«Tutti nella vita ci siamo innamorati almeno una volta. L’amore parla a tutti». Così Enrico Nigiotti, il cantautore livornese che, dopo la partecipazione a X Factor 11, al Festival di Sanremo è già stato tre volte, presenta la sua Baciami Adesso, canzone dal ritornello martellante che resterà in testa facilmente. La dedica alla sua fidanzata per quei momenti in cui le parole diventano di troppo e diventa apripista al suo nuovo album Nigio. Per la serata delle cover sceglie Ti regalerò una rosa (Simone Cristicchi, 2007) con Simone Cristicchi. Dal 2 maggio sarà in tour nei teatri.
Baciami adesso è una canzone d’amore.
Assolutamente, canto l’amore nella semplicità. L’amore è un sentimento che tutti hanno provato almeno una volta nella vita. È una cosa che arriva. Chiunque ci si può rivedere. Canto quel momento in cui si mette in manette l’istinto. Con le parole si vincono le cause, spesso è meglio stare zitti e zittire con il silenzio dei baci.
Quando l’hai scritta?
Quest’estate. In quel momento avevo bisogno di un bacio. Ho scritto il mio nuovo disco a Bologna, volevo trovare un nuovo habitat per le mie canzoni.
Perché Bologna?
È metropoli, ma anche provincia. Volevo stare in studio “alla vecchia”, senza comfort. Provare a lavorare in maniera diversa. I testi del disco sono nati nelle pause delle registrazioni, di notte. Avevo l’hotel accanto allo studio, la stanza era un buco. Ma la scomodità ha fatto in modo di farmi trovare i tempi giusti per completare ogni brano.
Di cosa parleranno le tue nuove canzoni?
Tutto quello che scrivo parte da me. Non riuscirei mai a scrivere una cosa che non vivo. Posso scrivere di cose che ho visto tramite i miei amici o le altre persone, ma preferisco buttare fuori quello che ho vissuto.
Come sarà il nuovo album?
Più ricercato, anche a livello di suoni. Mi metto in mostra con la chitarra, come farò già a Sanremo. Porto la chitarra elettrica sul palco. Babbo è contento.
Tornare a Sanremo che effetto fa?
Sono contentissimo. È una manifestazione importante, ti crea lavoro per tutto l’anno, se lo fai bene. Penso mi possa servire ancora per provare ad avere una chiusa sulla conquista del pubblico. A maggio sarò in tour in teatro.
Ti piacciono i teatri?
Mi piacciono perché tutte le cose che si fanno in teatro mi sembrano più importanti, o lo diventano. Le pause di silenzio fanno parte dello spettacolo, senti gli occhi addosso, il contatto con il pubblico è palpabile. Diventa tutto più sacro.
Una cosa che hai imparato dalle precedenti esperienze?
Sanremo per me ti insegna tutto ma non ti ricordi nulla. Al secondo anno consecutivo è come se tornassi vergine con la stessa persona. Ma ho ricordi positivi e arrivo carico.
Come ti stai preparando?
Sono in pieno detox. Se ti levi i vizi sei più concentrato. Non sto bevendo vino.
Il tuo posto preferito di Sanremo?
L’Hotel Globo! È vicino al Teatro. È a conduzione familiare.
Di quest’ultimo anno, hai un ricordo speciale?
Hanno piantato un bosco di salici in Lunigiana, chiamandone uno Nonno Hollywood. Accanto c’è Smisurata preghiera di Fabrizio De André.
Look?
Rock elegante. E i miei accessori.
Una cosa che non puoi assolutamente dimenticare?
L’anello di mio nonno. Non lo tolgo mai.