«Ho avuto diverse discussioni sul set dove mi trovavo costretta a ripetere “No, questo lenzuolo resta su” e mi sentivo rispondere “Così però deludi i tuoi fan”. E io pensavo, ma andate a quel paese!». Sono le parole di Emilia Clarke, la Daenerys Targaryen del Trono di spade, in una recente intervista del podcast condotto dall’attore e regista americano Dax Shepard, Armchair Expert. «La prima stagione è stata quello che è stata. C’era un sacco di nudità. L’ho attraversata senza rendermi neanche rendermi conto di quello che mi succedeva intorno. Solo dopo sono venuta a patti con questa cosa», ha spiegato l’attrice, riaccendendo le polemiche sull’utilizzo del nudo femminile come strumento di “ricatto” per le giovani attrici.
Commentando la notizia, ha scritto Stuart Heritage sul quotidiano britannico The Guardian che forse sarebbe il caso di restringere i nudi sul grande e piccolo schermo solo agli attori che hanno più di 50 anni: «Se solo le persone di mezza età potessero fare scene di nudo, saremmo certi che si tratterebbe di scene vitali per la sceneggiatura (…) E questo ci costringerebbe ad affrontare i nostri corpi per quello che sono realmente, non nella perfezione levigata della giovinezza, ma con tutti i lividi, le rughe e le macchie della mezza età. Potrebbe effettivamente essere salutare».
Nell’epoca dei social media, poi, è praticamente impossibile controllare un’immagine. Una volta online, quel nudo è potenzialmente riproducibile all’infinito: ecco perché è importante acconsentire alla sua diffusione ed essere consapevoli della propria scelta. In questo senso, una donna più matura può affrontare lo scrutinio pubblico meglio di una ragazza, perché magari più sicura di sé e meno inesperta. Il nudo, anzi, può essere liberatorio, un modo per riappropriarsi del proprio corpo, per le celebrity ma anche per le donne normali, che mai come in questo periodo storico hanno a loro disposizione piattaforme sulle quali caricare immagini di sé.
Quella del Guardian è naturalmente una provocazione, ma innesca un ragionamento interessante perché mette in evidenza il paradosso che caratterizza una larga parte dell’intrattenimento televisivo e cinematografico, dove il corpo femminile è ancora uno strumento per “catturare” e compiacere l’attenzione maschile. A due anni dal caso Harvey Weinstein, poi, riaccende nuovamente i riflettori su un’industria che molto spesso si basa sullo sfruttamento, più o meno consapevole, di attori giovani e inesperti. Ma soprattutto ci mette di fronte a una verità tanto banale quanto disarmante, e cioè che il corpo, soprattutto quello delle donne, è ancora territorio di incomprensibili tabù. Se non altro, vedere più nudi di donne (e uomini!) over 50 non potrebbe che farci bene, come Jennifer Lopez insegna.