Questo Sanremo non s’ha da fare. O forse sì. Su Twitter le opinioni si sprecano e si è scomodata persino la politica, oltre ai vertici di mamma-Rai per metter un punto alla vicenda. Insomma in questi giorni il dibattito è infuocato: pubblico sì o pubblico no? figuranti sì o figuranti no? l’Ariston, come tutti i teatri, deve essere chiuso al pubblico o per il Festival della canzone italiana si può ottenere una speciale dispensa? perché Sanremo deve essere diverso da tutti gli altri show televisivi?
Cerchiamo di fare chiarezza: Sanremo ha sempre trascinato dietro di sé polemiche, colpi di scena, gossip e persino tanta passione. Ma l’edizione del 2021 potrebbe davvero superarle tutte.
Fino a qualche giorno fa, era infatti tutto pronto per la kermesse musicale più famosa del Belpaese in programma dal 2 al 6 marzo: il Consiglio Direttivo della Federazione Industria Musicale Italiana aveva infatti formalmente adottato il protocollo di sicurezza con le linee guida seguite da tutte le case discografiche presenti al Festival di Sanremo: «Il protocollo sarà diffuso a tutti i media, operatori, istituzioni ed albergatori consentendo a tutti i soggetti coinvolti di adeguare le misure di sicurezza agli standard più elevati in occasione dei rapporti con l’industria discografica durante la manifestazione», si leggeva nella nota.
Era stato perfino divulgato un annuncio di ricerca di figuranti (conviventi come genitori, figli ma anche fidanzati o coppie sposate) che potessero occupare le poltroncine rosse in platea. Una condizione necessaria per garantire un colpo d’occhio per la regia che deve, in qualche modo, riempire con inquadrature d’effetto 380 persone sedute in una platea di 1.242 posti in modo da non dare l’impressione di una sala vuota. Insomma, una rivoluzione per il Festival di Sanremo, ma nulla di nuovo per quello che riguarda le altre produzioni televisive di Sky, Mediaset e Rai, ormai abituate a show senza pubblico.
Ma questa “preferenza” per il teatro Ariston in un momento in cui tutti gli altri teatri d’Italia sono chiusi a causa della pandemia è sembrata a molti ingiustificabile oltre che irrispettoso. Un tweet del ministro della Cultura Dario Franceschini ha escluso la possibilità di fare un eccezione per il festival: niente pubblico, nemmeno figuranti: «Il teatro Ariston di Sanremo è un teatro come tutti gli altri e quindi il pubblico, pagante, gratuito o di figuranti, potrà tornare solo quando le norme lo consentiranno per tutti i teatri e cinema».
Il conduttore Amadeus ha risposto sempre su Twitter con una citazione da Aristotele: «L’ignorante afferma, il colto dubita, il saggio pensa». E ha messo in dubbio persino la sua presenza: «O tutti compatti o si rimanda al 2022». Ha detto anche in un intervista al Corriere della Sera: «Dobbiamo offrire al pubblico a casa e agli artisti che sono sul palco la possibilità di avere uno spettacolo vero. Chi dice che il pubblico non serve fa un altro mestiere. Io non mi metto a sindacare sui protocolli sanitari e mi affido al giudizio di tecnici ed esperti. Su come si fa uno spettacolo invece penso di avere l’esperienza per sapere come si realizza uno show così importante».
Ma non tutti quelli che si intendono di spettacolo sono dalla sua parte. L’attore, regista e produttore Ricky Tognazzi per esempio twitta «Il dibattito su Sanremo 2021 è stucchevole e irrispettoso nei confronti del pubblico, dei lavoratori di teatro e cinema che stanno morendo di fame per il Covid 19 e la sua mala gestione. Basta! Possiamo per una stagione fare a meno di Sanremo».
E allora possiamo fare a meno di Sanremo per un anno?
E il punto è proprio questo: possiamo fare davvero a meno di Sanremo, delle sue canzoni, della gara, della sfilata di abiti, dei pettegolezzi, delle polemiche nei confronti del conduttore, delle co-conduttrici e della tensione che crea questo evento? In molti dicono no: le cinque serate sono un toccasana per il Paese che sembra faticare a riprendersi e sarebbe il migliore dei modi per galvanizzare e sostenere un settore in grave difficoltà.
Mentre Rai, Governo, Codacons e conduttori litigano, sui social c’è anche chi propone scherzosamente di chiedere a Conte un ultimo Dpcm che definisca se l’Ariston è zona rossa, arancione o gialla.