C’era una volta il West, Nuovo cinema paradiso, The mission, Per un pugno di dollari, Una pistola per Ringo, Il buono il brutto il cattivo, Giù la testa, Il mio nome è nessuno, The Untouchables – Gli intoccabili sono solo alcuni dei più noti titoli di uno dei più grandi compositori di colonne sonore non solo del Novecento ma di sempre. Ennio Morricone si è spento la mattina del 6 luglio a 91 anni. E il mondo, non solo l’Italia, piange oggi quel maestro così umile, riservato e schivo che ci ha fatto sognare ed emozionare scrivendo note memorabili che rimarranno indelebili nella storia della musica e del cinema. Quel cinema che gli ha “regalato” due Oscar, tre Grammy Awards, quattro Golden Globes, sei Bafta, dieci David di Donatello, undici Nastri dʼargento, due European Film Awards e un Leone dʼOro alla carriera più che meritati, perché Ennio Morricone si è formato attraverso una lunghissima gavetta di arrangiatore prima di essere direttore d’orchestra e compositore. In pochi sanno infatti che come giovane arrangiatore della Rca ha contribuito anche a formare il sound degli anni sessanta italiani, confezionando brani come Sapore di sale, Il mondo, Se telefonando, e i successi di Edoardo Vianello Pinne fucile ed occhiali e Guarda come dondolo.
Nel cinema, il nome di Morricone è legato innanzitutto alla collaborazione con il regista Sergio Leone – erano stati compagni di scuola alle elementari – per il quale compose negli anni Sessanta le colonne sonore dei film “spaghetti-western” legati indiscutibilmente all’attore e grande amico di vita Clint Eastwood, e poi negli anni Ottanta C’era una volta in America, l’ultimo film della carriera di Leone. Ma Morricone fece anche moltissimo altro nel cinema: si occupò di colonne sonore per film di ogni genere, lavorando tra gli altri con Brian De Palma, John Carpenter, Barry Levinson, Mike Nichols, Pier Paolo Pasolini, Bernardo Bertolucci e Quentin Tarantino a cui lo legava un’amicizia speciale.
Nel 2007, dopo essere stato nominato per ben cinque volte tra il 1979 e il 2001 senza aver mai ricevuto il premio, Ennio Morricone ha ricevuto il premio Oscar onorario alla carriera «per i suoi contributi magnifici all’arte della musica da film» mentre il 28 febbraio 2016 ottiene il suo secondo Oscar (consegnato dalle mani di Clint Eastwood) proprio per le partiture del film di Quentin Tarantino, The Hateful Eight, per la quale si è aggiudicato anche il Golden Globe, e che Morricone dedicò «a tutti quelli che lo hanno meritato e non lo hanno mai avuto»
Figlio di un trombettista che gli ha trasmesso la grandissima passione per questo straordinario strumento e diplomato al Conservatorio di Santa Cecilia nella stessa materia e in direzione d’orchestra, Ennio Morricone siedeva da molto tempo prima dell’Oscar nel ristretto pantheon dei più grandi musicisti da cinema come conferma la miriade di premi che scandiscono la sua carriera. Ma non è tutto: la sua musica ha sempre avuto un enorme impatto passando trasversalmente attraverso diverse generazioni e assicurandogli la fama oltre il cinema con più di 70 milioni di dischi venduti.
Ennio Morricone ha lasciato un grande vuoto anche nella musica vera e propria dove ha da sempre sperimentato tra generi e attività. A fine anni Ottanta collaborò con i Pet Shop Boys alla canzone “It Couldn’t Happen Here”; diversi grandi artisti, tra cui il chitarrista degli U2 The Edge, hanno parlato di lui come del loro musicista preferito e di una delle loro principali influenze artistiche. E come ha ricordato anche il New York Times, “L’estasi dell’oro”, famoso brano di Il buono, il brutto, il cattivo è stata la canzone scelta dai Ramones per chiudere i loro concerti e dai Metallica per aprirli. Infine, nel 2007 al disco di Ennio Morricone “We All Love” parteciparono personaggi del calibro di Bruce Springsteen, Roger Waters, Quincy Jones e Andrea Bocelli.
I funerali di Morricone si terranno in forma privata «nel rispetto del sentimento di umiltà che ha sempre ispirato gli atti della sua esistenza». Lo ha annunciato la famiglia del premio Oscar attraverso l’amico e legale Giorgio Assumma che racconta gli ultimi istanti del maestro: «Si è spento all’alba del 6 luglio in Roma con il conforto della fede. Ha conservato sino all’ultimo piena lucidità e grande dignità. Ha salutato l’amata moglie Maria che lo ha accompagnato con dedizione in ogni istante della sua vita umana e professionale e gli è stata accanto fino all’estremo respiro. Ha ringraziato i figli e i nipoti per l’amore e la cura che gli hanno donato. Ha dedicato un commosso ricordo al suo pubblico dal cui affettuoso sostegno ha sempre tratto la forza della propria creatività».
Una volta, alla domanda “Cos’è il potere della musica?”, Ennio Morricone rispose: «È un potere che crea un legame collettivo, una comunità dell’ascolto». Oggi certamente questo potere ci lega nel suo ricordo.