Sono giorni molto intensi per l’influencer e imprenditrice Chiara Ferragni che ha svelato una serie di nuovi progetti: non solo la campagna pubblicitaria per Louis Vuitton ma anche il lancio della sua linea di make-up e i primissimi dettagli sul nuovo reality che vede protagonisti tutti i Ferragnez al completo (Chiara, il marito Fedez, i genitori, le sorelle e i membri delle rispettive famiglie). Meritato quindi il premio di donna dell’anno, GQ Woman of the Year Award, ricevuto a Berlino in un’atmosfera quasi surreale.
Se infatti è vero che tutto ciò che tocca la “Blonde salad” si trasforma in oro, questa volta è accaduto sul serio. La star (ormai è il caso di dirlo) si è accertata che tutti gli sguardi fossero per lei e il pantalone nero a sdrammatizzare il look non è bastato a smorzare l’audacia del top-armatura in ottone dorato che ricreava il suo busto femminile nudo, con il seno completamente esposto e i capezzoli turgidi con tanto di piercing. La “scultura” firmata Schiaparelli – la maison di moda fondata da Elsa Schiaparelli – ricalcava perfettamente la forma del seno di Chiara Ferragni che, da abile comunicatrice qual è, con la lingua fuori, si è anche strizzata i capezzoli provocando la platea e facendo il pieno di like anche su Instagram solitamente “facile” alla censura.
Dietro la scelta di catalizzare l’attenzione sul suo seno c’è però una campagna ben più potente. Quella contro il social network da tempo impegnato a censurare indiscriminatamente i capezzoli femminili. Instagram non è il luogo più adatto per mostrare seni o capezzoli? Che ipocrisia. Nella nostra società il corpo femminile viene mostrato di continuo, nelle scene di sesso sul piccolo e grande schermo, nelle campagne pubblicitarie e sul Web. Ma quando vogliamo mostrarlo online con intenti (anche) artistici, non ne abbiamo diritto. Per questo motivo sono nati veri e propri profili che denunciano il fatto che su Instagram non viene fatta distinzione tra arte e pornografia. E Chiara Ferragni, quale “regina delle influencer” non poteva esimersi dal prendere una posizione a riguardo con un escamotage tutt’altro che scontato.
Come funziona? In pratica ogni social network ha le sue regole. E Instagram scarica la colpa di questa sua regola sulle policy dell’App Store di Apple, che permette il nudo (capezzoli femminili inclusi) solo nelle applicazioni valutate 17+ e cioè dedicate a tutti gli utenti che abbiano compiuto 17 anni. Perché infatti il social possa mantenere il suo rating 12+ (l’accesso ai maggiori di 12 anni) e non escludere gli utenti più giovani, deve quindi censurare i capezzoli.
In sostanza se provate a pubblicare foto di capezzoli sul vostro account Instagram, questo, nel giro di 24 ore, verrà soppresso “per incitazione alla pornografia“. Senza preavviso. Certo con non poche difficoltà riuscirete a recuperarlo ma, con tutta probabilità, sarete tenuti a lungo in modalità “Shadowban”, un metodo poco noto che il network utilizza per moderare e censurare i contenuti. A prima vista sembra tutto normale, si è sempre visibili ai propri contatti, ma si diventa dei fantasmi per il resto della comunità social. Non si possono utilizzare gli hashtag, né si può commentare… insomma, si è presenti, ma invisibili.
Ma se per i capezzoli delle donne arriva l’immediata accusa di oscenità o esibizionismo (certo, qualche volta non neghiamo sia vero) per gli uomini a torso nudo nessun problema.
Perché allora non mostrarli in maniera diversa per cambiare la percezione puritana che ne abbiamo? Con l’utilizzo degli sticker, di tool che sfumano, di hashtag modificati o dei capezzoli turgidi sotto magliette (o armature, come nel caso di Chiara Ferragni), sembra proprio che l’algoritmo di Instagram non funzioni al suo meglio. Provare per credere!