Carolina Morace, figura simbolo del calcio femminile italiano, ha recentemente condiviso la sua storia di coming out, un passo compiuto all’età di 56 anni, grazie al supporto della moglie australiana Nicola Jane Williams. Con alle spalle una carriera straordinaria come calciatrice e allenatrice, oggi europarlamentare per il Movimento 5 Stelle, Morace ha scelto di raccontare al Corriere della Sera il suo percorso personale e professionale, toccando temi cruciali come i diritti civili e l’evoluzione dello sport femminile in Italia.
Un’infanzia tra Venezia e il pallone
La passione per il calcio di Carolina Morace nasce su un campo di periferia a Venezia. Figlia di un ufficiale di Marina, racconta che le sue prime partite erano giocate con il fratello dopo pranzo, fino a quando la madre non li richiamava per studiare. A soli 11 anni, grazie a un cartellino falso, debutta nel campionato femminile, affrontando un’epoca in cui il calcio per le donne era un tabù. «Erano anni difficili – ha ricordato al Corriere della Sera -. C’era chi sosteneva che noi donne non potessimo giocare a calcio. Ma quelle di noi che hanno aperto la strada avevano una determinazione feroce, ben diversa dall’atteggiamento distratto che vedo oggi».
La trasformazione del calcio femminile secondo la Morace
Morace ha sottolineato come il mondo del calcio femminile sia cambiato radicalmente rispetto al passato e come l’attuale sistema del professionismo in Italia sia ancora poco strutturato. «Il professionismo, per definirsi tale, deve sapersi autofinanziare, ma in Italia questo non avviene in nessuno sport. Mi sarei aspettata un progetto concreto, ma per ora si va avanti a piccoli passi, senza una visione complessiva». Secondo Morace, il calcio femminile italiano dovrebbe trovare una strada autonoma per allinearsi agli standard europei.
Il coming out e la sfida dei diritti civili
Nel 2020, Carolina Morace ha pubblicato la sua autobiografia Fuori dagli schemi, annunciando pubblicamente la propria omosessualità. Un passo importante, che sottolinea quanto sia ancora difficile affrontare certi temi in Italia. «In molti Paesi anglosassoni, come l’Australia, c’è una maggiore apertura mentale – ha spiegato-. In Italia, invece, c’è ancora tanta sofferenza per chi si sente diverso. È triste essere accostati a Nazioni come Ungheria e Bulgaria sui diritti civili». La Morace non ha risparmiato critiche all’attuale governo, accusato di essere poco rappresentativo del popolo e di penalizzare le minoranze.
Il momento giusto per fare coming out
Parlando del suo coming out, l’ex calciatrice ha riflettuto sull’importanza di accettarsi prima di tutto come persone. «Non c’è un momento giusto per fare coming out, ognuno ha il proprio percorso. Io ci sono arrivata grazie a Nicola, che mi ha fatto capire che, se non mi consideravo alla pari degli altri, il problema ero io». Per la Morace, dunque, avere il coraggio di raccontarsi è fondamentale per poter essere davvero accettati.
La straordinaria carriera della Morace
Con oltre 500 reti segnate in carriera, 12 scudetti e altrettante classifiche di marcatori vinte, Carolina Morace è una delle figure più iconiche dello sport italiano. Ma per lei, gli obiettivi raggiunti non sono tutto: «Empatia e dignità sono molto più importanti dei trofei. Lo sport mi ha insegnato valori che porto nella mia vita quotidiana. Vincere non è sempre possibile, ma quando si perde, ci si rimbocca le maniche e si riparte con più determinazione».