Sullo sfondo di una Sardegna desolata e rurale 2 donne si contendono una bambina. Angelica, sbandata, alcolista e prostituta occasionale, è la madre che l’ha partorita. Tina, affidabile e accudente, quella che l’ha allevata e amata. Figlia mia, il nuovo film di Laura Bispuri in concorso al Festival di Berlino, è nelle sale dal 22 febbraio. Valeria Golino è Tina, una straordinaria Alba Rohrwacher dà il volto ad Angelica.
L’importanza della sincerità
«Il film è la storia di 2 madri inadeguate, anche se in modo differente» spiega Alba. «Angelica ha abbandonato sua figlia Vittoria e le si riavvicina solo per convenienza, Tina ha cresciuto la piccola nella menzogna, nascondendole le sue vere origini». Entrambe dovranno affrontare un difficile percorso verso la consape- volezza «come due creature zoppe, che quando finalmente si incontrano, imparano a camminare».
La forza dei sentimenti
Rohrwacher torna a raccontare una maternità difficile dopo Hungry Hearts, in cui era una mamma incapace di nutrire il figlio: ruolo che nel 2014 le ha fatto vincere la Coppa Volpi al Festival di Venezia. «Con Angelica ho esplorato un territorio diverso, affascinante e spaventoso. Lei è una donna estrema, che urla i suoi sentimenti: mi faceva paura, perché io sono una persona riservata». Lasciare il personaggio, però, è stato faticoso. «Subito dopo sono andata sul set di The Place e mi sono resa conto che conservavo i modi bruschi di Angelica. Cosa ho in comune con lei? Forse la spericolatezza fisica, anch’io non percepisco il corpo come un limite, persino in senso un po’ incosciente».
La ricerca di un incontro
Accanto a Rohrwacher c’è una intensa Valeria Golino, con la quale «si è instaurato un rapporto molto forte e molto vero». E nel ruolo della figlia, Sara Casu, 9 anni. «Amo la delicatezza con cui la regista Laura Bispuri ha dipinto la ragazzina» nota Alba. «Io alla sua età ero inquieta e ribelle, con mia madre cercavo lo scontro. Questa figlia, invece, cerca un incontro».