Il premio Oscar Lady Gaga, insieme a grandissimi nomi del cinema internazionale come Al Pacino, Robert De Niro, Jeremy Irons, Jered Leto e Adam Driver sono i protagonisti del film evento in uscita il prossimo 24 novembre e per il quale c’è già grandissima attesa. L’omicidio di Maurizio Gucci, nipote ed erede del fondatore dell’omonima casa di moda (allora) tutta italiana sta infatti diventando un film grazie a Ridley Scott. Il pluripremiato regista non vedeva l’ora di raccontare la propria versione di una delle storie più agghiaccianti del nostro Paese e arrivata perfino a Hollywood.
Scott non è affatto estraneo al racconto di storie drammatiche dalla forte risonanza mediatica: basti pensare a Tutti i soldi del mondo, l’ultimo film da lui diretto e basato sul sequestro di John-Paul Getty III, nipote dell’allora uomo più ricco del mondo, avvenuto a Roma nel 1973.
La pellicola in arrivo, dal titolo House of Gucci, è girata (quasi interamente) in Italia, sceneggiata da Roberto Bentivegna e basata sul libro omonimo di Sara Gay Forden “The House of Gucci: A Sensational Story of Murder, Madness, Glamour and Greed“. Le prime immagini, girate tra Gressoney-Saint-Jean in Valle d’Aosta e a Milano in via Festa del Perdono e pubblicate sui profili social di Lady Gaga, stanno già facendo impazzire i fan della cantante.
Non è certamente la prima volta che questo fatto di cronaca nera torna alla ribalta, ma è la prima volta che, dopo moltissimi documentari, un regista del calibro di Scott decide che la storia merita di essere portata sul grande schermo. Per di più con un cast stellare!
Chi era Maurizio Gucci?
Figlio di Rodolfo Gucci e dell’attrice Sandra Ravel, ma soprattutto nipote di Guccio Gucci, fondatore dell’omonima Maison del lusso, dopo essersi laureato in giurisprudenza ha sempre lavorato per l’azienda di famiglia. Alla morte del padre nel 1983, ha persino assunto la direzione della società e licenziato (appena in tempo) lo zio Aldo, finito poi in carcere per evasione fiscale.
Nessuno avrebbe mai scommesso su di lui che era ritenuto da tutti gli addetti ai lavori incapace di “governare” su un impero come quello dei Gucci, ma è forse proprio da questo suo “fallimento” che è invece arrivata la fortuna (e non parliamo del patrimonio di oltre 800 miliardi di lire ereditato da Maurizio) della Casa di moda fiorentina. Durante i suoi anni arrivano infatti due persone chiave per il futuro della Gucci: Dawn Mello e Tom Ford.
L’amore e il divorzio
Nel 1973 inizia quella favola internazionale dal finale tragico che tutti aspettiamo di vedere al cinema. È proprio in quell’anno che Gucci sposa Patrizia Reggiani: bella, bruna, appariscente e con due occhi luminosi e magici tanto da venire spesso accostata a Liz Taylor, è figlia di un imprenditore e di una lavapiatti e da Maurizio Gucci avrà due figlie, Alessandra e Allegra.
Il lusso, i continui viaggi tra gli Stati Uniti, l’Italia (un attico immenso e spettacolare in Piazza San Babila) e la Svizzera nel loro chalet a Sankt Moritz non sono bastati a tenere unita la coppia che si sgretola irrimediabilmente quando lui ha una nuova relazione con un’altra, più giovane, donna, Paola Franchi.
Il 22 maggio 1985, dopo 12 anni di matrimonio, Maurizio lascia definitivamente Patrizia dicendole che stava partendo per un breve viaggio d’affari e non facendo più ritorno da lei: secondo i giudici, è proprio per il rancore accumulato che la Reggiani ha chiesto alla propria cartomante di ingaggiare un killer professionista per uccidere l’ex marito (per 610 mila lire).
L’omicidio
Nonostante il divorzio nel 1991 e un accordo che è valso alla Reggiani la somma annua (vitalizia) di 1 miliardo di lire, il 27 marzo 1995 Maurizio Gucci viene ucciso con quattro colpi di pistola: tre colpi lo raggiungono in pieno, due lo colpiscono alla schiena e un altro al gluteo destro. L’imprenditore però non muore subito e viene finito con un quarto colpo a distanza ravvicinata alla tempia sinistra. Le indagini portavano inizialmente a questioni finanziare ma, due anni dopo, la “vedova nera” viene arrestata e condannata a 26 anni di carcere.
La Reggiani, in un’intervista a Storie italiane – perché dal 2017 è una donna libera – ha fatto sapere di essere totalmente contraria alla realizzazione di un film sulla sua vita. Ma, forse, ancora una volta, pecca di vanità: la pellicola è infatti sull’omicidio dell’ex marito e non su di lei.