In La battaglia dei sessi, ora nelle sale, la 28enne Emma Stone si cala per la prima volta nei panni di una persona reale per interpretare la tennista americana Billie Jean King, oggi 73enne. Il film di Jonathan Dayton e Valerie Faris (marito e moglie, già registi del cult Little Miss Sunshine) racconta la partita disputata il 20 settembre 1973 tra la 29enne Billie Jean King, una delle giocatrici più importanti, e l’ex campione Bobby Riggs (Steve Carell), che a 55 anni era sicuro di batterla.
Un match storico
Alla fine dell’evento sportivo, visto da oltre 90 milioni di spettatori, King sconfisse il misogino Riggs. «Quella partita, iniziata come una provocazione, ha avuto un impatto fondamentale nel dibattito sulla disparità salariale: le donne del tennis venivano pagate 8 volte meno dei colleghi maschi» spiega l’attrice, premio Oscar per La La Land.
Una relazione segreta
La pellicola racconta anche la relazione segreta tra la campionessa, che prima di diventare un’icona LGBT è stata sposata con un uomo, e la parrucchiera Marilyn Barnett. «Se qualcuno lo avesse scoperto, la sua carriera sarebbe finita» prosegue Emma. «Sono stati anni molto difficili per lei».
Un tema attuale
Oggi, 44 anni dopo quell’incontro, le cose non sono cambiate granché. «È deprimente osservare come, ancora ora, si parli degli stessi argomenti. Quel match ha rivoluzionato le vite di molte donne, che trovarono il coraggio di chiedere un aumento sul posto di lavoro» racconta Emma, che oggi è l’attrice più pagata al mondo con 26 milioni di dollari a film.
Una prova da fuoriclasse
Per prepararsi al ruolo, la Stone ha messo su 7 chili di muscoli: «Ho guardato filmati dell’epoca e mi sono allenata sollevando pesi. Durante le partite Billie Jean era aggraziata e forte, perciò pensavo che sarebbe stato semplice. Mi sbagliavo». Ma Emma è diventata brava con la racchetta? «Per niente, serve un grande controllo che io non possiedo. Però è stata un’esperienza incredibile anche solo provarci».