E alla fine i pronostici si sono avverati! I Måneskin si portano a casa la 65esima edizione dell’Eurovision Song Contest con la loro “Zitti e buoni” e trionfano alla Rotterdam Ahoy di Rotterdam grazie al voto della giuria popolare che li fa schizzare in cima alla classifica. I Måneskin avevano già vinto il premio per il miglior testo dell’edizione del 2021 e sono anche stati gli artisti più ascoltati su Spotify tra gli artisti partecipanti nella lunga settimana che ha portato alla finale di sabato 22 maggio.
Pur piazzandosi sempre molto bene, l’Italia ha vinto solo due volte nella lunga storia dell’evento musicale più seguito al mondo: era successo infatti nel 1964 con Gigliola Cinquetti e la sua “Non ho l’età” e nel 1990 con Toto Cotugno che cantava “Insieme: 1992”. Questa volta, però, è il televoto a incoronare la band italiana, che era quinta nella classifica di qualità ma che si è piazzata al primo posto con ben 524 punti grazie ai voti dei cittadini europei .
Un palco di 900 metri, 26 Paesi in gara dei 39 partecipanti, due semifinali e un solo vincitore: dopo l’edizione “a distanza” del 2020, in cui Diodato aveva emozionato cantando nell’Arena di Verona deserta e soprattutto dopo la delusione del 2019, quando Mahmood era arrivato secondo, la manifestazione è tornata a svolgersi dal vivo, nel rispetto di tutte le normative Covid.
Le esibizioni come sempre sono state da capogiro: abbiamo visto le scatenatissime serbe Hurricane che hanno cantato e ballato “Loco Loco”, i Blind Channel, finlandesi metallari della domenica, i deliziosi islandesi Daði og Gagnamagnið con l’elettro-pop di “10 Years”, i lituani The Roop che ci riportano agli anni Ottanta e ci fanno venire voglia di tornare in discoteca (a loro sono andati i 12 punti della giuria di qualità dell’Italia), ma anche la magnetica Kateryna Pavlenko dei Go_A a rappresentare l’Ucraina con una canzone che parla della coltivazione della canapa e Jeangu Macrooy dei Paesi Bassi, che hanno ospitato l’evento, che fa un tributo dal palco al movimento Black Lives Matter.
Ma c’è anche chi ha puntato sulla semplicità, come la francese Barbara Pravi e lo svizzero Gjon Muharremaj, che hanno inizialmente dominato la classifica della giura di qualità dei Paesi partecipanti, che incide per il 50% (il restante 50% è affidato al televoto). I Paesi che hanno dato 12 punti all’Italia sono stati la Slovenia, l’Ucraina, la Croazia e la Georgia, ma è la giuria popolare a stravolgere la classifica e a far schizzare i Måneskin in cima, quando ormai la mezzanotte è passata da un pezzo. Nel 2022 il carrozzone dell’Eurovision si sposta così in Italia: non vediamo l’ora di celebrarlo!