È vero che il principe Harry è ormai a tutti gli effetti un cittadino californiano, ma non è ancora un elettore degli Stati Uniti – né, del resto, lo è nella sua natia Inghilterra. «Molti di voi potrebbero non sapere che non sono mai stato in grado di votare nel Regno Unito in tutta la mia vita», ha raccontato il duca di Sussex al Time scatenando così l’ira di migliaia di sudditi britannici che hanno subito sottolineato la sua “presunta” violazione del protocollo reale.
È insolito, naturalmente, che un reale britannico parli dell’elezione di un altro Paese. Ma del resto ci troviamo di fronte ad un’insolita realtà visto che il principe Harry è sposato con una cittadina americana e non è più un membro senior della Royal Family. E nella sua franchezza ha confermato qualcosa su cui si è spesso scritto ma mai del tutto chiarito e cioè che alla famiglia Windsor si proibisce di votare, anche se non esiste una vera e propria legge a riguardo.
Apriti cielo! Altra tegola arrivata sul capo incoronato della Regina più longeva della storia. Si scopre che in realtà esiste un dibattito di lunga data sull’argomento; e ovviamente anche sul fatto che Harry (come qualsiasi altro membro della Monarchia) possa o meno votare. Durante i 68 anni di regno della regina Elisabetta, mantenere la sua neutralità politica è stata una delle sue principali priorità, sebbene in passato abbia incoraggiato a recarsi a votare. Una neutralità che il principe Carlo prima e il principe William poi hanno portato avanti, anche se l’attivismo ambientale di Carlo si è avvicinato abbastanza alla politica da raccogliere alcune critiche. La discussione ha persino necessitato uno “statement” da parte del Palazzo e sul sito web di Buckingham Palace è stato pubblicato questo annuncio: «Per convenzione, la Regina non vota né si candida alle elezioni, tuttavia Sua Maestà ha importanti ruoli cerimoniali e formali in relazione al governo del Regno Unito». Sebbene quindi la legge britannica non lo richieda chiaramente, la tradizione vuole che la neutralità politica venga estesa a tutti i membri della famiglia reale.
Nonostante in Gran Bretagna Harry non goda più dell’affetto incondizionato dei sudditi dopo la scelta di trasferirsi in America, c’è comunque ancora chi lo sostiene. Persino tra i politici. Tanto che qualcuno non è d’accordo sul fatto che la famiglia reale non sia autorizzata a votare. Si è perfino cercato di ripristinare il diritto di voto: «Sappiamo che i membri della cerchia ristretta della famiglia reale sono incoraggiati a non votare, ma possono certamente farlo perché è un loro diritto e dovere».
Ovviamente Meghan Markle, con buona pace di tutti, inglesi e americani, ha espresso la sua opinione in merito facendo capire bene da dove arrivasse questa esigenza di voto (mai espressa prima) del principe Harry. «Spesso è difficile per uomini e donne ricordare quanto sia stato difficile ottenere il diritto di voto ed essere veramente consapevoli del suo significato e non darlo per scontato. Mio marito, per esempio, non è mai stato in grado di votare. Penso però che il diritto di voto non sia un privilegio ma un diritto che deve valere per tutti».
Non vogliamo neanche immaginare la reazione di Elisabetta II, grande sostenitrice della disciplina, dell’etichetta e soprattutto delle tradizioni. Gli esperti di legge affermano che l’idea del voto di un monarca è un ossimoro perché le due camere del parlamento britannico – la Camera dei Comuni e la Camera dei Lord – sono state costituite proprio per mettere un freno al potere del Re, quindi è ragionevole pensare che la maggior parte dei regnanti non abbia mai nemmeno pensato di votare. D’altra parte, la Gran Bretagna si posiziona costantemente come una delle prime 15 società più democratiche dell’Economist Intelligence Unit. E in una società egualitaria nessuno può privare del diritto di voto una classe sociale, anche se si tratta della più privilegiata!
Insomma, questa volta hanno davvero ragione Harry e Meghan? I membri della famiglia reale sono troppo limitati nella loro libertà di parola?