Quando un attore o un musicista che amiamo tanto muoiono, non possiamo fare a meno di chiederci che cosa sarebbero stati ancora in grado di creare se solo avessero avuto un po’ più di tempo. Da un po’ di tempo, l’intelligenza artificiale fa rivivere le star, ma anche le persone comuni, che non ci sono più.

Se una star come John Lennon torna a cantare

Il modo più comune attraverso il quale le star morte vengono riportate in vita è ricostruendo digitalmente le loro voci. Basti pensare a quello che è successo con John Lennon: la scorsa estate Paul McCartney ha annunciato la pubblicazione di un brano dei Beatles creato dall’algoritmo estrapolando la voce del musicista da una vecchia composizione d’amore da lui suonata al pianoforte negli Anni Settanta.

Ricreata la voce di Edith Piaf

Respeecher, una startup ucraina di intelligenza artificiale con sede a Kiev, ha fatto “rinascere” le voci di una serie di star decedute. Di recente ha ricreato quella di Edith Piaf per un film biografico sulla cantante francese.

Il fatto che Piaf sia morta da circa 60 anni non ha rappresentato una sfida per il Ceo di Respeecher, Alex Serdiuk, e per il suo team. La performance è stata così buona che gli esecutori testamentari della Piaf hanno detto di essersi sentiti come se fossero “tornati nella stanza con lei”.

Edith Piaf

Come l’intelligenza artificiale riporta in vita le star

Per ricreare la voce di un cantante morto, l’intelligenza artificiale ha bisogno solo di un set relativamente piccolo di registrazioni su cui lavorare. Basta anche solo mezz’ora. In alcuni casi, per ricreare la voce di una star morta sono bastati due minuti di registrazione originale.

“Il suono umano è facile, per imparare la voce di una persona l’intelligenza artificiale ha bisogno solo di alcuni dettagli”, ha spiegato il ceo di Respeecher. La durata di questo processo varia da giorni a mesi, a seconda della quantità di dati e del livello di precisione necessario.

Dipende anche dalle esigenze del committente. Per esempio, i team del suono di Star Wars sono stati particolarmente esigenti riguardo alla voce di Luke Skywalker.

Così le star tornano sullo schermo

La voce è solo una parte della performance di un attore. Per far sì che le star morte tornino sul grande schermo, gli studios devono anche ricreare l’aspetto visivo. Agli albori della tecnologia, venivano usati gli ologrammi. Ciò ha permesso a Michael Jackson di esibirsi ai Billboard Awards del 2014 e a Tupac Shakur di esibirsi al fianco di Snoop Dogg al Coachella nel 2012.

Più di recente, Kim Kardashian ha rivelato che l’allora marito Kanye West le aveva regalato un ologramma del suo defunto padre per il suo 40esimo compleanno. Così, il famoso avvocato Robert Kardashian, morto di cancro nel luglio del 2003 all’età di 59 anni, è tornato per augurare buon compleanno a sua figlia.

Quando Audrey Hepburn è tornata “in vita”

Uno dei primi esempi di un attore morto che ritorna digitalmente sullo schermo è stato nel 2013, quando Audrey Hepburn è risorta per vendere cioccolato Galaxy. Gli autori del filmato hanno creato e renderizzato manualmente un modello 3D della testa della diva, che è stato poi utilizzato sul corpo di un attore come una macabra maschera digitale. Sebbene il risultato finale sia stato rivoluzionario per l’epoca, con il senno di poi i risultati appaiono decisamente inquietanti.

Da allora, la tecnologia ha fatto molta strada e le tecniche sono state ripetute in numerosi film. In Star Wars, sia Carrie Fisher che Peter Cushing sono apparsi attraverso mezzi digitali nonostante fossero morti prima che le riprese fossero completate. In entrambi i casi è stata filmata una controfigura fisica che ricreava i loro movimenti. Poi, un modello digitale dell’attore morto è stato sovrapposto in post-produzione per creare un’immagine convincente del suo ritorno sul set.

Audrey Hepburn

Il testamento di Robin Williams

Questa stessa tecnologia è ciò che permette a Kate Winslet di apparire come un’aliena blu in Avatar 2. Tuttavia, non mancano le critiche.

Il comico Robin Williams ha incluso una clausola nel suo testamento, e cioè che la sua immagine non avrebbe potuto essere utilizzata per 25 anni dopo la sua morte. Lo ha fatto per proteggersi da questo tipo di ricostruzioni digitali.

La figlia di Robin Williams, Zelda Williams, si è espressa con forza contro l’uso dell’intelligenza artificiale per riportare in vita le star. In un post su Instagram, Zelda ha scritto: “Ho già sentito che l’intelligenza artificiale usava la sua ‘voce'”‘ per fargli dire tutto ciò che le persone vogliono. Sebbene lo trovi personalmente inquietante, le ramificazioni vanno ben oltre i miei sentimenti. Queste ricreazioni sono, nel migliore dei casi, un povero facsimile di persone grandi. Nel peggiore dei casi, sono un orrendo mostro frankensteiniano”.

Anche James Dean torna in un film

Queste prese di posizione, però, non fermano la tecnologia. Di recente si è appreso che una ricostruzione di James Dean fatta dall’intelligenza artificiale sarà protagonista di un film di prossima uscita intitolato Return to Eden.

La società di produzione WorldwideXR possiede i diritti dell’immagine di Dean insieme ai diritti di dozzine di altri personaggi storici, tra cui Malcolm X, Amelia Earhart e Neil Armstrong. Può farne ciò che vuole. Il tutto mentre l’avanzata dell’intelligenza artificiale a Hollywood sembra ormai quasi inevitabile.