L’Italia e il mondo del calcio piangono Totò Schillaci. L’idolo di Italia 90 si è spento all’età di 59 anni all’ospedale Civico a Palermo dove era stato ricoverato in gravi condizioni lo scorso 7 settembre. Il bomber della Nazionale, della Juventus e dell’Inter sembrava nei giorni scorsi rispondere alle cure del medici, tanto che i bollettini segnalavano un leggero ma costante miglioramento. Nelle ultime ore le sue condizioni si sono aggravate, fatale gli è stato il tumore al colon, per cui era già stato operato due volte. Lascia la moglie Barbara e tre figli: Jessica, Mattia e Nicole.

I primi passi da calciatore

Nato a Palermo il 1° dicembre 1964, dopo aver mancato il passaggio alla squadra della sua città per pochi milioni di lire, Schillaci, che giocava nell’AMAT, fu acquistato dal Messina nel 1982, quando doveva ancora compiere 18 anni. Dopo aver segnato 11 gol complessivi nelle sue prime tre stagioni, ne fece altrettanti nella quarta, contribuendo in maniera decisiva alla promozione dei siciliani in Serie B. Nella categoria cadetta, guidato da Franco Scoglio, giocò per altre tre stagioni, segnando 13 gol nel 1987-1988 e addirittura 23 nel 1988-89, quando fu capocannoniere con Zdenek Zeman in panchina.

Il trasferimento alla Juve e le Notti Magiche

Fu quella stagione sotto la guida dell’allenatore boemo a lanciarlo nel calcio che conta, verso la Juventus che lo acquistò per 6 miliardi di lire. Già dalla prima stagione diventò titolare realizzando 15 gol in 30 partite di campionato. Contribuì in maniera decisiva alle vittoria del club bianconero in Coppa Italia e in Coppa Uefa. Queste ottime performance convinsero il ct Azeglio Vicini a convocarlo per il Mondiale del ’90.

Totò Schillaci

Schillaci cominciò dalla panchina come riserva di Andrea Carnevale. Nella seconda metà del secondo tempo dell’incontro di apertura contro l’Austria, con il match inchiodato sullo 0-0, Totò entrò in campo segnando di testa dopo quattro minuti il gol che permise agli azzurri di vincere la partita. Inevitabilmente, Schillaci diventò titolare dell’attacco italiano con Roberto Baggio, segnando in tutte le successive gare giocate dagli azzurri. Le sue reti, sei in totale, non bastarono all’Italia per vincere il titolo, ma furono sufficienti affinché quell’attaccante con movenze da videogioco diventasse un idolo: con i suoi occhi spiritati e le braccia alzate al cielo rappresentò il sogno di quelle notti di mezza estate.

Schillaci: «Il calcio mi ha dato tutto»

La nazionale guidata da Vicini arrivò terza, eliminata a Napoli in semifinale dall’Argentina di Maradona: ma Schillaci si aggiudicò i titoli di capocannoniere e di miglior giocatore della competizione. Se i rimpianti segnarono il calcio italiano per quella mancata impresa, lui non ne uscì scalfito: «Da piccolo sognavo di fare il calciatore e, insieme a questo, ho realizzato tutti i miei desideri: per esempio, giocare nella Juve. Mi sarei accontentato di poco, invece il calcio mi ha dato tutto: fama, vittorie, denaro», raccontò qualche tempo fa in una intervista.

Il primo italiano nel campionato giapponese

Nelle stagioni successive a Italia 90 la stella di Schillaci iniziò a eclissarsi. Cominciò a segnare sempre meno, tormentato anche da una separazione da giornali scandalistici con la prima moglie Rita Bonaccorso. Alla fine della stagione 1991-1992, con l’arrivo di Gianluca Vialli in bianconero, lasciò Torino per passare all’Inter per 8,5 miliardi di lire, segnando in due stagioni 11 gol in 30 partite. Nell’aprile del ’94 il trasferimento in Giappone, allo Júbilo Iwata, diventando il primo calciatore italiano a militare nel campionato nipponico. Nel 1997 vinse con la sua squadra la J League, ma subì anche un serio infortunio che lo costrinse definitivamente lontano dai campi di gioco, fino al ritiro del 1999.

Totò Schillaci

La vita dopo il calcio

Appesi gli scarpini al chiodo, Schillaci tornò a Palermo dove, nel 2001, si candidò come consigliere comunale con Forza Italia. Eletto, si dimise dopo un paio d’anni. Nel 2004 partecipò al reality L’isola dei famosi e nel 2008 prese parte al film Amori bugie e calcetto insieme ad altri ex calciatori. Nel 2011 interpretò il ruolo di un boss mafioso in una puntata di Squadra antimafia – Palermo oggi. L’anno dopo il cameo in un episodio della serie Benvenuti a tavola – Nord vs Sud.

Con Andrea Mercurio, nel 2016, pubblicò l’autobiografia Il gol è tutto. Nel 2019, improvvisatosi rapper, partecipò al singolo Gli anni degli anni dei 78 Bit. Nel 2021 fu concorrente al programma televisivo Back to School, nel 2023, in coppia con la seconda moglie Barbara, arrivò in semifinale nel reality Pechino Express: scampoli di popolarità per uno che in un’altra semifinale, nel 1990, seppe far sognare più di 27 milioni di telespettatori.