Cesare Cremonini per la prima volta sul palco dell’Ariston fa ballare tutti. Con più di 20 anni di carriera alle spalle, la tappa di Sanremo segna il ritorno dopo due anni di silenzio.
È arrivato a 41 anni con la grande consapevolezza di essere un artista libero che ha già realizzato tutti i suoi sogni, andando oltre ogni aspettativa del bambino che a 11 anni sperava di diventare un cantante. Oggi canta negli stadi, aspettando il ritorno live per la prossima estate, ha sei dischi all’attivo, canzoni che sono ormai parte del bagaglio cantautoriale italiano e un nuovo disco in uscita il 25 febbraio (per Virgin Records/Universal Music). Lo promuove, cantando La ragazza del futuro che con Colibrì sarà contenuto nel prossimo disco, ma mostrando anche chi era, lasciando che il palco di Sanremo diventi una festa nostalgica mentre tutti cantano 50special, la canzone che gli ha cambiato la vita.
Tornano in scena gli anni di …Squérez?, il disco da un milione e mezzo di copie che consacrò i Lunapop, la sua band, la voce di un’intera generazione. Torna la gioia di un uomo che a 17 anni ha trovato il successo. Porta in scena Bologna, la sua città, nel momento in cui lo show si accende, per raccontare la storia che lo ha portato fin qui, attraverso cinque canzoni per lui molto importanti e che sono state difficilissime da selezionare, tra i tanti singoli a cui è legato. Nessuno vuole essere Robin, Marmellata25, Logico, La Stella di Broadway e Poetica, per raccontarsi. Dall’introspezione, ai punti di svolta, dai cambiamenti di un cantautore che ha avuto paura di perdersi, passando per inni generazionali e una narrazione sensibile. «Tutte le mie canzoni sono immagini di sentimenti vissuti. Riflessioni soprattutto. È stato veramente bello ricevere da Amadeus e tutta la squadra di lavoro una disponibilità e accoglienza così straordinaria». È emozionato, è felice di aver accettato l’invito. «Vivo Sanremo come un momento molto importante della mia carriera. Non è solo un passaggio televisivo».
Carriera più che ventennale, costellata di grandi successi, caratterizzati da un unico filo conduttore: la libertà. Libertà espressiva, che non lo ha mai portato a cedere alle regole di mercato, a non preoccuparsi di cosa funziona e cosa no. A Sanremo quindi va in scena la cura, di un grande show, attraverso la stessa produzione che seguirà i suoi live negli stadi previsti per la prossima estate e già rimandati da due anni. Cremonini veste l’emozione di aver ritrovato i suoi musicisti, il suo team di lavoro e anche la pazienza di un artista che non suona da due anni e che da due anni rimanda il suo tour con il desiderio che l’attenzione si accenda su questo lunghissimo stop. «La ripartenza dei concerti deve diventare una riflessione concreta e urgente. Cinema, teatri, concerti, sono settori importanti del nostro paese. Ripartire è una necessità». Il messaggio arriva forte e chiaro, attraverso le immagini in un televisore di un grandissimo show in un teatro piccolissimo che diventa gigantesco arrivando a milioni di telespettatori. «Sono grato. Mi è sembrato di tornare a fare un concerto». È voglia di suonare, voglia di live. Per lui. Per tutti.