere alla coppia formata da Ciro Immobile e dalla moglie Jessica Melena sono leggenda tra gli appassionati di calcio. E fra le amanti del burraco ci sono anche Katia Ricciarelli e Fiorella Mannoia, Raffaella Carrà, le tenniste Francesca Schiavone e Flavia Pennetta.
Il burraco è un’occasione per socializzare
«Giocare è semplice, e lascia molto spazio alla socialità» spiega Stanislao Sgambato, presidente della Fibur – Federazione Italiana Burraco, confermando che le donne sono le “padrone” dei tavoli da gioco, e anche parecchio competitive. «Su 16.000 tesserati il 68% è femmina, l’età media è 63 anni, ma abbiamo anche tante ragazze tra i 25 e i 40. Molte si avvicinano al burraco dopo un lutto o un divorzio trascinate dalle amiche, ai tavoli si consumano grandi amori e grandi tragedie, si rovinano famiglie e se ne costruiscono altre». Oggi, causa pandemia, si organizzano partite soprattutto nelle case, «ma le nostre associate ci tampinano di telefonate: “Quando potremo tornare a incontraci ai tornei?”».
Giocare a burraco tra donne «rappresenta un modo per ingentilire il nostro primordiale bisogno di competizione, e renderlo “moderno” inserendolo in una struttura socialmente accettabile» riflette la psichiatra e psicoterapeuta Daniela Costantino. E osserva: «La parola “competere” contiene in sé la radice “con”, che rimanda allo stare insieme agli altri. Se competo esisto, sono vivo, e costruisco la mia identità in relazione a chi ho di fronte. Senza l’altro potrei smarrirmi, non sapere più qual è la mia direzione. Competere invece mi modella, un po’ come accade al celebre vaso di Edgar Rubin, la cui forma è definita da due profili umani».
Le regole del burraco
Come tutti i giochi di carte, il burraco conosce diverse varianti. Stanislao Sgambato, presidente di Fibur, la principale federazione italiana che è nata nel 1997 e oggi conta 160 associazioni affiliate, riassume qui le regole. «La variante più diffusa prevede 4 giocatori che si affrontano a coppie utilizzando 2 mazzi di carte francesi. A ciascun giocatore vengono date 11 carte. Il gioco consiste principalmente nel mettere sul tavolo sequenze di carte dello stesso seme (scale) o combinazioni dello stesso valore (per esempio un tris), fino a formare un “burraco”, cioè un insieme di sequenze o combinazioni di almeno 7 carte. Vince chi totalizza il punteggio maggiore, considerando che alcune carte speciali, come i Jolly e i 2, cioè le famose “pinelle” che funzionano anch’esse come Jolly, valgono rispettivamente 30 e 20 punti».