LEGGI CON NOI I ROMANZI PIÙ APPASSIONANTI DI DANIELLE STEEL
«Dopo il mio primo romanzo me ne hanno rifiutati 5 e ho trovato il successo con il settimo. Se mi fossi arresa, non avrei avuto la carriera che ho avuto» racconta Danielle Steel, autrice di oltre 100 bestseller d’amore, capace come pochi di raccontare le emozioni e i tormenti, i dolori e le speranze, gli ostacoli e la forza di superarli. In una parola, l’anima (e il coraggio) delle donne. Per questo abbiamo voluto fare un “regalo” alle nostre lettrici: dal 28 novembre, in edicola con Donna Moderna, troverai 20 tra i più acclamati romanzi firmati Danielle Steel. Il primo è Le nozze (a 6,99 euro oltre il prezzo del giornale): racconta di una famiglia alle prese con le nozze della primogenita e con la crisi di mezza età dei suoi genitori. Seguiranno Al primo sguardo, Granny Dan, L’eredità segreta e molti altri suoi successi.
Ecco le prime uscite:
Danielle Steel, una vita da romanzo
“Regina dei romanzi rosa” e “Signora dei record” sono solo alcuni dei soprannomi della famosissima autrice di oltre 120 libri tradotti in 43 lingue, venduti in 650 milioni di copie in 69 paesi, che l’hanno collocata al quinto posto tra gli autori più venduti. Danielle Steel, 72 anni, capelli rossi, occhi azzurrissimi è anche una donna dalla vita intensa, da cui ha tratto spunto per molte delle sue opere. Come nel caso di “Brilla una stella” (His bright Light) dedicato al figlio secondogenito, affetto da una grave malattia che lo ha portato a togliersi la vita ad appena 19 anni. Nick era uno dei suoi 9 figli, riconosciuti da uno solo dei suoi cinque mariti.
Ecco la storia della donna che si è guadagnata il titolo di una delle più grandi autrici contemporanee di best seller.
Chi è la Danielle Steel “pubblica”
«Ho iniziato a scrivere storie da piccola, per fuggire al dolore assordante della mia solitudine». Così Danielle Steel (all’anagrafe Danielle Fernande Dominique Muriel Emily Schuelein-Steel) in una delle rare interviste concesse da una donna tanto famosa quanto timida e dalla vita da romanzo, in cui c’è spazio per storie d’amore intense, ma anche grandi dolori. Il suo primo grande dolore è stato il divorzio tra il padre John Schulein Steel, erede del colosso tedesco della birra Löwenbräu, e la madre Norma da Câmara Stone Reis, figlia di un diplomatico portoghese.
Dopo il diploma e l’università a New York, dove è nata il 14 agosto del 1947, si trasferisce in Europa e a 19 anni termina il primo romanzo, pubblicato poi nel 1973.
È nel 1981 che entra nella New York Times Best-Sellers List per la prima volta. Nel 1989, invece, viene annoverata nel Guinness dei Primati per il maggior numero di settimane consecutive (ben 381) in cui un suo libro rimane in classifica. Molte delle sue opere sono diventate film tv e due di loro hanno ricevuto la nomination al Golden Globe, “l’anticamera degli Oscar”.
Danielle Steel ha riservato un’attenzione particolare anche al mondo dei più giovani, con una collana (“Max e Martha”) che ha come obiettivo affrontare alcune delle difficoltà tipiche di bambini e ragazzi, come i rapporti con i coetanei e compagni di classe o il rapporto coi fratelli. Si è rivolta ai lettori più piccoli anche con “Piccola Minnie a Parigi”, mentre con “Brilla una stella” ha parlato del suo più grande dolore: la perdita del figlio.
Il figlio malato e la sua morte
La Steel è madre di 9 figli , tra i quali Nick, morto in circostanze tragiche, di cui l’autrice racconta la storia (e il calvario) in un romanzo differente rispetto ai precedenti e ai successivi: in “Brilla una stella” non ci sono donne innamorate, playboy o affaristi dediti ad attività più o meno lecite, ma si narra dell’amore più grande, quello di una madre per il proprio figlio. Dopo un parto complicato, Nick cresce come un bambino estroverso, appassionato di musica e arte, ma anche iperattivo e irascibile, a volte depresso, senza che però nessuno riesca a diagnosticare per tempo in quella instabilità una sindrome maniaco-depressiva, che poi lo porterà a togliersi la vita a 19 anni con un’overdose (probabilmente da morfina).
Nel libro, che permette di entrare in punta di piedi nella sua vita più intima, Danielle Steel racconta il senso di frustrazione e di colpa per aver sottovalutato i sintomi della malattia del figlio, di cui si riporta una poesia carica d’amore per la madre:
“Ho conosciuto milioni di persone, ma nessuna mai come te… Come fai ad essere così meravigliosa, la mamma più perfetta del mondo, mi hai sempre amato e aiutato anche quando avevo torto, mi dispiace di averti addolorata, mi dispiace di averti fatta piangere, farò del mio meglio per renderti orgogliosa… Senza di te sarei un fallito… Io ti vorrò sempre bene, fino al giorno in cui morirò”.
Gli amori da romanzo e i 5 mariti
Oltre al dolore, molti record e tante passioni costellano la vita di Danielle Steel. Madre di nove figli (Beatrix, Nick – deceduto – Trevor, Todd, Samatha, Victoria, Vanessa, Maxx e Zara), l’autrice è stata sposata cinque volte e ora è single. Le prime nozze sono state con il banchiere francese Claude-Eric Lazard, sposato quando era appena 18enne negli anni ’70. Poi è stata la volta di Danny Zugeld, condannato per stupro, e di William (Bill) Toth, anch’egli con problemi con la legge (e con l’eroina). Col produttore di vini italo-americano John Traina, invece, le nozze durarono fino al 1998 (John Traina è il padre di 7 dei figli della Steel e ha riconosciuto i primi due, nati precedentemente al loro matrimonio). L’ultimo tentativo è stato con il capitalista Tom Perkins, da cui però si è separata appena un anno dopo il matrimonio, divorziando definitivamente nel 2002.
Qualche curiosità su Danielle Steel
Danielle Steel ama ricordare che non ha mai smesso di usare la stessa macchina per scrivere (Olympia del 1946) utilizzata per il primo libro. Ai giovani scrittori dice: «Se avessi smesso dopo il secondo, terzo o anche quarto libro, non avrei mai avuto una carriera come quella che invece posso vantare oggi».
A luglio del 2018 Forbes ha stimato che il suo patrimonio ammonti a 350 milioni di dollari, collocandola alla 54esima posizione nella lista delle donne d’America che hanno avuto successo partendo dal nulla. La scrittrice ha creato e gestisce due fondazioni (una dedicata al figlio deceduto Nick per sensibilizzare verso le malattie mentali) e ha aperto una Galleria d’Arte a San Francisco, dove vive dividendosi con Parigi, per esibire i quadri e le sculture di artisti emergenti. È alta appena 1,57 m, è di religione cristiana scientista ed è orgogliosa delle sue origini tedesche, ebraiche e portoghesi.