Professionale, solare, semplice e bella, Cristiana Capotondi è una delle attrici più amate del nostro cinema.
Lo scorso anno l’abbiamo vista interpretare Lucia Annibali, l’avvocatessa sfregiata dall’acido nel film per la andato in onda sulla rete ammiraglia della Rai, ma tanti, e molto diversi, sono stati i personaggi che Cristiana Capotondi ha portato sul piccolo e grande schermo in questi anni. Nel suo curriculum ci sono serie tv, cinepanettoni e film più impegnati che le hanno regalato molti riconoscimenti.
L’ultima sua fatica è legata alla serie firmata Ferzan Özpetek, Le fate ignoranti, ma non dimentichiamo che, quel volto pieno di lentiggini, era entrato nel cuore degli italiani grazie a due mitici spot pubblicitari degli anni Novanta… merendine, gelati …ricordate?
Le fate ignoranti
Chi ha amato il film amerà ancora di più la serie televisiva in onda dal 13 aprile su Disney+. Le fate ignoranti è un vero e proprio cult e il cast scelto per la trasposizione televisiva ad oltre 20 anni di distanza la dice tutta.
Michele, il ruolo che era di Stefano Accorsi, è andato a Eduardo Scarpetta, Antonia, che allora aveva il volto di Margherita Buy ora è Cristiana Capotondi, il marito Massimo è invece Luca Argentero. Ed è solo l’inizio perché ci sono anche Carla Signoris, Paola Minaccioni, Ambra Angiolini, Anna Ferzetti, Edoardo Purgatori e, nello stesso ruolo di due decenni prima, Serra Yilmaz, un po’ amministratrice del palazzo, un po’ traduttrice.
Una vicenda che colpisce oggi come ieri, perché ciò che spiazza è il tradimento dei sentimenti e non quello sessuale.
Gli esordi in Tv e il primo successo
Nata e cresciuta tra Trastevere e Monteverde, Cristiana Capotondi ha iniziato ancor prima di essere adolescente a manifestare una grande passione per la recitazione e, a soli 15 anni, è arrivato il ruolo che le ha regalato il successo: nel cinepanettone Vacanze di Natale ’95 ha interpretato la giovanissima Marta Colombo, un’adolescente innamorata pazza del divo di Beverly Hills 90210, Luke Perry. L’attore, scomparso purtroppo a soli 53 anni nel 2019, ha portato tanta fortuna a Cristiana Capotondi e, da allora, la bella romana non ha mai smesso di recitare.
La passione per il calcio
Dal 2018 Cristiana Capotondi è vicepresidente della LegaPro, la Serie C del campionato. «Sono stata scelta non solo per la mia attenzione al settore femminile di questa disciplina e alla comunicazione digitale, ma anche perché ho già un lavoro, il che mi consente di dedicarmi alla LegaPro a titolo gratuito. Chi si è stupito di una vicepresidente forse non ha mai messo il naso nel mondo del calcio, pieno di donne che si impegnano, spesso come volontarie. Spero che in futuro, anche grazie al mio impegno, una ragazza che vuole fare del calcio la sua professione possa ricoprire cariche retribuite».
«Noi della LegaPro investiamo su 15 mila ragazzi tra i 5 e i 18 anni, insegniamo loro a evitare le risse sul campo, a prendersi cura del corpo e dell’alimentazione, a combattere la dispersione scolastica. Non è solo sport: è la formazione di esseri umani», aveva raccontato l’attrice, che dal 2020 è anche capodelegazione della Nazionale femminile di calcio dell’Italia, proprio a Donna Moderna.
L’amore per Andrea Pezzi
Dopo un lungo fidanzamento durato dieci anni da giovanissima – è sempre stata molto riservata sulla sua vita privata! – è stata legata ai colleghi Nicolas Vaporidis (i due hanno collaborato per la prima volta in Notte prima degli esami e poi nel film Come tu mi vuoi) e a Primo Reggiani.
Dal 2006 è invece fidanzata con l’imprenditore ed ex conduttore televisivo Andrea Pezzi. «Amo prendermi cura del mio compagno. Sono un po’ chioccia, e a lui certe attenzioni fanno piacere. Per stare bene fuori, ho bisogno di avere una casa organizzata. Voglio che, anche quando non ci sono, si senta la mia firma, la mia presenza. Io e lui abbiamo un dialogo meraviglioso!».
A differenza di molte colleghe, Cristiana Capotondi ha sempre affermato di non sentire particolarmente il desiderio della maternità. In un’intervista a Intimità l’attrice ha dichiarato: «Nell’immaginario collettivo mettere al mondo un figlio significa essere passati di grado, essere diventati adulti. Io, però, avendo iniziato a lavorare da bimba, sono diventata grande senza diventare mamma. Per questo, probabilmente, non sento il richiamo della maternità: matura lo sono già».