Gli Obama, in campagna elettorale permanente
Ina coppia di potere non riposa mai. Barack e Michelle Obama, nel celebrare su Instagram il 28esimo anniversario di nozze, si sono professati grati e innamorati, poi sono passati al sodo: se volete farci un regalo, convincete un indeciso a iscriversi alle liste elettorali (negli Stati Uniti il voto non è un diritto innato ma va prenotato). Da quando hanno infranto la bolla di buona creanza che impedisce a una ex coppia presidenziale di criticare l’amministrazione in carica, appoggiando la candidatura del democratico Joe Biden, gli Obama sono entrati in campagna elettorale permanente.
La loro sola esistenza in vita ricorda in ogni istante che un altro modo è possibile, non solo di governare l’America, ma anche di navigare in coppia le forme più pervasive di ambizione. «La sua innata fiducia in se stesso è ammirevole, certo, ma onestamente provate voi a viverci insieme» scriveva Michelle nell’autobiografia Becoming – La mia storia, che è il memoir più venduto di sempre. Almeno fino a quando non uscirà quello di Barack, dopo le elezioni.
William, Kate e il dovere di fare la Storia
In Inghilterra esce in questi giorni l’ennesimo libro sui dolori dei giovani Windsor: si intitola Battle of Brothers e lo ha scritto lo storico Robert Lacey (già consulente per la serie tv The Crown). L’obiettivo dichiarato è ricostruire dalle origini lo scontro fratricida tra William e Harry, ma la parte più avvincente – che si intravede sullo sfondo – è l’ascesa al potere di Kate Middleton, la quale appena 20enne decise di cambiare università all’ultimo momento al solo scopo di diventare compagna di corso di William, e pertanto (futura) regina d’Inghilterra.
C’è chi pensa sia Meghan Markle la più determinata delle duchesse, ma è soltanto uno stile diverso. L’approccio al potere di Kate è quello della predestinata: composto, pragmatico, all’interno di precisi limiti costituzionali. E mentre lei graziosamente perfeziona l’incedere regale, William si ammorbidisce nel ruolo borghese del padre di famiglia. Si sono trovati a metà strada, e condividono lo stesso orizzonte: quello della Storia.
Harry, Meghan e la ribellione come stile di vita
Meghan e Harry, invece, sono impegnati in una gara di popolarità. Hanno lottato freneticamente per occupare un posto nell’ecosistema dei potenti, ma quale sia di preciso non si capisce ancora. Al momento il loro impatto si misura in conferenze via Zoom e promesse da mantenere su Netflix. Si piacciono, si stringono, si sostengono; il loro amore è prima di tutto un’alleanza. Ma la dinamica è rivoluzionaria: è lei che ha stabilito il contesto, è lui che si è trovato nell’urgenza di adattarsi. Adesso hanno bisogno di una legittimazione che non può essere istituzionale, perché hanno rinunciato a ogni privilegio, ma non può neanche essere politica, perché nessuno li ha mai scelti a rappresentare alcunché. Rimane la strada della celebrità.
Chrissy Teigen e Chiara Ferragni: il potere della condivisione
La fama è regolata da una formula a tre variabili: autenticità, eccezionalità, infallibilità. Se deve essere conseguita in coppia, la quantità di cose che possono andare storte diventa esponenziale. I più bravi sono Chrissy Teigen e John Legend: hanno sufficiente talento da giustificare un gran successo (lui) e impareggiabile istinto nell’indovinare il tono per parlare di sé (lei). Quando hanno confidato ai social un aborto spontaneo – «Per noi sarà per sempre Jack» – in tanti si sono riconosciuti, e le condoglianze sono presto diventate una conversazione collettiva sul più indecifrabile dei lutti.
È quello che Chiara Ferragni chiama «il potere della condivisione», e che in effetti padroneggia da fuoriclasse. Per anni Chiara Ferragni ha incassato imperturbabile insulti e cattiverie, ora si ritrova con un capitale di buona fede formato famiglia. A beneficiarne è innanzitutto Fedez, perfetto nel ruolo di influencer consorte: sempre un passo indietro, irresistibile con i figli (nati e nascituri, è in arrivo una bambina). Due anni fa l’avevano proposta all’Ambrogino d’oro per meriti imprenditoriali, ma i dotti si indignarono; quest’anno sono candidati entrambi in virtù della raccolta fondi per il San Raffaele di Milano. Se si presentassero, probabilmente, in Lombardia vincerebbero pure le elezioni.
Bill Gates ed Ellen DeGeneres: il principio di solidarietà
La pandemia ha ribaltato in tutto il mondo la classifica dei buoni e dei cattivi. Vi ricordate Bill Gates? Fino a 15 anni fa era il nerd più ricco del mondo, oggi con la formidabile moglie Melinda non solo finanzia la ricerca per un vaccino anti-Covid attraverso la sua fondazione, ma si batte affinché possa essere alla portata di ogni economia.
Invece è scivolata in basso Ellen DeGeneres, fata madrina dell’omosessualità in tv: su Twitter è stata attaccata per presunte prepotenze con il suo gruppo di lavoro. Quando a settembre è ricominciato il suo show, ha esordito con un lungo monologo di scuse. Lo studio era vuoto a eccezione di Portia DeRossi, sua moglie da 12 anni, che applaudiva solidale. Conviene essere in due a mandare avanti la baracca.