Questa è la terza delle 6 lezioni in cui la scrittrice Sara Rattaro ti spiega le tecniche narrative per raccontare la tua storia.

Essere i protagonisti di una narrazione autobiografica vi incastra tra la necessità di proteggervi e quella di mostrarvi. Se da un lato è vero che il protagonista è l’autore stesso, magari con un nome diverso, il dubbio che tutto quello che racconta e pensa sia “reale” permane.

La vera sfida è parlare di sé in modo obiettivo, o meglio narrativo. Vi è mai capitato, per esempio, di non riconoscervi nelle descrizioni che di voi danno gli altri? O di desiderare che la vostra immagine risulti costantemente senza macchia? Sappiate che è normale, ma è proprio questo il nocciolo della questione. Perché un personaggio funzioni, il lettore ci si deve identificare. Ma in cosa vi identifichereste voi? In una persona perfetta in ogni sua espressione, modo di agire e capacità di affrontare qualsiasi situazione o in una persona piena di insicurezze sul futuro, emotivamente esposta al mondo e timorosa di non riuscire a realizzare qualcosa di importante?


PERCHÉ FUNZIONI, IL LETTORE SI DEVE IDENTIFICARE NEL PERSONAGGIO. VOI VI IDENTIFICHERESTE IN UN EROE PERFETTO E IMPECCABILE?


La prima cosa da evitare è cadere nella tentazione di descrivere un protagonista dotato solo di pregi, i cui inciampi, incertezze o errori sono solo dovuti a colpe degli altri. Non esistono persone perfette: non possiamo creare personaggi impeccabili. La complessità umana è una fucina di idee, i cattivi non sono cattivi sempre e i buoni possono scivolare in qualche azione deprecabile. Il vostro personaggio potrà certo assomigliarvi molto, e per questo dovrete avere la capacità di delineare i segni contrastanti del vostro carattere. Vi faccio un paio di esempi: il vostro essere sempre disponibili potrebbe nascondere una forte timidezza o l’incapacità di imporre le vostre ragioni come vorreste? La vostra capacità di essere ordinati sia in casa sia sul posto di lavoro potrebbe sottintendere una necessità impellente di controllare in modo un po’ maniacale la situazione che vivete?

Ecco, per quanto all’inizio proverete la forte tentazione di resistere a mostrare i lati meno nobili e più vulnerabili del vostro carattere, sappiate che superare questo ostacolo vi permetterà di entrare in contatto con i vostri lettori, che, guarda caso, sono pieni di vulnerabilità e limiti che non amano raccontare. Oltre a consigliarvi di leggere Paula di Isabel Allende, un romanzo in cui l’autrice riesce a raccontare di sé in una delle situazioni più dolorose che esistano per una madre, vi do un ultimo suggerimento: non utilizzate la vostra storia o un’esperienza precisa per regolare i conti con qualcuno, svelare la vostra versione dei fatti o fornire esclusivamente il vostro punto di vista come se fosse una verità assoluta.

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Questa è la terza delle 6 lezioni in cui Sara Rattaro ti spiega le tecniche narrative per raccontare la tua storia. Ecco l’elenco completo:

1. L’idea
2. La trama
3. Il protagonista
4. Il punto di vista
5. Le emozioni
6. La descrizione

Vuoi metterti alla prova durante il corso? Scrivi un racconto di 3.000 battute sul tema “Quella notte indimenticabile”. E invialo a [email protected] specificando nell’oggetto “Il mio racconto” entro il 31 agosto. Sara Rattaro li leggerà e ne sceglierà alcuni che pubblicheremo sul giornale. E per l’autrice del più bello ci sarà una sorpresa!

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