Alice Rohrwacher mette le mani sulla Palma d’oro al Festival del cinema di Cannes. O almeno così sembra considerate le reazioni a Lazzaro felice, il primo titolo italiano presentato in concorso alla 71esima edizione, nelle sale dal 31 maggio. Il magazine di cinema Indiewire ha scritto che il suo film è al momento il principale candidato al premio più importante. Ecco la nostra recensione dalla Croisette.

Perché piace a tutti

La storia ruota attorno a un gruppo di contadini che lavorano per una severissima marchesa (Nicoletta Braschi). Tra loro c’è il giovane Lazzaro (l’esordiente 19enne Adriano Tardiolo), un ragazzo di buon cuore sempre disponibile per chiunque. Finché un giorno non ha un incidente, che farà prendere al film una imprevista svolta “fantasy”. Non si può svelare di più, o si guasterebbe il colpo di scena che avviene all’esatta metà del racconto. Nel cast del film ci sono anche Alba Rohrwacher, sorella della regista qui nei panni di una delle contadine in versione “adulta”, e il comico Natalino Balasso, nel ruolo del tuttofare della marchesa. Tutto contribuisce a fare di Lazzaro felice una fiaba fuori dal tempo. Alice Rohrwacher guarda a maestri del passato come Ermanno Olmi e i fratelli Taviani, ma cerca uno stile personale, a metà tra la favola e il realismo. Il risultato è ambizioso e anche per questo rischioso: l’allegoria degli “ultimi del mondo” è messa in scena con una ricchezza di personaggi e situazioni che a volte tende a sovraccaricare il racconto. Ma indubbiamente Rohrwacher è un’autrice coraggiosa, con uno sguardo preciso: una figura da proteggere, nel nostro cinema.


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Perché potrebbe vincere la Palma d’oro

Alice, 36 anni, è ormai un’affezionata della Croisette. Il suo esordio Corpo celeste (2011) è stato presentato con successo nella sezione Quinzaine des réalizateurs. Tre anni dopo Le meraviglie, sempre con la sorella Alba e con Monica Bellucci, le è valso il prestigioso Grand Prix della giuria. Secondo le pagelle dei critici, Lazzaro felice potrebbe strappare il trofeo più importante. Il magazine di cinema Indiewire ha scritto che al momento il film è il principale candidato alla Palma. La rivista Variety invece ha commentato: «È una specie di Forrest Gump all’italiana, pieno di poesia». Il segreto di Alice, forse, è stato raccontare una storia dove la tenerezza è al centro. «Lazzaro è un’anima buona, che va contro ogni razionalità» dichiara l’autrice. Ora bisogna solo aspettare di capire se questa fiaba italiana piacerà, oltre alla stampa di tutto il mondo, anche alla presidente di giuria Cate Blanchett. Certo è che, nel Festival più “femminista” degli ultimi anni, un premio a una donna non sarebbe affatto una sorpresa.