Questa è la quarta delle 6 lezioni in cui la scrittrice Sara Rattaro ti spiega le tecniche narrative per raccontare la tua storia.
Il punto di vista con cui racconterete la vostra storia influenzerà il modo in cui i lettori reagiranno alle vostre parole. Nei testi autobiografici è abbastanza frequente che la scelta ricada sulla prima persona, poiché l’immedesimazione tra autore e personaggio sembra automatica. Ricordiamoci però che raccontarsi, soprattutto se si deve rivivere qualcosa di doloroso o intimo, potrebbe non essere facile.
Affidare la narrazione a una voce diversa da noi stessi può aiutare a rivivere, e quindi a raccontare, la propria storia senza il timore di bloccarsi e risultando più obiettivi. La necessità di porre distanza tra noi e quanto vogliamo esprimere si soddisfa utilizzando la terza persona soggettiva, che permette all’autore di scrivere, sì, in terza persona, ma adottando lo sguardo del personaggio interessato.
La prima persona consente, d’altra parte, di applicare uno strumento efficace e utile: il flusso di coscienza, ovvero parole ed espressioni dirette a noi stessi che non sveleremmo mai ad alta voce. In questo caso dovremo stare attenti sia al linguaggio e alla velocità con cui i pensieri saranno espressi sia alla punteggiatura, che dovrà essere così meticolosa da supportare un testo spesso ricco di ripetizioni e sospensioni.
«RACCONTARE IL NOSTRO PASSATO CON GLI OCCHI DI OGGI PUÒ RICONCILIARCI CON QUANTO ABBIAMO VISSUTO»
Quando affrontiamo la stesura del nostro testo dobbiamo porci un’ulteriore domanda: il mio passato lo racconto dal punto di vista di oggi o meglio usare il punto di vista di allora? Spesso si adotta quello di oggi, dove scriviamo il nostro passato guardandolo dalla posizione che abbiamo finalmente raggiunto, come se avessimo metabolizzato tutto quello che ci è accaduto. Questo punto di vista è interessante per la reinterpretazione dei fatti e magari anche per la possibilità di riconciliarsi con quanto vissuto. Adottare il punto di vista di ieri richiede certo più fatica e forse un briciolo di esperienza. Se, per esempio, decidessimo di utilizzare l’io bambino come io narrante, dovremmo cercare di ritornare là, in quel periodo, rivivere le paure e le gioie di quel momento della nostra vita, e porre attenzione anche al registro narrativo e al vocabolario più autentico.
Non sottovalutate mai la scelta del punto di vista: molto spesso è proprio su questo che si basano l’originalità e la riuscita di una storia. La lettura del racconto Lui e io di Natalia Ginzburg (contenuto nella raccolta Le piccole virtù) vi trascinerà nella narrazione in prima persona con il magnifico punto di vista di lei.
→ Tutte le 6 lezioni di scrittura creativa
Questa è la quarta delle 6 lezioni in cui Sara Rattaro ti spiega le tecniche narrative per raccontare la tua storia. Ecco l’elenco completo:
1. L’idea
2. La trama
3. Il protagonista
4. Il punto di vista
5. Le emozioni
6. La descrizione
Vuoi metterti alla prova? Scrivi un racconto di 3.000 battute sul tema “Quella notte indimenticabile”. E invialo a [email protected] specificando nell’oggetto “Il mio racconto” entro il 31 agosto. Sara Rattaro li leggerà e ne sceglierà alcuni che pubblicheremo sul giornale. E per l’autrice del più bello ci sarà una sorpresa!