In un recente episodio del podcast “Kelly Corrigan Wonders“, la 58enne top model Cindy Crawford ha rivelato della sua lotta con la “sindrome del sopravvissuto” dopo la tragica morte del fratello di leucemia all’età di 3 anni.
Cindy Crawford e il dramma della perdita
Parlando apertamente dei suoi ricordi d’infanzia, Cindy Crawford ha ricordato il dramma mai superato della perdita il fratellino Jeff, nel 1974. Una tragedia che ha lasciato un segno indelebile nella vita di Cindy e della sua famiglia. Come lei, che all’epoca aveva 8 anni, anche le sue due sorelle, Chris e Danielle, hanno dovuto fare i conti con la “sindrome del sopravvissuto“, un fenomeno psicologico che si verifica quando una persona si sente in colpa per essere sopravvissuta a un evento nel quale altri sono morti o hanno sofferto.
“Travolta dai sensi di colpa”
“Nostro padre – racconta Cindy Crawford nel podcast – aveva sempre desiderato un figlio maschio prima dell’arrivo di Jeff”. E quando il più piccolo dei fratelli Crawford fu stroncato dalla malattia, lei e le sorelle furono letteralmente travolte dai “sensi di colpa”. “Tutte e tre avevamo gli stessi incubi. Tutte e tre per anni abbiamo pensato: ‘Doveva morire una di noi‘”.
Cindy Crawford: “Avevo bisogno di rassicurazioni”
Solo in età adulta Crawford è riuscita a riconciliarsi completamente con quel senso di colpa, resasi conto che ciò di cui avrebbe avuto bisogno nei giorni della perdita sarebbero state le rassicurazioni di sua madre, sapere di essere ancora desiderata da lei nonostante la perdita di Jeff. Rassicurazioni che invece non arrivarono: “Mia madre aveva solo 26 anni e aveva appena perso un figlio… Avevo bisogno di sentire: ‘Siamo così tristi che Jeff sia morto, ma siamo così felici che tu sia qui’. Ma ovviamente mia madre non sapeva come dirlo. Con gli anni, lavorando su me stessa, le ho detto che avrei voluto sentire adesso, in età adulta, quelle parole… Giusto per chiudere il cerchio. Ho vissuto questo momento con le mie sorelle ed è stato grandioso”.
“Il tema della morte? Un tabù”
Nell’intervista al “Kelly Corrigan Wonders“, Cindy ha riflettuto anche sul modo in cui negli anni Settanta la società affrontava il tema della morte, vissuto allora come un tabù. “Quando tornai a scuola dopo la morte di mio fratello – ricorda – nessuno mi avvicinò, tranne un bambino, che disse: ‘Ho letto sul giornale che tuo fratello è morto, è vero?’. È stato terribilmente schietto, ma non sapeva cosa dire: dì’altronde eravamo in terza elementare!”.