Vi ricordate quando la giovane e avvenente Melanie Griffith ammiccando ad un affascinante Harrison Ford dice “Ho un cervello per gli affari, e un corpo per il peccato. Ci trova qualcosa da ridire?“. Era il 1988 e il film vincitore di sei Golden Globe e un Oscar, Una donna in carriera, portava alla luce un tema attualissimo: essere troppo attraenti può diventare un problema in ufficio. Ma naturalmente solo se si è donne. E ancora di più se si occupano posizioni apicali.
Forse ce ne eravamo già accorte, ma ora è una ricerca a confermarlo: uno studio della Washington State University e della University of Colorado è arrivato a dimostrare che l’effetto femme fatale esiste e agisce sui colleghi uomini e donne. In base alle ricerche, infatti, le manager avvenenti, a prescindere dal lavoro svolto, sono giudicate meno affidabili e meno sincere. In pratica le working girl più piacenti sono considerate meno capaci: le donne pensano a loro come a un nemico con cui competere mentre gli uomini, anche se ne sono attratti le temono.
Per le donne “carine” conquistare la fiducia e il sostegno dei colleghi è sempre una strada in salita: in pratica se hai i tacchi a spillo sei un’oca e se sei considerata una bella donna e ricopri un posto di potere significa che hai fatto carriera per altri meriti. Si fa ancora troppa fatica a riconoscere il potere alle donne.
Ma anche nei film è così? Ecco quelli che ci mostrano come cercare di essere un uomo voglia dire sprecare una donna!
Erin Brockovich
“Visto che non ho cervello, né esperienza legale, sono andata lì, ho distribuito 634 favori sessuali, 634 pompini in 5 giorni. In effetti sono un po’ provata…“, raccontava Erin Brockovich nell’omonimo film che narra la storia vera della tenace madre di tre figli e segretaria precaria di uno studio legale che, grazie al grande senso di giustizia e una tempra invidiabile, indaga sulla Pacific Gas and Electric Company, società responsabile della contaminazione di falde acquifere alla quale si deve unforte incremento di casi di tumori.
Il diavolo veste Prada
Nonostante Andy faccia di tutto per tentare di omologarsi a un mondo che non le appartiene (ma in cui si sta bene) alla fine decide coraggiosamente di seguire i suoi ideali e questa scelta le varrà la realizzazione del primo passo verso il tanto amato mondo del giornalismo “impegnato”, oltre che la stima della perfida Miranda.
Big Eyes
Si tratta della vera storia di Margaret Keane, pittrice statunitense degli anni Sessanta, e del marito Walter Keane, per anni ritenuto l’autore delle delle opere dagli “occhi pazzi” in realtà dipinte dalla moglie (era impensabile che fosse lei l’autrice di tale bellezza!) che alla fine rivendicherà la maternità dei quadri davanti al mondo intero.
La rivincita delle bionde
Elle Woods è la mitica la protagonista de La rivincita delle bionde che decide di dimostrare al fidanzato (ma anche a se stessa) quello di cui è capace una “bionda” entrando ad Harvard e riuscendo a diventare una temuta, decisa e “rosa” aspirante avvocato senza mai rinunciare alla sua più grande virtù e cioè la frivolezza.
Ma come fa a far tutto?
La protagonista di questo film dedicato soprattutto alle mamme lavoratrici è Kate Reddy, una 35enne che riesce a sposare perfettamente il suo impegno nella ditta di gestione finanziaria per la quale lavora, il felice matrimonio con l’architetto disoccupato Richard e lo splendido rapporto con i suoi figli.
Dalle 9 alle 5 orario continuato
La commedia ironizza sulle ingiustizie del lavoro corporativo nell’America degli anni ‘80 e vede protagonista l’audace Judy Bernly (Jane Fonda) che, mollata su due piedi dal marito, si rimbocca le maniche e trova lavoro come segretaria presso una grande compagnia. Qui instaura un ottimo rapporto con le sue college Violet Newstead (Lily Tomlin) e Doralee Rhodes (Dolly Parton), con le quali decide di tentare di apportare delle modifiche all’inflessibile sistema lavorativo del loro capo.
Una donna in carriera
E’ il film dei film delle working girl e racconta l’ascesa della trentenne Tess McGill (Melanie Griffith) che da semplice segretaria sfruttata dal suo capo Katherine Parker (Sigourney Weaver) si trasforma in un’esponente importante dell’alta finanza capace di sfidare e vincere le regole di una società sessista e classista: avveniristico!