C’è stato un periodo in cui mi imbucavo alle riunioni delle mie cugine. Loro quasi donne, io una bambina. Parlavano dei loro voti a scuola, della musica che ascoltavano e poi inevitabilmente delle loro cotte, reali e non. Tra quelle impossibili rientrava anche Patrick Swayze. L’avevano amato in Dirty Dancing il film del 1987 diretto da Emile Ardolino. Lui era Johnny Castle, mentre Jennifer Grey vestiva i panni di Baby. A distanza di 37 anni quella storia d’amore non ha perso il suo potere attrattivo e a dieci anni dal suo debutto teatrale, Dirty Dancing tornerà a far innamorare il pubblico al Teatro Carcano di Milano. Il 12 dicembre toccherà alla prima, ma Johnny e Baby andranno in scena fino al 6 gennaio 2025. Lo spettacolo scritto da Eleanor Bergestein, autrice anche del film, è diretto da Federico Bellone e Chiara Vecchi.

La protagonista Baby ha il volto di Vanessa Innocenti, mentre a interpretare Johnny, come nel 2014, sarà ancora Gabrio Gentilini. 36 anni, scorpione ascendente scorpione, si divide tra la recitazione, la danza e il canto, e qui ci racconta il suo ritorno a Dirty Dancing e i suoi primi passi a ritmo di musica.

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Gabrio Gentilini e Vanessa Innocenti in Dirty Dancing. Foto di Giulia Marangoni

Diventare Johnny Castle

Questo al Teatro Carcano è un ritorno per lei perché è già stato Johnny Castle di Dirty Dancing dieci anni fa. A volerla è stata la stessa autrice del film del 1987, Eleanor Bergstein. Come andò?

«Nel 2014 i provini furono molto sentiti nell’ambiente perché Dirty Dancing è un titolo molto amato e c’era un bel livello di competizione. Partecipai anche io e arrivai alle ultime fasi della selezione, a quel punto fu l’autrice a decidere, ma non era presente: aveva ricevuto i materiali dei candidati e scelse insieme al regista. Fui contento perché all’epoca io ero reduce dal successo per La febbre del sabato sera, in cui ero Tony Manero, quindi non si aspettavano che io potessi essere adatto anche per questo ruolo. Io come faccio spesso cercai di ricalcare Johnny il più possibile. Uscivo di casa già vestito come il personaggio e il regista che mi vide ai provini pensò che lo raccontassi bene».

Lei e Johnny avete qualcosa in comune?

«Mi suona familiare una delle battute finali di Johnny, quando afferma che è importante difendere gli altri, qualsiasi siano le conseguenze. Anche io quando credo in qualcosa lo difendo, soprattutto se ha a che fare con il bene collettivo. Inoltre, ovviamente abbiamo la stessa passione per la danza e la sua capacità di comunicare carisma e eros. Poi Johnny è uno che non passa inosservato e questo me lo riconosco anche io in certi frangenti».

Dirty Dancing va in scena al Teatro Carcano

Cosa ha di nuovo questa versione che porterete in scena al Teatro Carcano?

«Prima era un ibrido tra un musical e uno spettacolo di prosa, adesso abbiamo creato una nuova versione per il Teatro Carcano che è più aderente al film».

Quindi cosa devono aspettarsi gli spettatori?

«Di trovare tutti i momenti salienti del film, la colonna sonora e quel tocco dirty che rispetto a prima sarà più accentuato. La storia ovviamente ruoterà attorno ai personaggi di Johnny e Baby, interpretata da Vanessa Innocenti: insieme abbiamo creato uno spettacolo più maturo».

Come si sta preparando per il ritorno di Dirty Dancing al Teatro Carcano?

«Mi sveglio molto presto, a volte anche alle 5.30 del mattino, mi dedico alla meditazione e vado in palestra. Poi proviamo tutto il giorno e quando la sera torno a casa, mangio e crollo. Le giornate si ripetono un po’ così per il momento, durante le repliche dello spettacolo invece è diverso: il giorno ci alleniamo e la sera andiamo in scena e il tempo che resta lo uso per riposare e per vivere. Credo che sia importante per un artista coltivarsi: alimenta anche i personaggi che portiamo in scena».

I miei primi passi a ritmo di musica

Lei ha iniziato da piccolo

«A 14 anni ho iniziato seriamente a studiare danza e teatro musicale. Già alle superiori ho cominciato a raccogliere le mie prime esperienze perché ho avuto la fortuna di lavorare nelle operette. Poi è arrivata l’accademia di musical, i primi ingaggi e così via…»

È curioso che da piccolo si sia appassionato di ballo folk e ora che è anche un cantante crooner, ovvero dedito a uno stile di canto dolce e sentimentale che sa di passato, il suo repertorio si rifà agli anni 30′ e 40′. Sono due mondi molto lontani, no?

«Quando ero piccolo, se fosse stato per me avrei fatto la pop star perché ho iniziato a sognare di muovere i primi passi nell’ambiente artistico grazie a quelle americane: guardavo i video musicali e mi immedesimavo. Ma ha fatto tutto la vita. Fu una ragazza a invitarmi a ballare le danze folk romagnole e così ho iniziato a studiare seriamente. Mi è sempre piaciuto fare più cose. Ho iniziato a fare il cantante crooner perché ero un attore di prosa in uno spettacolo con le sorelle Marinetti: il produttore mi notò e mi disse che secondo lui ero adatto al repertorio degli anni ’30 e ’40. Ho provato e mi sono appassionato. Sono spesso gli altri che hanno visto in me qualcosa che io non vedevo. Poi con gli anni ho capito di avere una fisicità che ben si adatta alle cose d’epoca e questo mi piace, mi diverte».

Foto di Valentina Ciampaglia

Teatro e non solo

Oltre al teatro, ha recitato ne L’Incredibile Storia dell’Isola delle Rose di Sydney Sibilia per Netflix, nel cortometraggio Cuore di Pierpaolo De Mejo e anche nella serie tv La lunga notte di Giacomo Campiotti. Ma ha partecipato anche a Forte Forte Forte, il talent condotto da Raffaella Carrà, come è stato conoscerla e lavorare con lei?

«Affascinante perché ho visto anche la sua parte più personale e umana. Devo dire che lei mi ha aiutato a capire che ero un po’ ingabbiato, mi disse che ero una pallida versione di me stesso e mi fece intendere che potevo fare molto di più. Mi ha fatto molto bene perché poi ho rivisto molte cose».

Lei ha recitato in altri classici oltre a questo, La febbre del sabato sera e Mamma mia, qual è il personaggio a cui è più affezionato?

«Ho sempre pensato che il mio preferito fosse Tony Manero, ma devo dire che sto riscoprendo Johnny Castle. Quella di Dirty Dancing è una storia d’amore molto amata e l’opportunità di portare in scena l’ebbrezza del primo amore, il primo contatto fisico con una persona è magica».