«Ci sono cose che ti restano impresse nell’anima come un tatuaggio», racconta in occasione della promozione del suo ultimo film «Bombshell» l’attrice premio Oscar Charlize Theron. Sta parlando della vicenda più traumatica del suo passato. Di quando sua madre Gerda ha ucciso suo padre Charles con un colpo di arma da fuoco quando lei aveva solo 16 anni. «Non sai mai come reagisce una persona con una dipendenza», spiega ancora la bella sudafricana, «eravamo nella mia camera da letto quando lui è arrivato con una pistola. Abbiamo cercato di bloccare la porta per non farlo entrare, mettendoci davanti, ma lui si è allontanato e ha sparato tre colpi alla porta. È stata una fortuna che non ci abbia ferite. A quel punto mia madre ha impugnato un’altra pistola che avevamo in casa e lo ha ucciso, ponendo fine alla minaccia».

Puoi essere una delle donne più belle e desiderate al mondo con il tuo volto che campeggia sui manifesti delle città più importanti; puoi essere così ricca che i tuoi figli e nipoti non si debbano mai preoccupare del denaro, puoi chiamarti Charlize Theron e di mestiere fare la star del cinema, ma quando tuo padre che ti picchia viene ucciso da tua madre per difenderti, questo ti resta addosso indelebilmente.

«Non mi vergogno più a parlarne. Penso che più parliamo di queste cose, più capiamo di non essere soli», sottolinea la Theron aggiungendo dettagli sul padre, «Era un uomo malato, io l’ho sempre visto in quelle condizioni».

È anche per questo motivo che la madre (tedesca e proprietaria di un’impresa di costruzioni stradali) l’ha spinta ad andarsene dalla fattoria di Benoni in Sud Africa dove è cresciuta alzandosi all’alba per mungere le mucche con il padre Charles, agricoltore di origini francesi. È bastato poco perché lo star system si accorgesse di quella splendida ragazza, alta, bionda e con un fisico da urlo: Charlize vince uno dei più famosi concorsi per modelle e vola sulle passerelle milanesi. In un attimo arriva la pubblicità che la rende famosa, quella, ormai storica, della Martini. Quella del vestito di maglia che si sfila scoprendo il suo mitico lato B. È il successo. Hollywood chiama e la stella sudafricana risponde e vola in America. Il resto è storia. E l’Oscar vinto con Monster è la sua consacrazione.

«Ci sono però ferite che si possono rimarginare ma da cui non si guarisce completamente», confessa l’attrice che ora non nasconde più la realtà in cui è cresciuta e che per anni ha tenuto nascosto. «Mi sono sentita colpevole: io continuavo a vivere ed avere successo. Pensavo che dovevo pagare anch’io perchè era una cosa così grossa. Ma ora capisco che sono passati anni e che bisogna voltare pagina».

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Il dolore che ha attraversato Charlize Theron, lo shock e la rabbia le hanno permesso oggi di essere un genitore migliore. Un genitore single che riesce ad affrontare serenamente la scelta del figlio Jackson di non essere più un maschio: «Pensavo fosse un ragazzo fino a quando non mi ha guardato e mi ha detto: ‘Io non sono un maschio’. Aveva tre anni. Così eccoci: ho due bellissime figlie che, proprio come ogni genitore, voglio proteggere e voglio vedere crescere serene».
La 44enne ha imparato (e pretende che anche i giornalisti lo facciano) che è importante usare i pronomi giusti quando si riferisce a lei (e non a lui): «A volte è capitato anche a me di usare i pronomi sbagliati parlando di lei nelle interviste. È una cosa che davvero la ferisce e io non voglio essere quel tipo di mamma».
Oggi Jackson ha 7 anni e mezzo e insieme ad August, di tre, è libera di indossare gonne, vestitini, tutù e tenere i capelli lunghi, proprio come la sorella minore. Perché si sente una ragazza, gliel’ha detto più volte, e lei la rispetta. Forse proprio grazie a quel padre che invece non ha rispettato lei.