“Mi metterò da parte e farò passare avanti ancora una volta una donna, sono certo che farà meglio di me. È stato mio padre a prendere questa decisione che io trovo molto giusta e moderna. Tra poco, in Europa, ci saranno più regine che re”. Parola di Emanuele Filiberto di Savoia che in un’intervista al Corriere della Sera dichiara di voler rinunciare al diritto di successione al trono d’Italia nella linea dinastica della casata Savoia (pur non avendo un trono, tantomeno un regno da passare in eredità). Lo farà in favore della figlia 19enne Vittoria.
I Savoia e l’abbandono della legge salica
Nel 2020 Vittorio Emanuele di Savoia, figlio dell’ultimo re d’Italia Umberto II, aveva incluso le donne della famiglia nella linea di successione, abbandonando di fatto il rispetto della legge salica, secondo cui l’erede al trono deve essere di sesso maschile. “Lo stanno capendo tutti, anche se un po’ tardi, che l’intelligenza e la sensibilità delle donne al comando può essere meravigliosa. La legge salica è anacronistica, è depassé. Gli uomini non hanno nulla di più, semmai di meno“, aggiunge il principe.
La figlia Vittoria
Della primogenita Vittoria, Emanuele Filiberto di Savoia dice: “È sensibile, intelligente e aperta. Studia in Inghilterra, Storia dell’Arte e Scienze Politiche”. Attenta a ciò che la circonda, ama il contatto umano, si preoccupa di ciò che vede intorno a lei, tanto che “appena è scoppiata la guerra in Ucraina è immediatamente partita con la Croce Rossa per portare aiuti”.
Elogio alle donne di casa Savoia
L’intervista al Corriere dà modo al principe di parlare dell’universo femminile, delle donne di casa Savoia in particolare (“Saranno loro a rimanere nella storia rispetto agli uomini“).
Femminista convinto, racconta della Regina Margherita che “aprì la corte di Casa Savoia, mondanizzando la monarchia”. Poi la Regina Elena, “donna di grande carità” che si spese in prima persona come crocerossina dopo il terremoto di Messina. “Voglio ricordare anche la grande modernità di mia madre – prosegue Emanuele Filiberto – che è stata campionessa mondiale di sci d’acqua e che, quando eravamo in esilio, ci ha rappresentato in modo egregio”. Un pensiero va a nonna Maria José, fondamentale nell’appassionarlo alla cultura. “Era straordinaria. Mi offriva sempre un libro da leggere e poi ne parlavamo”.
L’Italia e la monarchia
Infine il rapporto con l’Italia: “Credo di essere stato il primo della famiglia a essere riuscito ad avvicinarsi molto agli italiani – racconta Emanuele Filiberto -. E io lo vedo, quando cammino per strada, il grande affetto della gente”.
E sulla monarchia afferma: “Piace alla gente. Lo si è notato dai numeri astronomici dei telespettatori che hanno visto sia il funerale di Elisabetta che l’incoronazione di Carlo III”. “La monarchia ha qualcosa di affascinante che le persone amano guardare anche da lontano. Forse – conclude – quando ci sono periodi di crisi, la gente scorge nei re e nelle regine una presenza forte, quasi spirituale”.