Quando la raggiungiamo al telefono la prima reazione è di incredulità. Ride ma ancora fa fatica a comprendere che la sua storia diventerà un libro. «Sono contenta. Ci speravo però non me l’aspettavo perché leggevo le altre concorrenti: anche loro sono state molto molto brave».
Monica ha 52 anni, vive a Fano, e ha 3 figli grandi «La maggiore è ingegnere gestionale, la seconda ha una sala da tè e ogni tanto le do una mano, il più piccolo ha iniziato quest’anno l’università. Fa informatica applicata» racconta con orgoglio.
Raccontare se stessi
9 anni fa Giorgio, il marito di Monica, è entrato in coma per un aneurisma cerebrale e ci è rimasto 9 mesi prima di morire. Un’esperienza dolorosa che la nostra vincitrice racconterà nel memoir che verrà pubblicato da Mondadori. Quasi un diario di giornate piene di angoscia con tanti dubbi da risolvere e tante domande a cui dare risposte. «Ora che questo romanzo sta diventando realtà ho un po’ paura. La paura che c’è quando si mette in discussione se stessi e si raccontano cose molto personali. C’è anche la paura di fare provare dolore agli altri, perché non ci sono solo io».
Mettersi in discussione
Il nostro concorso, e il talent (le altre prove le potete leggere in questo speciale), sono serviti «per tirare fuori cose che avevo seppellito, lasciate dentro di me, e su cui non mi ero mai davvero soffermata» dice.
L’argomento, quello del coma e del fine-vita, è una cosa su cui si discute molto ultimamente.
«Ma una cosa è viverlo da vicino. È diverso. A volte mi capita di leggere articoli e opinioni su cui non sono d’accordo. Nel libro racconterò la mia visione, anche rispetto alle cure. E spiegherò come sono cambiata».
Ripartire da zero
«Dopo la scomparsa di mio marito ho dovuto ricominciare da capo. Ho avuto poco tempo per pensare a me stessa. La grande era maggiorenne, ma gli altri due miei figli erano ancora piccoli. È stato molto difficile. Il momento peggiore è stato quando ho realizzato qual era la situazione reale, che Giorgio non sarebbe più “tornato”. Ora però siamo tutti più tranquilli, di nuovo in carreggiata».
Monica ora ha intrapreso un percorso di studi nel settore olistico e ha tanti altri interessi.
Scrivere per tirare fuori sogni e speranze
«Scrivere? Lo faccio spessissimo, ho sempre un quadernino con me, ci appunto pensieri e immagini. A volte lo faccio anche al computer. Li chiamo “I miei pensieri confusi” o “Pezzetti di me”. La scrittura è… un modo per entrare in un’altra dimensione, per tirare fuori sogni, speranze, a volte anche delusioni. E poi con me c’è sempre un libro. Sono una lettrice appassionata da quando ero bambina. Ho libri ovunque in casa. E per fortuna i miei figli sono cresciuti con la stessa passione».