Con un post su Instagram Chiara Ferragni, 33 anni, annuncia l’arrivo di un secondo figlio. Tutta la vita dei Ferragnez è sul social e non poteva che essere lì l’anteprima assoluta, con Leone già promosso “fratello grande” a mostrare l’ecografia. Un post da milioni di like che che supera la notizia di qualche giorno fa in cui Ferragni, nel ruolo di CEO della sua azienda, annunciava il progetto di quotarsi in borsa e mostrava il suo lato di donna d’affari.
Il vero lavoro di Chiara Ferragni, imprenditrice digitale
«Gli uomini? Non ci prendono sul serio». La frase l’ha pronunciata l’imprenditrice digitale Chiara Ferragni nel dare una notizia che va oltre i like: la sua società sarà quotata in Borsa. «È il lavoro iniziato 2 anni fa, quando sono diventata CEO di Serendipity dopo aver assunto la stessa carica in Tbs Crew». Ricapitolando, per quelli rimasti alle nozze con Fedez: Serendipity è la società che produce il marchio Chiara Ferragni Collection, di cui Chiara è pure designer; Tbs Crew gestisce The Blonde Salad, l’ex magazine fai-da-te nato nel 2009 su cui la nostra ha mosso i primi passi e oggi principalmente piattaforma di e-commerce; e poi c’è Sisterhood, la divisione che segue campagne e progetti ad hoc. L’ultima è la più in salute: nel 2019 ha raddoppiato gli utili (da 5,3 a 11,3 milioni di euro) e ora è la fetta più rilevante nella torta da 18 milioni di fatturato complessivo.
Ferragni non nega le difficoltà: «I numeri erano in discesa, era importante cambiare obiettivo strategico. Penso a un brand non legato solo al mio personaggio e indirizzato ai miei fan, ma a un marchio di lifestyle senza target di età». Da qui la decisione di farsi quotare. Che è tutt’altro che un azzardo. «Entrare in Borsa serve a mettere a segno 2 obiettivi» osserva Stefano Caselli, prorettore dell’università Bocconi di Milano. «Il primo: avere più denaro per gli investimenti a medio-lungo termine. Raccogliere valuta “fresca” con le sottoscrizioni degli azionisti, e non più attraverso prestiti bancari da restituire entro pochi anni, consente di avere un raggio d’azione più ampio, dunque di crescere. Il secondo obiettivo è la visibilità. Ferragni ne ha già, ma l’ingresso in Borsa è un moltiplicatore fortissimo: rende un’azienda più riconoscibile sul mercato globale, porta ad avere più clienti, più fornitori, più ricavi».
Una manager che sa fare impresa. Da fashionista “presso sé stessa” a caso che sfata i pregiudizi: non serve essere un impero economico per giocare a Piazza Affari. «I costi per farsi quotare in Borsa, sia legali sia burocratici, sono sempre più bassi» continua l’economista. «E se un tempo la comunicazione era un’altra spesa, oggi qualunque società ha un sito. E in questo lei è maestra». Chiara pare sempre più capace di capire e sfruttare la contemporaneità, basta vedere il lockdown. La moda era ferma? Lei s’è messa a passare il detersivo dei vetri nei video di TikTok, risultando credibile così come in total-look Dior. «Con Chiara Ferragni si può davvero parlare di business digitale» nota Caselli. «Tra i cosiddetti influencer premiati per non fare nulla, e che dunque non muovono nulla, Ferragni dimostra che anche in quel settore si può fare impresa con un cambio di passo».