Dopo sette anni di “silenzio” musicale, venerdì 4 dicembre esce la nuova fatica lavorativa di Claudio Baglioni: “In questa storia che è la mia” è l’album di inediti del cantautore che fa un bilancio della sua intera carriera in 78 minuti di musica, 14 canzoni e 4 interludi piano e voce racchiusi tra un’intro e un finale orchestrali. «La mia autobiografia in musica, fatta per lasciare un segno», racconta Claudio Baglioni che, mentre stava lavorando al suo nuovo album si è concesso due Festival di Sanremo da direttore artistico e una lunga tournée (Capitani coraggiosi) in coppia con Gianni Morandi. «E il disco era lì, correva parallelo, anche se ho pensato spesso che non lo avrei mai finito. Soprattutto nell’ultimo periodo, con il lockdown che mi ha paralizzato a livello artistico e compositivo per 3-4 mesi. Forse avevo anche meno da dire rispetto al passato, ma alla mia età quello che si vuole dire si cerca di dirlo meglio, anche se, come tanti colleghi, sono consapevole che combattiamo con una storia che vince sempre».
Forse per i suoi fan sette anni sono moltissimi ma, chi conosce bene Baglioni sa che è una persona precisa, pignola, sempre alla ricerca della perfezione artistica. Ecco perché ha voluto, cercato e ottenuto il massimo dal suo sedicesimo lavoro «Tutto fatto a mano, interamente suonato, come si faceva 50 anni fa, un po’ vintage, un po’ demodé, per le sonorità, per lo spirito anni Sessanta», spiega orgoglioso il cantante di “Questo piccolo grande amore” che in questo album rimanda esplicitamente a lavori passati in forma alquanto nostalgica come “Oltre” o “Strada facendo”, successi indimenticabili che hanno fatto la storia della canzone italiana, oltre che dei suoi 50anni di carriera. Insomma, in un momento in cui tutti (o quasi) i cantanti si lanciano in eventi in streaming, in concerti da casa e apparizioni Tv, Baglioni rispolvera quella voglia di connessione tipica dei concerti dal vivo. Purtroppo però l’attività live è rimandata all’anno prossimo con “Dodici Note“: dodici appuntamenti in programma alle Terme di Caracalla di Roma, dal 4 al 18 giugno 2021, ai quali faranno seguito altri quatto concerti live a luglio e settembre al Teatro Greco di Siracusa e alla mitica e solenne Arena di Verona, tappa sempre presente nei suoi ultimi tour.
Nel frattempo Claudio Baglioni lascia ancora una volta un indelebile segno, proprio come canta nel primo verso della prima canzone, con una vera e propria ode a quel mestiere che gli regala, dal 1964, ogni giorno la possibilità di trasmettere emozioni in musica. «Quando è arrivato il successo mi sono detto che sarebbe durato poco e invece dura ancora oggi», spiega il cantante che definisce questo lavoro entusiasmante come «un film in costume», dove le sonorità sono pensate per riportare l’atmosfera degli anni Sessanta e Settanta che fanno da teatro alla storia. «Il proposito era quello di ritrovare una vitalità e un’energia nella timbrica che fosse riconoscibile». E come sempre ci è riuscito.