Pippo Baudo, che ha condotto ben tredici edizioni, e ha inventato il mitico slogan “Perché Sanremo è Sanremo” ne era certo: niente ha più appeal sul pubblico italiano della kermesse che ogni anno trasforma la riviera ligure nel parterre più acclamato del Belpaese. Il Festival di Sanremo con i suoi immancabili fiori e le sue canzoni che hanno appassionato intere generazioni è da ben 73 edizioni uno dei momenti più attesi per la storia della canzone italiana. Ma non solo.
In quei cinque giorni, sul teatro dell’Ariston vengono ascoltati i big in gara, vengono lanciate nuove proposte e new look in breve sfoggiati nelle strade di tutto il Paese. Dalla sua nascita il 29 gennaio del 1951 ne ha fatta di storia. E tanti gli stili che si sono alternati: dagli eleganti e raffinati volumi degli anni Cinquanta ai più cromatici e provocatori Settanta, per poi passare ai “ruggenti” Ottanta e agli audacissimi Duemila dove anche l’universo maschile ha iniziato ad osare di più.
Un fenomeno di costume
L’edizione del Festival 2023 è la dimostrazione di come questo evento sia diventato ormai un vero e proprio fenomeno di costume e come sia ormai quasi social first. Il padrone di casa Amadeus è stato accompagnato da quattro co-conduttrici: Chiara Ferragni, Francesca Fagnani, Paola Egonu e Chiara Francini.
Ciò che stupiva ieri
Certo ciò che faceva scandalo e stupiva negli anni Cinquanta oggi non sorprende più: pensate che solo nel ’55 le donne hanno iniziato ad avere maggiore visibilità. La prima a salire sul palco è stata Maria Teresa Ruta con i suoi abiti a tubino e i completi giacca e pencil skirt: oggi sarebbero troppo casti perfino per l’etichetta reale. Poi è arrivata Mary Quant e la sua minigonna a vivacizzare il palco dell’Ariston e a scoprire le gambe in segno di emancipazione femminile. Ma spacchi vertiginosi, slip in bella mostra, spalline che mostrano il seno accidentalmente e farfalline che si posano là dove non avrebbero dovuto, erano ancora lontanissimi nell’immaginazione collettiva.
A Sanremo (nella maggior parte dei casi) lo stile resta sempre molto raffinato e bon ton sia nei Seventies, che negli sfrontati e sfacciati anni Ottanta con Loretta Goggi e i suoi capelli vaporosi e i long dress con le spalline tempestati di cristalli; o Gabriella Carlucci, splendida nei suoi abiti dalle linee semplici total black. Gli anni ’90 sono, in una parola, pop, sia nella musica sia nello stile easy casual; mentre con l’arrivo del nuovo millennio inizia l’era in cui è valido tutto, e il contrario di tutto.
Gli “scandali” del passato
Difficile riuscire a replicare lo “scandalo” del 1986 di Lorendana Berté che si esibì indossando un miniabito in pelle nera firmato da Gianni Versace con un pancione che simulava una gravidanza. O il look decisamente osé scelto dalla cantante Anna Oxa che si presentò sul palco dell’Ariston con una chioma lunga, liscia e bicolor e un tanga nero in perfetta vista. L’outfit provocante sconvolse platea e pubblico a casa ma le fece vincere il titolo. Il total white Dior e i piedi nudi di Elisa che incanta in Luce forse oggi non sarebbe molto intrigante così come il look piumato di Luciana Littizzetto, o lo stile gotico di Max Gazzè e quello eccentrico di Renato Zero.
Quale look vi scandalizzerebbe oggi?